giovedì 21 febbraio 2013

SIAMO TUTTI RIVOLUZIONARI

Siamo tutti rivoluzionari, noi che sappiamo guardare con occhio e mente allenati, noi che sappiamo leggere tra le righe, noi che non ci fregano con le versioni ufficiali. Noi che vogliamo salvare il mondo. Rivoluzionari dell’ultima ora. Schizofrenici individui con un piede nell’utopia, l’altro nel compromesso. 
Cerchiamo di credere che le cose non vanno così male. Nel mondo ci sono aree depresse, governi sbagliati, risorse distribuite in modo non uniforme, ma, tutto sommato, questo nostro grande pianeta, questa nostra umanità possono ancora avere un buon futuro. Non è necessario rivedere del tutto il proprio stile di vita, alcuni aggiustamenti dovrebbero essere sufficienti, poi se le cose non andranno come dovrebbero andare, se la giustizia non sarà per tutti, se il cibo non sarà per tutti, se le cure non saranno per tutti, se la terra non sarà per tutti, noi avremo comunque fatto del nostro meglio. 
Sì, certo, fare un poco è meglio che non fare niente, ma non basta. 
Siamo addolorati per il karma surreale del popolo giapponese, siamo giustamente preoccupati per le agitazioni del nord Africa, siamo indignati per le speculazioni finanziarie che reggono le sorti del mondo, siamo scandalizzati per la corruzione politica e il degrado morale. Ma, appunto, non basta. 
Dovremmo fare un salto di qualità per far sì che le cose cambino sul serio, ma non ne siamo capaci. 
Perché non c’è rivoluzionario che non desideri una sacrosanta vacanza, capi d’abbigliamento nuovi, un minimo di tecnologia, un paio di mezzi di locomozione e che non voglia essere proprietario della casa in cui vive, che non si getti a capofitto nella rete dei mutui trentennali, che non vincoli scelte e legami alla scadenza di rate. 
Abbiamo creato una sincope tra il concetto di eternità e l’inferno. Il possesso come autodeterminazione, il possesso come giogo. Tutto si contrae nella stipula di un mutuo bancario. Sono le banche ora che amministrano la metafisica, sono loro la guida delle nostre anime. Sono a tutti gli effetti delle entità. Cui abbiamo offerto in sacrificio la nostra dignità e il nostro futuro. 
Volesse il cielo che la nube raggiungesse ognuno di noi. 
La nube radioattiva dal Sol levante. Non metafora ma concreta rappresentazione di ciò che siamo. 
Cioè di ciò che finora abbiamo fatto . 


11 marzo 2011 


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