venerdì 22 febbraio 2013

EROI

Prego per il dottor Denis Mukwege e per il giovane Akilimali Saleh. 
Perché mantengano forza e determinazione. 
Perché non dubitino mai del valore di quello che fanno. 

Che io muoia domani non importa, il mio spirito è nella direzione del terzo millennio. 
Anche senza vederne gli esiti, anche se ci vorrà un secolo, o forse due o tre, tutto il tempo che ci vorrà. Anche invano, maledizione, anche invano. 
Perché è questa la direzione. 
Intelligenza e umanità. 

Il futuro si sta avverando. Possiamo andare a picco ma non è detto. 
Chi è d’esempio ci riempie l’anima. Impariamo ad essere noi d’esempio. 
Un meraviglioso contagio. 

Il dottor Mukwege è un ginecologo che esercita nella Repubblica Democratica del Congo. 
In 15 anni ha operato decine di migliaia di donne e bambine vittime di stupro etnico, mettendo a rischio la propria incolumità.
Ha cercato e ottenuto l’attenzione della comunità internazionale, sono stati pubblicati dei dossier, ha ricevuto premi e riconoscimenti, ma quell’ondata di indignazione che avrebbe dovuto fermare il massacro non c’è stata e lui non se ne capacita. 

(una cifra nell’ordine di 500.000 donne violentate in 16 anni ) 

Vagine con dentro pezzi di legno e vetri 
Vagine lacerate dai rasoi e dalle baionette 
Vagine corrose dalla soda caustica 
Vagine date alle fiamme 

Madri rese schiave e nutrite con la carne dei propri figli 
Bambine che non potranno più essere né donne né madri. 

Akilimali Saleh è un liceale di 15 anni. Conduce a Goma un programma radiofonico sui diritti dell’infanzia. 
A 15 anni. Un uomo. 
Che ha avuto la fortuna e la forza di non essere trasformato in un bambino soldato e la volontà di non soccombere all’orrore del luogo in cui vive ma di lottare perché l’orrore finisca. 

Fonti: Human Rights Watch “La guerre dans la guerre” 
Internazionale n.984 2013 
Radio3 

febbraio 2013 


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