giovedì 28 luglio 2016

GABBIANI AL PARASIO

Sui tetti che vedo dall’appartamento in cui abito, ogni anno ho modo di assistere al rito del primo volo di una nuova generazione di gabbiani. La paura del primo lancio, lo sbattere inesperto delle ali, gli atterraggi rovinosi. Lo strillo sgraziato e ripetuto a oltranza che suggerisce acquisti di fionde. Già grossi ma ancora grigi pennuti che mendicano dal becco di genitori di eguale misura bocconi di cibo rigurgitato. E quegli stessi che sventrano i sacchi di spazzatura, attaccano i piccioni, portano via carogne di gatti morti, eccoli a esaudire le richieste di una prole già ben in carne con devozione genitoriale.

Johnny, il gabbiano gigante che bazzica i dintorni con fare spavaldo, sta rivelando un’indole gentile che non avrei sospettato.

martedì 26 luglio 2016

UCCISIONE A SAINT-ETIENNE

Mi ammazzo di ore di pulizie. Sono stanca.
Non ce la faccio. A star dietro.
Immagino il sorriso sarcastico di Oriana da dove sta. Ho odiato quel suo libro. Dopo averli amati più o meno tutti. E voglio continuare a odiarlo.
Poi le mie considerazioni di fondo restano le stesse. Già scritte, in modi diversi, ormai parecchie volte.
Stasera ha la meglio il bisogno di silenzio. Solo i rumori che arrivano da fuori le finestre.
Si insinua il senso di colpa per essere viva. E poterci ragionare su. 
Non ammazzata, non torturata, non esiliata, non stuprata, non incarcerata, non imbavagliata, non schiavizzata, non annegata, non saltata in aria, non sgozzata, non defraudata.

STRAGE A MONACO DI BAVIERA

Che fastidio.
Sono davanti a RaiNews24 e stanno parlando da ore dell’attentato a Monaco di Baviera. Non fanno che ripetere che non sanno se è un attentato islamico o di estrema destra. Ripropongono  senza sosta le medesime immagini.  Il cadavere di uno che faceva jogging, i piedi di un altro divaricati che sbucano da sotto un lenzuolo. Forse l’attentatore, dicono.  Però forse sono tre. Uomini non meglio identificati sul tetto del centro commerciale.
Rifletto che sull'onda dei fatti recenti, per non dire da dopo il 2001, la tentazione al sensazionalismo è forte.  Ciò che in passato sarebbe rientrato nella categoria dei gravi fatti di cronaca, oggi diventa un assai probabile attacco alla democrazia occidentale da parte del mondo musulmano.
Probabilmente verrà rivendicato, visto che ora l'Is viaggia in franchising, ma il punto non cambia.
Monaco è blindata. Le anteprime delle prime pagine dei quotidiani titolano Guerra civile, Guerra tra religioni, Attacco alla Merkel, Daesh colpisce ancora, Monaco sotto attacco,…
La Germania chiude i confini.
Fuori dalla finestra scoppiano i fuochi d’artificio.



Imperia 22 luglio 2016

lunedì 25 luglio 2016

GOLPE MILITARE IN TURCHIA

Scrivo a caldo mentre seguo in  notturna le vicende del colpo di stato in Turchia. Seguo ciò che accade con i pensieri ancora su Nizza. Spero ci riescano, che il colpo di stato vada a buon fine. Che Erdogan e i suoi accoliti vengano tolti di mezzo. Non so perché. Istinto.
So che se anche Erdogan favorisce i movimenti dell’Is, elimina gli oppositori al suo regime, imbavaglia l’informazione, arresta chi non gli va, un governo militare pur di matrice laica, non sarebbe quella gran cosa. Però se falliscono si mette male. Erdogan si ritroverebbe tra le mani l’alibi perfetto per portare al limite estremo l’eliminazione degli oppositori al suo regime. Secondo me non gli sembra vero. Sempre che…  Avete presente la domanda che bisogna sempre porsi: cui prodest? Comunque sia, se non ce la faranno, sarà un bagno di sangue.

È strano però che dopo ore nessun capo di Stato si sia fatto vivo. Me li immagino tutti a stringere i braccioli delle poltrone, protesi in avanti verso gli schermi televisivi, con i cellulari in piena attività e l’aria sempre più imbarazzata man mano che scorrono i minuti. Levarselo di torno senza muovere un dito sarebbe bello, ma vedi mai che invece il golpe fallisce e non abbiamo comunicato subito il nostro sostegno contro questo attacco alla democrazia…

Non riesco a richiamare le informazioni depositate da qualche parte nel mio cervello per fare un’analisi critica della situazione fino a fornire motivazioni il più possibile obiettive e ragionate a supporto del mio propendere per un esito o il suo opposto. Predomina l’istinto. Incrocio le dita. Fa’ che non riesca più a tornare. Fa’ che non torni al potere. Altrimenti farà fuori, in un modo o nell'altro un sacco di gente.
L’istinto, mentre guardo e ascolto, però continua a ripetermi che dal potere probabilmente non si è mai allontanato e lo detiene saldamente mentre se la svolazza sui cieli d’Europa.


15 luglio 2016

STRAGE DI NIZZA

Non voglio nemmeno cercare di capire come sia stato possibile che un tir sia potuto entrare in una zona pedonalizzata e controllata dalle forze dell’ordine. Mi limito a sperare che sia un pazzo. Qualcuno frustrato uscito di testa.  Uno di quelli che un giorno si sveglia, si procura un’arma e fa una strage. Semplicemente perché ha perso il lavoro o perché la moglie lo ha tradito. Spero sia così. Che non ci sia una rivendicazione di stampo islamico né altro.

Il dolore per le vittime è congelato. Sovrastato da un dolore più grande, un dolore in anticipo. Per tutti i morti a venire. Che saranno milioni. Vittime della paura e della non comprensione che si faranno chiusura, muro, rifiuto, odio. Sete di sangue.
Se ci sarà una rivendicazione l'impegno sarà reso vano, i morti fino a oggi saranno resi vani, e l’impresa delle persone di buona volontà sarà ancora più ardua. Le parole che dicono accoglienza, integrazione, umanità, incontreranno interlocutori sordi e ciechi, e solo urlanti. Continueranno a morire innocenti.

15 luglio 2016

BREXIT 2 - appunti al volo


Avrei voluto scrivere un pezzo sull'esito del referendum britannico ma sto facendo la stagione con orari assurdi, per cui soprassiedo. Riporto qua sotto gli appunti su cui avrei lavorato. meglio che niente.

Utopia retrograda
Classe operaia + popolazione borghese piccoli centri
Mondo senza più fissità e certezze
Persone smarrite e arrabbiate che cercano qualcuno cui dare la colpa
Prima si stava meglio
La paura del futuro (economico) induce alla colpevolizzazione dei lavoratori immigrati (dinamica nota e ricorrente nella storia) anziché rivolgersi alle cause reali.
E se non fosse così grave il risultato del referendum britannico?
Magari dà il la a una seria riflessione sull'Unione europea.
Il problema del rispetto della democrazia nell'esaudire la richiesta di rifare la votazione.
Non è detto che ciò che decide la maggioranza sia democratico. Abbiamo rappresentanti politici di un’ignoranza abissale ( discorso buona e malafede a parte),  l’uomo comune spesso lo è di meno ma a sentire certi commenti per strada, le ragioni che vengono fuori sono ben lungi da quello che dovrebbero essere.
Rivoltare e demolire? A volte lo si può fare senza salire sulle barricate. Ma non c’è aria di rivoluzione. Rivoluzione umana. Solo una fottuta paura di perdere sicurezza materiale. Costi quel che costi.

Per principio va difeso l’esito del referendum. Per lungimiranza e senno, no. Anche se comprendo la voglia di disfare tutto e vedere se almeno così succede qualcosa (di buono).

26 giugno 2016

sabato 23 luglio 2016

CASSANDRA


L’altra sera si parlava di lavoro con un’amica. Anni di precarietà a far le pulizie, si presenta l’occasione di vendere impianti a led. A buttarcisi dieci ore al giorno c’è da tirare su uno stipendio degno. Perché non lo fai? è la domanda della mia amica. Mentre le rispondo man mano metto a fuoco qualcosa che ho sempre saputo.
Non sono una venditrice. 
Non mi interessa un lavoro che occupi tutto il mio tempo vitale.
Non mi interessa fare carriera. Non mi è mai interessato.
Ora meno che mai.
Siamo a un punto della storia in cui a breve verremo chiamati a schierarci e tutto ciò che fa parte della nostra quotidianità sarà da perdere. Da una parte i valori e i principi di umanità per cui è lecito dire no. Anzi è imperativo morale fare obiezione di coscienza. Dall'altra il mondo di chi vuole solo stare tranquillo.
Ci sarà un dentro e un fuori.
Ci sarà un gran bisogno di persone che riescano mantenere aperte le falle di un sistema che altrimenti dividerà l’umanità in due gruppi: pochi privilegiati dentro e tutti gli altri a scannarsi vicendevolmente non riuscendo ad accedere ai luoghi di un dignitoso vivere.
Non intendo andare per il mondo a fare rivoluzioni ma so che se domani per strada vedrò un’ingiustizia lampante e mi sarà chiesto di far finta di niente o, peggio, di essere complice, accetterò prigionia o morte come occasione di rivendicare con forza i valori senza i quali non possiamo chiamarci uomini.
Ho citato Cassandra nel titolo, richiamandomi ai sogni che facevo da bambina, di cui ho già scritto, e che definivo sogni di resistenza. I tempi sono più che maturi. Oggi e qui i miei timori di allora si sono fatti sostanza e non posso voltarmi altrove.

2 luglio 2016


LA STORIA DELL'UMANITÁ

Donne, giovani, meno giovani, rassegnate alla solitudine, alziamo lo sguardo da terra e volgiamolo attorno a noi. Quanti uomini, giovani, meno giovani, semplici, istruiti, molto istruiti che sia, da ogni parte del mondo stanno giungendo? Alcuni con famiglia, altri separati da essa, molti però soli, con il desiderio di costruirsi una vita migliore, di conoscere, di dare, di incontrare.
Gioiamo di questa inattesa possibilità.

E accogliamo e amiamo, noi donne sterili, senza utero, donne cui non è capitata l’occasione o l’incontro per procreare, donne che abbiamo avuto paura quando era l’età giusta, donne che abbiamo curato genitori e parenti ritrovandoci ormai troppo vecchie, qualunque sia la nostra storia, accogliamo e amiamo questa moltitudine di bambini che arrivano ritrovandosi da soli.

Uniamoci, mescoliamoci.


Questa è la storia dell’umanità.




BREXIT - Opinioni sentite per strada

-          Figuriamoci se fanno la Brexit. Non conviene a nessuno uscire dall’Europa.
-          Non è uscita la Grecia…
-          Ma i greci non è che volessero proprio uscire… i britannici sì
-          Tanto l’Europa non esiste. Dobbiamo uscire tutti
-          Le regole dovrebbero essere uguai per tutti in Europa ma non è così. Guarda l’Iva, i passaggi di proprietà, gli stipendi dei ministri, i bolli, le tasse, i salari
-          Ma se noi italiani nel Parlamento europeo dislochiamo quelli che non sappiamo dove mettere…, li mandiamo in vacanza
-          Essere parlamentari delll’Unione dovrebbe essere un traguardo politico di prestigio e responsabilità molto ambito
-          Tanto è l’Unione europea delle banche, i cittadini non contano
-          Del buono però c’è, non si può mica buttare tutto all’aria
-          Bisogna uscire per fargliela capire
-          Non escono perché se no salta il TTIP. Il Regno Unito è la testa di ponte in Europa
-          Se escono mi trasferisco su
-          Se escono mio figlio può continuare a lavorare a Londra?


20 giugno 2016

PASSEGGIATA A VENTIMIGLIA

Passeggiavo sul lungomare di Ventimiglia oggi pomeriggio per raggiungere il luogo di un appuntamento. Pochi passi davanti a me due giovani uomini italiani, massimo trentenni, si lamentavano della situazione generale.
“ A me mi girano i coglioni lavorare per mille euro. Come cazzo si fa a vivere con mille euro?”
“ Io se non avessi i miei che mi hanno dato l’appartamento e si pagano pure tutte le spese…”
“E questi cazzo di neri che arrivano e ci fottono il lavoro… fanno bene dove mettono il filo spinato.”
“Non basta il filo spinato…”
“Meno male che ogni tanto annegano… (fa il gesto con il pollice in giù)”
“Bisognerebbe fare qualcosa così tutti capiscono che ce li dobbiamo levare di torno una volta per tutte!”
“Ma cosa? Che se t’incazzi con quelli non sei politicamente corretto.”
“Guarda tutta ‘sta gente alla spiaggia… Con i loro bei lettini, gli ombrelloni, le ferie. Non gliene fotte niente. Si lamentano ma poi non fanno nulla, non si fanno sentire.”
“Sono zombie. Non sanno neanche da che parte stanno girati.”
“Gente così, se vivono o muoiono non fa differenza…”
“Cosa vuoi dire?”
“Che bisognerebbe farli saltare in aria, spararli tutti. Lì, così, in mezzo ala spiaggia, alla sera quando vanno a prendersi il gelatino… seminare il terrore (risata)”
“E poi? Cosa risolvi?”
“Poi si dà la colpa ai neri, a questi cazzo di terroristi islamici di merda, così li rispediscono tutti a calci in culo da dove sono venuti”
“Sarebbe da fare veramente.”
“Non è così difficile, sai quanto ce n’è come noi che non vedono l’ora?”

Sarei dovuta intervenire. Avrei dovuto chiamare le forze dell’ordine. Fargli una foto a questi due. Qualcosa insomma. Invece ho continuato a camminare con un unico pensiero: ci siamo, il nemico è dentro di noi.

Ci vuole una grande forza interiore, una grande volontà di capire, di non accontentarsi di ciò che appare, la determinazione di andare a vedere come stanno realmente le cose ma ciò è un lusso, ormai divenuti appendici dei nostri devices, privi di una cultura degna di tal nome, privati del tempo e dell’opportunità di poter essere uomini.



6 luglio 2016