All'angolo del Vico
dell'amor perfetto, su piazza delle Vigne a Genova, riconosco
Carmela, prostituta da tutta una vita. A neanche un metro un
crocicchio di africani. Dall'accento capisco che non sono senegalesi.
L'ultima volta che sono stata da queste parti erano senegalesi. Mi
avvicino e la chiamo per nome. Si volta e leggo nello sguardo il
classico, ti ho già vista ma non so chi sei. Sono un amica di
Maurizio, - le dico - mi ha pregato, se ti avessi incontrata, di
portarti i suoi saluti. Lei esita qualche secondo poi fa mente locale
e mi chiede come sta. Le racconto che sta abbastanza bene e che ha
trovato un po' di lavoro dalle parti di Imperia. Tempo addietro aveva
lavorato per qualche mese in via San Luca e aveva stretto amicizia
con alcune signorine, come le chiama lui. Al mattino faceva colazione
in un bar e comprava la colazione per tutte loro. La sera, a termine
giornata, passava a salutarle e a scambiare quattro chiacchiere.
Carmela sorride e dice che è contenta per lui. Poi mi racconta che
la vita è sempre più difficile nei vicoli. Questi - mi confida –
sono più pericolosi. Se ho decifrato correttamente il suo racconto
in un italiano straniero e biascicato, la maggior parte sono ex
bambini soldato. Insensibili e incattiviti. Li guardo. Un paio sono
pieni fino agli occhi di droga. Alcuni si fanno i fatti loro, un
altro paio ci tiene d'occhio. Mi si stringe il cuore. Non vedo uomini
pericolosi. Vedo i figli che quest'umanità imperfetta ha partorito.
Tutti gli errori commessi presentano il conto. Se si costruiscono
inferni, prima o poi si rischia di trovarcisi impantanati. Sono così
vicini e così lontani questi giovani uomini. Con quale linguaggio
avvicinarsi? Detesto il tradimento di ciò cui ho creduto per tutta
la vita. Il senso di fallimento che provo. La rabbia verso chi è più
forte della giustizia. Non quella legale ma quella che determina la
giustezza del vivere. Sono io a essere lontana da loro.
Con tutte le difficoltà
e la precarietà della mia vita so di essere una privilegiata.
Cosa posso dire a questa
donna? Cosa posso raccontarle?
Le prendo la mano tra le
mie, la saluto, le auguro di star bene.
Mi allontano e raggiungo l'amica con cui sono con un
pensiero che si ripete nella testa. Le scelte, il merito, certo
c'entrano ma è solo
per caso, solo per l'aver avuto più di fortuna nella vita, che non
sono come lei in piedi tra i vicoli in attesa.
La mia amica mi fa una foto fuori dal bar delle Vigne nei pressi del Vico dell'amor perfetto.