giovedì 19 maggio 2016

FUNERALI GREEN

Credo di aver pensato alla morte ogni giorno della mia vita da quando ho avuto un pensiero consapevole. L’ho sempre considerata come un accadimento necessario per quanto doloroso. Vedevo ingiallire le foglie degli alberi, le vedevo cadere e, seccando, frantumarsi in pezzetti sempre più microscopici, l’anno seguente ne apparivano di nuove, e ciò che provavo era l’intuizione della perfezione.
Quando a otto anni trovai mio nonno morto nel letto, a parte il sollievo evidente che la morte rispetto alla lunga agonia che aveva sofferto gli stava procurando, mitigai il dolore pensando: perché mai gli esseri umani dovrebbero avere un destino diverso da piante e animali?
Per consolare mia nonna che, con diverse scuse, avevo cercato di tenere il più a lungo possibile lontana dalla stanza da letto, ricordo che le dissi, tra le altre cose, che era impossibile non morire. Pensa, le dissi, se nessuno morisse, non basterebbe lo spazio, il cibo, le case, non basterebbe l’universo intero alla lunga.
Quando al liceo studiando fisica lessi questa cosa, che tutto va inesorabilmente dal caldo al freddo e mai il contrario, la seconda legge della termodinamica, pensai che gli uomini in realtà l'energia la consumano solo e non ne producono per nulla (la scovano, la trasformano, la usano, la commerciano, ...), per cui aumentando il numero di umani in modo esponenziale, l’energia in tutte le sue forme si sarebbe esaurita anch'essa sempre più velocemente degradandosi senza poter essere più utilizzabile. Quindi la morte è funzionale alla vita, fu la mia conclusione e, da allora, ci convivo serenamente.

Il lutto e la perdita, lacerano l'anima ma la morte in sé non ha nulla di brutto.

La morte è solo una delle sembianze attraverso cui la vita si manifesta.


Certo è che i nostri metodi di sepoltura mettono barriere al ciclo naturale e i nostri cimiteri sono ingombranti. Quasi dieci anni fa lessi il libro "Stecchiti" di Mary Roach e in un capitolo trovai la storia di una donna dell’Europa del nord che aveva avviato, animata da autentico amore per il prossimo e per il creato, un’azienda per il compostaggio dei cadaveri. Pensai che fosse un’ottima idea e che volentieri avrei fatto fare quella fine al mio corpo, solo che considerando l’inquinamento generato dal trasporto dello stesso, avrei vanificato l’intento di diminuire la mia impronta ecologica. L’idea del chilometro zero restava basilare. Ora però si sta diffondendo, se pur lentamente, una filosofia verde anche nel settore pompe funebri, per cui dalle bare fai da te in semplici assi di legno all’intrigante Capsula Mundi, forse realizzerò questa mia minima ultima volontà. Se da vivi far danno ci è quasi inevitabile, che almeno da morti si possa esserne esonerati.




p.s. tra le notizie sull'argomento ho trovato, a proposito della cremazione, la possibilità offerta da una ditta di pompe funebri, di procedere alla diamantificazione del defunto partendo dalle sue ceneri!

domenica 15 maggio 2016

Higuain fa 36, Adani e Compagnoni si emozionano in diretta - Sky Sport HD

Higuain fa 36, Adani e Compagnoni si emozionano in diretta - Sky Sport HD: Guarda il video Higuain fa 36, Adani e Compagnoni si emozionano in diretta. Aggiornati con le ultime video notizie di Sky Sport HD.

KOBANE CALLING

È molto piacevole quando si acquista un libro e nel tenerlo tra le mani ci si ripete: « 20 euro spesi proprio bene!».
Quello di ZeroCalcare è un gran libro. A fumetti, per chi non conoscesse ancora l'autore. 
Per esperienza personale pluridecennale posso affermare senza esitazione che un fumetto può essere letteratura, poesia, filosofia, impegno, onestà, arte, genio.
Nel caso specifico, superato l'iniziale disagio dovuto a una grafica che non corrispondeva ai miei gusti (mi sono formata sui sudamericani: Altuna, Olivera, Zanotto, Trillo, Enrique Breccia, Alberto Breccia con relativi grandi sceneggiatori, Wood, Trillo, ecc.), mi sono appassionata scoprendo un grande autore meritevole del successo che sta avendo. Lo ritengo un libro importante al pari di tanta saggistica che leggo ma che può risultare senz'altro ostica ed è per questo poco diffusa e nota.
Per questo vorrei proporre l'inserimento negli elenchi dei testi che vengono consigliati in lettura nelle scuole durante l'anno scolastico, il volume "Kobane calling" . Potrebbe essere consigliato nel corso di storia, di geografia, di lettere... Dalle medie in su, per tutti. Fino a 99 anni, come si dice.
Potrebbe insegnare qualcosa di quanto accade nel mondo che abitiamo, fosse anche solo l'intuizione che non può esistere una sola prospettiva monolitica.
Leggetelo e se condividete la mia opinione, proviamo veramente a farlo adottare nelle scuole. Anni fa, molto prima che diventasse un caso editoriale, avendo avuto l'opportunità di leggerlo prima che venisse distribuito, scrissi la medesima cosa per "Gomorra" di Saviano.

lunedì 9 maggio 2016

BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP

BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP: Avevamo ragione: confermati rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori

CAMARGUE APPUNTI

Oggi ho ucciso un pezzo di mare. Probabilmente lo faccio più spesso di quanto io creda.
Mi sono concessa una porzione telline alla camarguese con un bicchiere di vino bianco. Minuscole telline servite in abbondanza  ogni giorno  e quasi in ogni locale della Camargue.
Ai tavolini accanto, fritture di minuscoli pesci, altrettanto minuscoli moscardini in insalata con le patate.
In una frenesia di somministrazione e ingestione.
Per metterci il carico, il vino è stato servito in bicchieri di plastica trasparente.
Notando che osservavo i vassoi serviti al tavolino accanto, il cameriere mi ha offerto un assaggio di frittura.
Lungo la battigia, di anno in anno, trovo sempre meno conchiglie.



Singolare quanto all'estero ci si senta liberi di parlare la propria lingua incuranti di ciò che si dice, al punto da fare osservazioni su chi passa vicino, certi di non essere compresi. Oggi, 25 aprile, Saint Maries de la mer pullula di italiani. Tutti indistintamente commentano come mai farebbero a casa propria.
Mi sono messa sulla spiaggia a leggere dietro a un muretto al riparo dal vento. Mi sono spogliata e sono rimasta in biancheria (sobria e castigata in cotone grigio). Non mi sono accorta di una presenza maschile arrivata sulla passeggiata alle mie spalle  ma ho sentito i passi e la voce di una donna che lo apostrofava:
«Ho capito perché ti sei fermato qui.». Ad alta voce a neanche due metri da me che mi sono sollevata a guardare nella loro direzione incontrando lo sguardo di lei.
«Ma inutile che fai il finto tonto... tanto non hai visto bene, si è girata, avrà più di quarant'anni.»
Considerato che ne ho praticamente cinquanta, è andata bene così.



Mi chiedo perché, visto che in alcune panetterie fanno delle baguettes squisite, molti francesi acquistino quelle dei supermercati, cotte da surgelate, identiche a quelle che trovo nei supermercati in Italia.

Ho visto una corrida in televisione. La cocarde. Mi è piaciuta. Una meraviglia quei bei ragazzi atletici che praticamente volano. Un po' rudi con l'animale ma d'altronde giocano con un toro.
Al ristorante delle telline un suonatore ambulante di chitarra ha intonato canzoni popolari spagnole. Avrà avuto più di cinquant'anni, basso, scuro di pelle, sinceramente cordiale, e una gran bella voce.
E occhi simili a quelli di chi mi suggerì questa destinazione diversi anni fa.
Una piccola Spagna in cui si parla francese.

Mi piace guidare in Camargue.
Mi sento blasfema nel dirlo, pensando a tutti gli articoli che ho scritto sulle automobili, ma percorrere in auto queste strade mi rilassa in modo inaspettato. Nessun ostacolo alla vista, il giorno che non finisce, il vento, i canneti, laghi improvvisi, animali che attraversano.
Nessun rischio di perdersi e la voglia di proseguire all'infinito.

Svegliarmi, fare un caffè, berlo al freddo davanti alla staccionata, scavalcarla in camicia da notte e chiamare i due stalloni arabi per dar loro il buongiorno. Fraternizzare con il gallo ma non riuscirci con il gatto suo amico. Riempirmi gli occhi di verde e di blu. Sdraiarmi nel campo con i cavalli che brucano vicino e nel cielo uccelli migratori che planano verso le risaie da pochi giorni allagate.
Ogni essere umano dovrebbe poter vivere così. In assoluta empatia con ciò che lo circonda.
Avremmo solo bisogno di spazio, di verde e di azzurro. Solo di questo. Di spazio in ogni sua forma e manifestazione. Ed è ciò che ci stanno sottraendo, che permettiamo ci venga sottratto. 








Dopo che ho visto cosa è in grado di saltare un toro, certe recinzioni mi preoccupano.






Ho scoperto che mi piace la pianura.

È strano sentirmi a casa a Saint Gilles.



Ho persino un mio posto segreto cui si arriva violando un divieto d'accesso. Mi siedo e guardo il piccolo Rodano passare. Un ottimo posto per scrivere. Un'ottima prospettiva da cui riconsiderare le cose. 
Il livello di inquinanti che il Rodano porta a campi, vigne, e saline, è impressionante.