mercoledì 12 febbraio 2014

VARIE 2

Osservo le immagini, faccio caso alle parole che vi abbinano, le trascrivo, le ripeto ad alta voce, cerco di capirle. 

Renault Captur, capture life 
Prima di conservare i ricordi bisogna viverli 
(già, viverli in auto e poi conservarli su file) 

Mediaset: gente che lavora, il lavoro si crea con il lavoro 
Abbiamo liberato la comunicazione in nuovi prodotti 
E tutto senza chiederti nulla 
Solo per ricordartelo 

(Liberare la comunicazione in prodotti, liberare la comunicazione in prodotti, liberare la comunicazione in prodotti…) 

A volte poi sbircio qua e là su rendiconti finanziari, ben oltre la mia portata certo, ma un minimo di aritmetica qualcosa mi fa intuire 

Eni: diamo all’energia un’energia nuova 
(un grande investimento – 67 milioni di euro anno 2012 - per una grande campagna pubblicitaria; circa 4 miliardi di euro di dividendi – 2012 – agli azionisti Eni e a quelli di minoranza; utile netto solo del Gruppo Eni – sempre 2012 - circa 8 miliardi) 
La partnership strategica Eni-MIT, avviata nel 2008 e rinnovata nel 2013, di durata quadriennale, comporta un impegno finanziario complessivo di oltre 5 milioni di dollari all’anno (Mamma mia che cifra sconvolgente! Facendo il cambio e calcolando all'anno, circa un diciottesimo di quello che hanno investito in pubblicità), distribuiti tra diversi filoni di ricerca sull’energia solare, su tematiche di interesse del business oil&gas, sull’ambiente e sulla chimica verde.

interessante da leggere

istruttivo vedere nel bilancio che i costi ambientali sono messi sotto “altre attività”, e anche leggere l’elenco dei contenziosi 


Enel e i suoi guerrieri 
(L’appropriazione della strategia...) 

Enel: 85000 milioni di euro ricavi totali 2012 ( 85 miliardi in un anno). Tra 2014 e 2017, si stanzieranno, 6 miliardi di euro per le rinnovabili.
Manco il 2 % dei ricavi 

Mi fermo. È tardi. Ed è senza fine il discorso. Diciamo che sono appunti/suggerimenti.

settembre 2013
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martedì 11 febbraio 2014

FISCO E EUROPA

Una famiglia tedesca di mia conoscenza è in causa da un bel pezzo con il fisco italiano. Vivono in Italia da una trentina d’anni. Hanno sempre lavorato per i servizi sociali tedeschi e hanno percepito le proprie retribuzioni dalla Germania. Hanno sempre pagato le tasse dovute, di reddito, sanitarie e quant’altro al loro Paese. L’attività però è stata svolta all’interno della propria abitazione in Italia. Hanno pagato il dovuto allo Stato italiano per quanto concerne casa, utenze e servizi. Per le prestazioni sanitarie di cui hanno usufruito qui, hanno sempre pagato ricevendo poi un parziale rimborso dalla sanità tedesca. Un bel giorno il fisco italiano gli ha fatto pervenire una cartella di parecchie decine di migliaia di euro per le tasse sul reddito e i contributi dovuti relativi alla loro attività, perché svolta su territorio italiano. Certo, i figli sono andati a scuola in Italia e quindi hanno usufruito di un servizio ma per il resto nulla. I genitori ricevono la pensione tedesca e non godono di alcunché da parte dello Stato italiano. 
Fermo restando che non conosco le leggi e quindi non so immaginare a chi la Cassazione darà ragione, ritengo che non si possa parlare di colpa o di frode e che tutta la faccenda sia assurda. 
Un cittadino le tasse deve pagarle allo Stato per cui lavora e che lo retribuisce o a quello in cui vive? 
Basta che si chiariscano le idee tra loro, si mettano d’accordo e ci facciano sapere. Siamo o no in Europa? Non fanno che ripeterlo e sottolinearne l’importanza. Oltre alle parole che ci si metta un po' di intelligenza e onesta volontà di far funzionare le cose.
Che ci pensino dunque le amministrazioni degli Stati a mettere in piedi un sistema fiscale equo, congruo e soprattutto interconnesso. E' fondamentale, altrimenti è la solita aria fritta.
Che le tasse girino e girino e vadano dove devono andare, ma certo è che non le si possono pagare due volte.

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lunedì 10 febbraio 2014

DIGITAL DRIVING

Le case automobilistiche più autorevoli, in seguito anche le altre, stanno per dotare i propri autoveicoli di un sistema informatico che permetterà ai proprietari di poter sapere dove sono parcheggi disponibili, prenotarli e anche pagarli in anticipo per accaparrarseli. Sta nascendo un’economia del parcheggio, purtroppo non in senso semantico ma in senso commerciale. Infatti, nel momento in cui si mette a disposizione una simile tecnologia, bisogna garantire anche la disponibilità del bene che tale tecnologia può procacciare, per cui vista l’esiguità dei posti auto rispetto al numero delle vetture in circolazione, l’unico parametro per poter ottenere tale risultato sarà la discriminante pecuniaria. 
Le tariffe quindi varieranno in funzione della domanda: quanto maggiore sarà la richiesta, tanto maggiore sarà la tariffa. E quindi saranno di meno le persone che potranno permettersi di parcheggiare, soprattutto in certe zone e in certi orari.
Già, quanto maggiore sarà la richiesta, tanto maggiore sarà la tariffa: questo è il principio che oramai si dà per scontato in relazione ai beni che dovrebbero essere comuni: lo spazio, la terra, l’acqua, le materie prime, la salubrità dell’ambiente.

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AVORIO E MALE MINORE

Ho letto che viene massacrato un centinaio di elefanti ogni giorno e a questo ritmo si rischia l’estinzione dell’elefante africano in neanche vent’anni. Non è quella gran novità. Il punto è che ci si sta battendo per l’applicazione di una moratoria il cui punto di forza, oltre a un’intensificazione dei controlli, sarebbe la distruzione volontaria di tutte le riserve nazionali di avorio per mandare un chiaro messaggio: il traffico di avorio è inaccettabile. Dovrebbe servire a far ridurre la domanda e di conseguenza il commercio e i traffici illeciti. A me sembra che così l’avorio acquisterà ancora più valore quindi farà più gola, per cui chi ha i soldi riuscirà comunque a procurarsene e sarà maggiormente spregiudicato nel farlo. Non passerà il messaggio dell’inaccettabilità; diciamo che si sceglie il male minore. Visto che diminuiranno coloro che potranno permettersi di acquistare avorio si ammazzeranno meno elefanti. 
E che fare? Accontentiamoci.

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domenica 9 febbraio 2014

1&1

Ora i nostri dati saranno maggiormente protetti. Non nel senso che sarà tutelata la nostra privacy ma nel senso che i nostri file godranno di un backup, a quanto promettono, inattaccabile. È in arrivo infatti la tecnologia 1&1, (che è il nome di una tra le prime aziende al mondo nel web hosting) ovvero il raddoppio dei data center che conservano i nostri preziosi dati e informazioni, dalle mail, alle foto, a tutto ciò che amiamo e che non possiamo assolutamente smarrire, pena la perdita di noi stessi. Tutti i dati e i processi saranno ‘specchiati’ ed elaborati in modo sincrono da due diversi data center e i siti web saranno fail-safe come mai prima d’ora e a costi, è stato sottolineato ancora una volta, veramente contenuti. Già perché per noi alla fine i costi corrispondono alle banconote che tiriamo fuori dal borsellino
Alla faccia della sostenibilità ambientale della faccenda.
(vedi post La nuvola)

Maggio 2013 

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DUBBI GREEN

- Ho acquistato due confezioni perfettamente identiche di biscotti. L’involucro è di quelli metallizzati all’interno. Cerco le indicazioni per il riciclaggio. Trovo su entrambi i sacchetti un piccolo riquadro. Su una confezione c’è scritto: Aiuta l’ambiente con la raccolta differenziata: getta l’incarto nel secco indifferenziato. Sull’altra c’è scritto: Aiuta l’ambiente con la raccolta differenziata: getta l’incarto nella plastica riciclabile. Quindi?

 - Quando voglio smaltire l’olio con cui ho cucinato, prendo colino e imbuto e verso in un recipiente di plastica. Poi devo lavare colino e imbuto, oltre alla padella che ho usato, utilizzando, per quanto in misura ridotta, detersivo e acqua calda. Una volta pieno il contenitore da 5 litri, mi reco in scooter fino a un centro di raccolta di oli esausti. Auspicando un onesto riciclaggio, vorrei sapere in che percentuale, calcolando tutti i costi ambientali dell’operazione, il versarlo nel gabinetto come fanno molti, in alternativa al lavello della cucina, è meno dannoso.


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BE GREEN 2

Domopak Spazzy: 25% di plastica riciclata! Resistente ed ecologico 
Anche un paio di marche di acqua minerale ora fanno le bottiglie in parte ecosostenibili. 
Perché solo in parte? Perché il 25%? 

8 rotoli di carta igienica bio al costo di euro 5,98. 
5 euro e 98???? 8 rotoli di carta igienica? 

Mais ogm e pesticidi nella soia spacciati per bio: sequestri in cinque regioni. Nei supermercati e nei discount il biologico a base di soia e mais a prezzi popolari appunto spopola. Certo che sarebbe possibile avere prodotti validi e sani a prezzi competitivi ma non sul nostro pianeta, visto come gestiamo agricoltura e commercio.

E perché negli stessi supermercati che cavalcano l’onda del bio e della salvaguardia del pianeta, ci sono addetti che confezionano a ritmo serrato, con infernali macchine sputa plastica, porzioni monodose di formaggi e affettati, riempiendone banconi interi, anziché servirli al taglio? Ah, già, velocità e praticità! 

Una domanda sorge spontanea, e il tono più che di domanda è di amara constatazione: ci stanno solennemente prendendo per il didietro? 


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