mercoledì 23 novembre 2016

GRAMMATICA DELL'ITALIANO ADULTO

Ho finito di leggere il saggio di Vittorio Coletti "La grammatica dell'italiano adulto" e tra tutte le cose che ho letto, note e non, ce n'è una che non comprendo.
A pagina 109, scrivendo della particella ci/ce, l'autore spiega la funzione intensificante o modificatrice che essa determina unendosi a taluni verbi. 
In linea di massima spesso si può attribuire al ci il ruolo di un avverbio di luogo: anche nel verbo entrarci o non entrarci (ad es. noi c'entriamo eccome in questa faccenda; lei non c'entra nulla;) il significato è riconducibile a un luogo, se pur figurato. Nel primo esempio tale luogo è espresso da in questa faccenda, che rappresenta anche una dislocazione a destra, sarebbe a dire una sottolineatura di quanto già implicito nel c'.
L'esempio ci vogliono due uova per fare la frittata, lo traduco (forse sbagliando) invece con un pronome personale atono che indica un generico a noi servono due uova per fare la frittata, e l'esempio ci conto lo traduco con su questa cosa conto, quindi in qualche modo sempre un luogo,
Vengo al dunque. Quando, invece, trovo:
"Hai l'ombrello?"
"Ce l'ho."
mi chiedo perché non si possa dire semplicemente "L'ho". Come si può tradurre il ce?
E nel verbo avercela, avere + ce + la, dove la si riferisce alla collera, alla rabbia o, comunque, a un qualcosa che si ha/prova nei confronti di qualcuno, il ce che cos'è? Solo un suono? O lo si può ricondurre a una funzione logica? 
Gentile signor Coletti, ho apprezzato molto la lettura del suo testo e le sarei grata se mi chiarisse anche questo punto. Diverse volte mi hanno posto la questione e non sono stata in grado di rispondere.
Ne approfitto anche per ringraziarla per i lumi sui verbi disfare e redarre, nonché per avermi insegnato che si dice complementarità e non complementarietà.

martedì 22 novembre 2016

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

"NON CAMBIARE STILE DI VITA, CAMBIA SUPERMERCATO",

ho letto su un volantino di una nota catena di supermercati.

Lo commento riportando quanto segue:

"Ai consumatori non importa se un prodotto è sostenibile su tutta la filiera. Non sanno manco cos'è la filiera. Dati astrusi su un'etichetta. Se si dovesse veramente indicare tutto quello che concorre a determinare un prodotto ci vorrebbe un libretto delle istruzioni. I consumatori non sono disposti a spendere di più per un prodotto migliore e sostenibile sotto ogni punta di vista. Vogliono solo quello che costa meno. Se una cosa diventa cara, semplicemente ne comprano un'altra. Quindi i prezzi devono restare bassi a prescindere. A prescindere dai costi occulti che ci sono e che devono rimanere tali. Non ha senso mettersi a fare le cose per bene. L'unico risultato sarebbe quello di essere tagliati fuori dal mercato che conta. Chi lo fa e crede che sia la strada da prendere non ha capito un bel niente di come stanno le cose. Sono degli illusi." 
(confidenze su un treno)

Balance- Oscar Winning Cartoon



Semplice e chiaro.

lunedì 14 novembre 2016

UNA FASCETTA NON SI NEGA A NESSUNO

Fascetta Nera: Più fascette per tutti

A PROPOSITO DELL'ELEZIONE DI TRUMP

A proposito dell'elezione di Trump, ho letto anche un po' di rassegna stampa statunitense: forse per la prima volta la denuncia della gravità di un accadimento è tanto condivisa e i toni e le parole usati da molti editorialisti non lasciano spazio a fraintendimenti.
Speriamo che a Trump non monti il prurito da purghe come a quello stronzo di Erdogan.