mercoledì 13 febbraio 2013

IL PAPA E LA COREA

Ho continuato a mettere online vecchi articoli, senza scrivere nulla sui fatti di questi giorni.

Il papa che si dimette.

Innescando diatribe, suscitando sdegno, trovando comprensione, intasando i quotidiani.

Prendendo per buone le sue motivazioni, la sua scelta non è altro che l’ammissione inevitabile che essere il vicario di Cristo e il pastore in terra della Chiesa universale, per quanto investitura cui non si dovrebbe poter abdicare una volta accettata, non preserva dall’essere uomo mortale.
Semplicemente.

Ed è così difficile a volte comprendere. Perché la medesima azione può essere dettata tanto da coraggio quanto da viltà. Lui sa cosa sta facendo e perché. Lasciamolo in pace con la propria coscienza.

Voglio pensare che sia un segno e di consapevolezza che siamo realmente entrati in un’era nuova e di ammissione dei propri limiti a muoversi nel modo giusto all’interno di essa. Succede a chi è abituato a porsi molte domande e cerca di darsi risposte serie.
Dubitare.

C’è chi invece non dubita.

Il test nucleare della Corea del Nord

C’è gente che fa esplodere sotto al proprio sedere qualcosa come mezza bomba di Hiroscima.

No, non ci siamo proprio

Da sentirsi ridicoli a preoccuparsi per gli additivi chimici e per il consumo del territorio

Anche questo è un segno. Anzi è proprio un faro puntato su chi siamo.

Ripeto: se la sono fatta scoppiare sotto al proprio sedere.




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