venerdì 31 luglio 2015

#CECIL E IL DENTISTA

Mi spiace per Cecil e anche per Walter James Palmer.
Nel primo caso per tutto ciò che la sua morte comporta, nel secondo perché, se anche non ne è consapevole, il signor Palmer è un essere superfluo.
Dichiara di aver seguito, come tutte le volte precedenti, le procedure e le norme per agire legalmente, ma, a parte la considerazione che le leggi non garantiscono necessariamente la giustizia delle cose e che alcune di esse sono veramente obsolete in questo nostro terzo millennio, un individuo che si giustifica dicendo di aver fatto come ha sempre fatto, senza porsi mai domande, senza mai un dubbio, è appunto un essere superfluo.
Come lo sono coloro che si difendono affermando di aver obbedito a un ordine. Ci sono ordini che non si eseguono, pena la perdita di dignità e humanitas. In genere si dice di aver eseguito un ordine quando ci si vergogna di ciò che si è compiuto. Altrimenti perché dirlo?
I cattivi non siedono solo nei cda di multinazionali e istituti finanziari, non sono solo i trafficanti, i mafiosi, i corrotti, i sofisticatori, e via elencando, ma persone comuni e finanche banali, come il nostro dentista imbarazzato e stupito, come tutte le Rebecca Francis, Sarah Palin e compagne, donne devote e prolifiche peraltro, nella miglior tradizione neocon, che mi fanno vergognare di essere donna. Ma gliel'hanno insegnato da bambine che non c'è niente di male, che è solo uno sport, e per rassicurarle hanno fatto foto di famiglia sorridente attorno a maestosi cadaveri.  Anche ai bambini dello zoo di Copenaghen hanno voluto insegnare qualcosa. Di recente è stato mostrato loro l'abbattimento, il sezionamento, e la distribuzione delle parti di carcassa ai leoni, di una giovane giraffa maschio che se fosse divenuta adulta, accoppiandosi, avrebbe determinato problemi da consanguineità. Tra l’altro hanno poi ammazzato pure quattro leoni. Cosa hanno voluto insegnargli non l'ho ancora capito. Il ciclo naturale di vita e morte? L'anima crudele della natura? La necessità di saper prendere decisioni difficili?
Infine, con buona pace di Cecil, cosa sarebbe successo se avessero ammazzato un leone più giovane, senza branco, meno maestoso e popolare?
Esattamente ciò che accade ogni fottuto giorno di nefandezze: nulla.



30 luglio 2015

(tutti i diritti riservati)

martedì 21 luglio 2015

RIMUOVERE SENZA RIMPIANTI

"(le loro città) con i loro quartieri miserabili, gli slums di Londra, di New York e degli altri grandi centri, con i loro bordelli, le loro banche, le bombe dirette contro tutti i nemici sia dall'interno che dell'esterno, carceri e patiboli, milioni di soldati; sì, è possibile rimuovere il tutto senza rimpianti"

Lev Tolstoj ( Guerra e rivoluzione - 1906)

ACCORDO GRECIA UE

Con grande lungimiranza, riguardo alla Grecia, abbiamo preso tempo e rimandato la questione!

giovedì 16 luglio 2015

#UCRAINA #RISORSEIDRICHE E #CORRIDOISTRATEGICI



È sufficiente osservare le cartine fisica e politica dell’Ucraina (Luhansk, Donetsk, Mariupol, Slovjansk) per capire come stanno le cose.

#KENLOACH e lo #SPIRITODEL‘45

Ieri sera sono andata al cinema a vedere il documentario di Ken Loach “Lo spirito del ‘45”. In inglese sottotitolato. Non certo un film d’evasione ma sempre nell’accattivante stile del regista.  Chiaramente si è partiti da relativamente lontano per spiegare l’oggi, e, senza pedanterie, il succo del discorso, il messaggio che dovrebbe arrivare, è stato sapientemente riassunto in poche frasi sintetiche riproposte più volte nel corso del filmato. Poche parole e tanto su cui riflettere.
All’uscita del cinema la gran parte dei commenti, espressi tra risatine e lazzi, era sull’essersi assopiti, sulla barbosità, sul bianco e nero, sul dispiacere di aver perso un certo programma in tivù, sul fatto che di Loach son meglio le commedie, sulla considerazione che il documentario non fosse male ma Loach alla fine parla sempre delle stesse cose…
Insomma, poteva risparmiarsi la fatica il buon Loach, perché di ciò che ha detto non è arrivato un emerito nulla. Sarà anche un modo di esorcizzare e proteggersi, lo sminuire e il mascherare con vociare garrulo il silenzio meditativo che avrebbe dovuto accompagnare l’uscita dalla sala ma non ne sono così certa. Alla fine refrattari  li si diventa sul serio. Per sopravvivere. Altrimenti si dovrebbe mettere tutto in discussione, a iniziare dalla nostra quotidianità.


2 marzo 2015



(tutti i diritti riservati)

SIGNOR PALOMAR


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http://www.signorpalomar.it/



lunedì 13 luglio 2015

GLI ANIMALI DEL CIRCO

Una decina di giorni fa, alle due del pomeriggio, con una temperatura percepita di 40 gradi, sono andata a guardare gli animali del circo vicino al Parco urbano di Imperia.
Ho chiesto il permesso al responsabile e sono andata sul retro del tendone, tra roulotte, gabbie e recinti.
Ho chiacchierato con i lavoranti, quasi tutti di origine indiana o stati limitrofi, persone che stanno anni senza vedere i loro cari e considerano ciò normalità.
C’erano quattro dromedari, due struzzi, un asino, tre pony, un paio di bufali e altrettanti lama, una zebra, una giraffa, una tigre, due leoni e sei leonesse.
Perché andare a vederli? Si sa che fa male all'anima o, almeno, dovrebbe. Mi sono semplicemente detta vengo a soffrire un po’ visto che voi soffrite sempre. Serve a poco ma sottrarsi significa facilitare rimozione e oblio.

Non c’è spazio per voi, non c’è spazio per tutti gli altri animali che ancora godono di qualcosa di simile alla libertà, e non c’è soluzione a questo. Perché non c'è più spazio per l’animale uomo (non che abbia meriti particolari per averne maggior diritto) e quel che resta lo si accaparra in pochi, perché, checché ne dicano, si sa bene che per quanto sembri ancora molto, in realtà è meglio accantonarne per i tempi magri a venire.
Per cui me ne sono stata in piedi sotto la canicola polverosa a guardarvi negli occhi. E nei vostri occhi chiaro e lampante il nostro destino.





















2 luglio 2015

martedì 7 luglio 2015

RENZI E NAZARBAYEV

Renzi e Nazarbayev, presidente del Kazakhstan, se la intendono bene: si vede dalla foto. Grande soddisfazione per le commesse firmate per 500 milioni di dollari, soprattutto a favore dell’Eni che sarà il partner principale per la gestione del gas kazako.


Le limitazioni delle libertà individuali, un sistema giudiziario assimilabile ai tribunali dell’Inquisizione, le detenzioni non registrate, la tortura, violazione dei diritti umani, tutto questo cosa importa?
Obama, Putin, Prodi, Berlusconi, Blair, Cameron, Merkel, Sarkozy, emiri arabi, questi quelli che ricordo, insomma tutti nel corso degli anni a stringergli la mano e a procacciarsi accordi per investimenti economico commerciali. Con lui o con chiunque altro si possa pensare di avere un tornaconto. Non è che un esempio.

AFRICANI BLOCCATI A VENTIMIGLIA

In mezzo alla roba raccolta dai volontari in provincia di Imperia per gli africani bloccati a Ventimiglia, tacchi a spillo, biancheria sporca, coperte con le pulci.

giugno 2015

lunedì 6 luglio 2015

#GREXIT

Ho letto che in un giorno della settimana appena trascorsa le borse europee, a causa dell’incertezza sul destino della Grecia, hanno perso qualcosa pari più o meno all’80% di quello che la Grecia dovrebbe restituire. Qualcosa non mi torna. O, meglio, l’unica cosa che mi torna è che la sola realtà che deve andare a gonfie vele è quella finanziaria, tutto il resto può, come si dice qui in Liguria, andarsene invece tranquillamente a bagasce.
E il massimo risultato che le nostre menti alte e meravigliose sono riuscite a concepire è il termine Grexit.


Martedì ero in coda all’Inps. Due tipi parlavano della Grecia. Anzi uno parlava mentre l’altro ascoltava e prendeva in considerazione il consiglio ricevuto:
“ Sai, io più di 5000 non posso, devo comprarmi la moto, ma 5000 ce li metto in bond greci. Se vincerà il no farò conto d’aver fatto un po’ di elemosina a qualche disgraziato, ma se vince il sì, sono almeno 50 volte l’investimento iniziale, capisci? 50 volte! Mettici qualcosa anche tu, che cazzo aspetti?”


4 luglio 2015



ELIMINARE I CONFINI

Stavo immaginando di potermi permettere un bel viaggio. Ho fantasticato sui luoghi e le culture che vorrei conoscere, e, al termine del mio peregrinare lungo le pagine dell’atlante, sono giunta alla conclusione che l’unico altro impedimento, oltre a quello economico, sarebbe il non poter volare per motivi di salute.
Tutto qui. E una domanda sorge spontanea. Perché io potrei andare ovunque e qualcun altro no? Quali meriti particolari ho per godere di questo privilegio? Sono precaria e mi dicono, ma prendi dai, vai all'estero, cerca delle opportunità altrove. E pare un consiglio normale, ovvio, scontato. Ma perché io potrei e qualcun altro no? Che cos'ha in meno un altro essere umano rispetto a me per vedersi precluso tale diritto? Perché sono nata a Torino invece che altrove? Il colore del mio passaporto? Mi pare arbitrario che i diritti delle persone siano determinati dal luogo di nascita. Mi sento stupida a sottolinearlo, ma dal momento che quanto accade nel mondo dice chiaramente che non si tratta di un’ovvietà, non abbiamo forse tutti naso, orecchi, occhi, mente e cuore? Non ci nutriamo tutti di cibo e acqua? Non respiriamo allo stesso modo? Non amiamo e soffriamo tutti quanti? E quindi su che basi possiamo continuare ad accettare che delle linee tracciate sulla carta determinino la sorte di qualcuno?
Qualcuno mi dica perché ho più diritti di qualcun altro.
Vengono a rubarci il lavoro? E cosa è stato rubato loro? Cosa stiamo continuando oggi a rubare, e su scala sempre maggiore?
Il punto però è cosa è stato rubato a tutti noi. Cosa ci è stato sottratto tanto da renderci incapaci di empatia e riconoscimento di noi stessi nell'altro. Questa è l'unica domanda che ha senso. Tutto il resto è demagogia per alimentare diffidenza, paura, egoismo. Un eccellente specchietto per le allodole.

I confini, i chilometri di muri che già esistono e quelli in costruzione, il cemento, il filo spinato, i fossati, la sabbia, e le pietre, non sono altro che una convenzione umana. E le convenzioni quando sono errate vanno cambiate, trasformate, eliminate se è il caso. Siamo su una palla lanciata nello spazio, e le palle sono rotonde e hanno una superficie finita, superficie al di sopra e al disotto della quale vi sono risorse anch'esse finite. Quindi possiamo prenderne atto e comprendere che ciò che ci spaventa potrebbe, stupendoci, arricchirci o rinunciare una volta per tutto a quell'humanitas di cui andiamo tanto fieri e aggrapparci al nostro stile di vita non negoziabile mandando a farsi fottere tutti quanti gli altri.

giugno 2015

venerdì 3 luglio 2015

#TTIP E LA GIUSTIZIA PRIVATA DELLE MULTINAZIONALI

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/TestoRiv.asp?id_art=17658

PARADISI FISCALI E VITA REALE

http://giacomosalerno.com/2015/06/26/le-isole-del-tesoro-nicholas-shaxson/

TONY ABBOTT E I BARCONI

Potemmo fare come quel genio del primo ministro australiano, Tony Abbott, che paga coloro che conducono i barconi (trovo inidoneo definirli trafficanti, se pur grazie anche a simili manovre, se non lo erano, li si faccia diventare, offrendo loro un mercato molto redditizio), per dirottarli lontano dalle coste australiane, verso l’Indonesia o altrove.

LO SPRECO DEL CIBO

Se è vero che la quantità di cibo scartato nel passaggio dalla produzione al consumo, solo in nord America e Oceania, equivale al 35% del consumo di acqua globale, al 31% della superficie agricola globale, e al 30% dei fertilizzanti totali* forse dovremmo veramente fermarci e fare il punto della situazione.



*fonte Johns Hpkins Bloomberg school of public health