venerdì 14 agosto 2015

DATI #IMMIGRAZIONE

Nelle mie ricerche di approfondimento riguardo al tema dei profughi e dell’immigrazione in Italia, ho trovato, da fonti a mio avviso attendibili, una serie di dati e informazioni che, per quanto uno li voglia ben soppesare e non prendere come precisi al millimetro, danno di che riflettere.
Premesso che il fenomeno delle migrazioni è un evento di portata mondiale irreversibile che sarà la sfida del nuovo millennio, con tutte le problematiche già esistenti che diverranno via via più complesse, e che, contrariamente a quanto, almeno da noi, i media comunicano, non riguarda solo la nostra nazione o solo l’Europa ma la maggior parte delle nazioni del mondo, vorrei condividerne alcuni con voi in ordine sparso e per quanto possibile senza alcun commento.

-          Nel 2014 sono sbarcati in Italia circa 140.000 profughi, esuli, migranti economici o comunque li si voglia etichettare, ma più di 100.000 se ne sono già andati. L'obiettivo di restare nel nostro Paese vale per pochissimi.
-          Da quando è iniziato il nuovo fenomeno dei flussi al 2013 le persone che nel mondo hanno lasciato il proprio Paese erano 213 milioni, a cui aggiungendo un 15% di  coloro il cui spostamento non risulta, si arriva al 4% della popolazione mondiale.
-          In alcuni paesi gli immigrati residenti superano il 30% della popolazione locale (Golfo Persico, Guyana, Brunei), in altri superano il 20% (Canada, Australia, Stati Uniti, Arabia saudita, Libia) L’Italia ha un 8% circa.
-          L’INPS, parlando di noi, non è giunto al tracollo ma ha in questi anni in parte risanato il bilancio grazie ai contributi a fondo perduto di molti stranieri.
-          Quasi il 9% del Pil italiano l’anno scorso è stato prodotto da stranieri. Il saldo attivo annuo relativo alla loro presenza è pari per lo Stato italiano a circa 3 miliardi di euro.
-          In 5 anni in Italia gli stranieri hanno aperto imprese regolarmente registrate, con un aumento del 21% a fronte di un calo di quelle italiane del 7% ( su questo punto varrebbe la pena aprire un dibattito a parte, in quanto stimola numerosi perché).
-          Dal 1988 a oggi sono morte nel Mediterraneo circa 25.000 persone ( morti accertate).
-          Secondo dati Onu in Africa gli immigrati sono poco meno di 20 milioni, in Asia 70 milioni, in America Latina 9 milioni. Un 100 milioni di persone che si spostano su un asse sud-sud o all'interno di una vasta area continentale (Asia). In Europa circa 70 milioni, negli USA 53 milioni.
-          I Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati: al primo posto il Pakistan 1,6 milioni, Iran 870mila, Germania 660mila, Kenya 570mila, Siria 480mila, …
-          I nostri Cda, Cei, Cara, rispettivamente centri accoglienza, centri di accoglienza richiedenti asilo, centri di identificazione ed espulsione, cui vengono smistati coloro che vengono soccorsi dai Cpsa, centri di primo soccorso e accoglienza, in situazioni di urgenza vengono potenziati con una rete di centri e strutture minori sparsi per il territorio nazionale, senza che vi sia un coordinamento generale, standard equivalenti, normative comuni. Per tutto  ciò si spendono centinaia di milioni di euro ogni anno senza che uno solo venga speso per concrete attività di integrazione (insegnamento dell’italiano, avvicinamento ai meccanismi burocratici e alle norme, approccio al lavoro, ecc.)
-          Negli ultimi 4 anni il numero di profughi siriani che ha fatto richiesta di asilo in Europa rappresenta il 6% del totale di coloro che sono fuggii dal conflitto, circa 250.000. I restanti sono arrivati e  rimasti soprattutto in Turchia, circa 2 milioni, e negli altri Paesi limitrofi, altrettanti. La popolazione europea è 7 volte maggiore di quella turca.
-           In Europa in 15 anni hanno bussato alle porte circa 1 milione e 200.000 “irregolari” da diversi Paesi del mondo. Chiaramente non sono stati accolti tutti-
-          Il  Kurdistan (5 milioni di abitanti) ha accolto 1 milione e mezzo di rifugiati. Facendo la debita proporzione, è come se noi, in Italia, ne avessimo accolti 20 milioni.

Potrei proseguire, ma non posso evitare di lasciare un po’ di spazio ad alcune considerazioni che ritengo fondamentali:
-          Le grandezze demografiche con cui ci siamo confrontati per decenni  si sono evolute così rapidamente, e di pari passo quindi conflitti, problemi legati al clima, alla desertificazione, alla difficoltà di accesso alimentare e idrico, al Land grabbing (ad esempio gli africani emigrano da una terra ricchissima che non è quasi più per nulla la loro), alla banale ricerca di lavoro, che è divenuta obbligatoria per la classe dirigente internazionale un’aggiornata cultura geografica umana, in modo da poter adempiere al proprio ufficio con cognizione di causa.
-          Continuano a riferirsi alle ondate migratorie come a un fenomeno eccezionale che, ci rassicurano, rientrerà. E intanto per arginarlo, ai confini aggiungono muri. Invece non si tratta di qualcosa di transitorio; al contrario questi flussi aumenteranno e si protrarranno nel lungo periodo. Pertanto necessitiamo di intelligenza, lungimiranza e reale volontà di integrazione. Prepariamoci alla gestione di una società nuova che sarà inevitabilmente multietnica.
-          Sicuramente rivedere il trattato di Dublino, che impone al rifugiato di restare nel Paese di arrivo che ha accolto la domanda di asilo (fatto questo che tra l’altro alimenta il far finta di non vedere e lasciar passare senza registrare), combattere le mafie che “fatturano” centinaia di milioni di dollari, rivestendo quasi il ruolo di una società di servizi, in quanto vanno a riempire un vuoto legislativo e organizzativo internazionale, rispondendo a una domanda crescente che non trova altri interlocutori, sono due imperativi cui non ci si può sottrarre. Farlo però significherebbe riconoscere la vera natura e la vastità del problema e perciò ammettere di fronte all'opinione pubblica che non rientrerà un bel nulla e che è giunta l’ora di tirarci tutti su le maniche e farci un po’ più stretti con la seggiola. Fermo restando che non sarebbe neanche necessario metaforicamente stringersi, visto che sul pianeta ci sono risorse sufficienti per tutti. Il solito problema dell’accaparramento e della distribuzione arbitraria. Poveri contro poveri perché ci fanno credere che non ce n’è a sufficienza.
-          L’unica differenza tra noi e “loro”, come ho già scritto in altra occasione, è il colore del passaporto. I  profughi non nascono illegali. Siamo noi a renderli tali.

-          Credo che un giorno si studierà a scuola il fenomeno delle migrazioni come il fatto più rilevante di questo secolo, fatto che ci richiama aggiungendo urgenza all'urgenza a una saggia e finalmente equa gestione delle risorse. Purtroppo oggi non c’è la minima consapevolezza della portata e del significato di quanto sta accadendo. Le variabili, in termini di provenienza, cultura, motivazioni, età, classi sociali, sono talmente tante che non riusciamo a far rientrare questo processo sociale mondiale in nessuna delle categorie con cui finora abbiamo gestito la storia. Mi auguro profondamente che umiltà, buon senso, e volontà di vedere e capire prendano il sopravvento in tempo utile. Se ci arrivano persone comuni evidentemente la maggior parte dei politici, degli analisti, dei giornalisti, e via dicendo non sono all'altezza del proprio compito e dovrebbero dedicarsi ad altro prima di fare ulteriori.


luglio 2015