lunedì 26 novembre 2018

ULTIMI




Non avete né verità né patria
in questa regione infeconda
tra terre cui non appartenete
Restate schiavi d'eterno crocevia
esuli incatenati a una soglia
prigionieri fuori le porte

Ma quanto più è ramingo
chi esclude il fratello
dalla piena cittadinanza
del consorzio umano?
Quanto più è perduto
dalla propria impudenza
chi ha l'anima gonfia
di effimero vanto?

Ecco, i responsabili,
anch'essi coleranno via
senza lasciare traccia




(La Vita Felice edizioni)

sabato 17 novembre 2018

PERPLESSITÀ MATTUTINE

Non lo faccio mai perché non mi dedico alla promozione mediatica di ciò che scrivo ma stamattina, per curiosità, ho dato un'occhiata alle statistiche giornaliere del mio blog, tra cui quella geografica. Ci sarà anche una spiegazione ma, considerate le attuali risorse tecniche per la tracciabilità, è da dieci minuti che ho un'espressione perplessa.


mercoledì 14 novembre 2018

IL DIALOGO IMPOSSIBILE

Incontro una certa difficoltà a rispondere ai commenti di alcune persone per nulla disponibili al confronto, ma arroccate rabbiosamente e con superbia sulle proprie convinzioni. Persone a tal punto imprigionate nella bolla informativa che hanno creato intorno a sé (problema questo che, chi più chi meno, riguarda tutti, non lo nego), da saper solo più tacciare di stupidità chi ancora esercita il dubbio metodologico e considerare falso tutto ciò che non capiscono o che non rientra nella propria interpretazione del mondo. Convinte che se un'idea non rientra nella propria sfera soggettiva di pensiero ma è condivisa da molti, essa diventi automaticamente oggettiva, in questo modo rinsaldando le credenze reciproche in una spirale che si autoalimenta finché non resta altra scelta che credere a ciò cui credono tutti. Intendendo per tutti, coloro che rientrano nella propria sfera di contatti. Persone spesso prive di un minimo di substrato culturale degno di questo nome, ma colme di aggressività e, fondamentalmente, di paura. Perché è indubbiamente molto difficile e spaventa credere che la nostra nazione, il nostro dio, i nostri valori, la nostra storia, la nostra struttura sociale possano essere mere narrazioni fatte della stessa pasta di quelle altrui. Solo che, alla fine, cedendo alla difficoltà e alla paura, si perdono le capacità analitica e sintetica utili a trovare un senso al di là delle apparenze. Persone che irridono chi legge libri e si documenta con il maggior scrupolo possibile perché tutte le fonti sono corrotte e non vi sarebbe modo di farsi un'idea quantomeno decente di come stanno le cose. A meno che non si tratti della loro. E che negano realtà tangibili senza aver mai mosso il deretano per andare a verificare di persona. Un dogmatismo intransigente altrettanto pericoloso che il nemico che essi vogliono combattere. E che toglie valore persino ad alcune considerazioni interessanti su cui varrebbe la pena dibattere e per le quali far fronte comune. Ciò è triste, grave, e preoccupante.

A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, l'Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese. 
È questa l'origine del "nazionalismo". Inoltre gli unici che possono fornire un'identità di nazione sono i nemici. Così alla radice della psicologia Ur-Fascista vi è l'ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo più facile per far emergere un complotto è quello di fare appello alla xenofobia.

Umbero Eco

lunedì 12 novembre 2018

MONDO SOMMERSO


Non dei cadaveri in fondo al mare, di un altro mondo sommerso voglio scrivere, ben più affollato. Ieri ho dedicato l'intera giornata immergendomi nella rete per valutare la portata di questo movimento di “liberi pensatori”. Quale modo migliore di descriverne le convinzioni se non attraverso le loro stesse parole?


- Ci stupiamo perché quella che stiamo vivendo è una deportazione di massa di esseri umani usati come soldati inconsapevoli per un'invasione degli Stati sovrani.
- Tutti i video e i filmati che ci propinano sono manipolati o del tutto fasulli.
- I veri poveri non si mettono in viaggio ma continuano a soffrire a casa loro
- Non esistono centri di tortura in Libia. È tutto virtuale. Come fanno a crederci?
- Le politiche nazionaliste, ora sono forse l'ultimo baluardo dei valori.
- A Malta gli danno barche, benzina e bussole perché lì c'è un centro di controllo del sistema
- Gli immigrati sono strumenti per mettere a tacere la nostra opposizione al progetto dei mondialisti.
- Il recente maltempo nel Nostro Paese è il risultato dell'utilizzo di una “bomba” meteo sull'Italia ribelle all'Europa.
- La guerra metereologica è in atto da molti decenni. La maggior parte della gente crede davvero che questi fenomeni siano dovuti al cambiamento climatico...
- I mondialisti satanisti causano terremoti e ogni altra calamità che definiamo “naturale”
- Per grandi eventi come la creazione dell'EU di anni ne hanno impiegati 300.Una domanda interessante potrebbe essere: quanto vivono esseri che fanno progetti anche (almeno) trecentennali?
- Ormai viene tacciato di fascismo che rivuole la sovranità nazionale come ultimo baluardo di una vera, significativa democrazia, contro il totalitarismo EU.
- Viene altresì tacciato nello stesso modo chi esprime idee non allineate con quelle della massa massificata.
- Salvini ha fermato una nave e questo ci è costato Genova (il ponte!)
- Chi c'è a monte di questo fenomeno non e' umano ma sfrutta i sentimenti umani per il proprio tornaconto.
- È l'elite mondialista che ha dichiarato guerra agli Stati
- La migrazione di massa in centro America è una messinscena mediatica
- La gente crede a tutto perché controllata attraverso i vaccini
- Ormai è troppo tardi, l'avevamo predetto. Prepariamoci. L'ora è prossima.
........


Su un'affermazione concordo: che per quelli che se la passano peggio la situazione è invariata.
Quanto alla conclusione, grosso modo è quello che penso anche io ma i presupposti sono del tutto diversi.








BORSA

Oggi ho visto una donna con a tracolla una borsa che recitava impresso il seguente messaggio:

Sono una brava persona perché faccio shopping. 
Lo shopping fa bene al mondo.


domenica 11 novembre 2018

IL TEMPO DELLA DISTRAZIONE


Il tempo della distrazione è finito. Ed è finito da un pezzo. Ad accampare scuse per la propria cecità non si fa bella figura, più dignitoso affermare di fregarsene. Tutto avviene sotto i nostri occhi.  Ma è ancora corretto parlare di distrazione? Il sospetto di un deficit neuronale acquisito, a questo punto, è da prendersi in considerazione. Come se una buona parte del genere umano fosse stordita da una sindrome di sospensione dell'incredulità e di incapacità di percezione e quindi fosse divenuta disfunzionale.
L'umanità si sta auto infliggendo atti di barbarie senza soluzione di continuità: soprusi, degrado, saccheggi, crudeltà. Questa sarà l'eredità che avremo voluto lasciare.
Rifiutate il cinismo, mi vien da dire, rifiutate la paura, rifiutate la connivenza. Chi ancora riesce a riconoscerli.
Infatti l'ignoranza e il caotico e rumoroso silenzio che ci circondano sono il prezzo da pagare per la sicurezza del nostro stile di vita. Siamo gli schiavi moderni: inconsapevoli e beati. Perché, in fondo, nella nostra quotidianità, aggrappati all'inviolabilità delle nostre quattro cose, tutti i benefit che ci vengono elargiti ci paiono luminosi.
Una società cui manchi la libertà di parola, anzi una in cui non si percepisca la necessità di averla questa libertà e in cui il senso delle stesse parole non venga più compreso, è un luogo buio e profondo. Quando a tale buio ci si abitua, allora, ecco, qualsiasi cosa priva di valore ma vagamente luminescente ci può essere propinata come alternativa alla luce.
Siamo individui singoli cui alla fin fine poco importa dell'altro perché con estrema difficoltà riusciamo a metterci nei suoi panni. Siamo tutti inesorabilmente e ontologicamente legati alla nostra individuale esistenza. Ma quando l'esistenza di uno è costruita sulla miseria di un altro, come si può affermare di essere in buona fede? Non vedere, a questo punto della storia umana, credo sia una colpa. Ma dai più viene chiesto: cosa c'è da vedere? Lo schermo dei nostri devices è una ripetizione modulare tascabile della parete della caverna di Platone. Il flusso ininterrotto di tragedie un efficace anestetico.
E mi chiedo, come può una società che nega i fatti, che ignora o nasconde le informazioni, ed elude le responsabilità, rinnovarsi? Su quali basi può poggiare senza una coscienza etica? Come può senza una vera conoscenza? Quella umile che sa di non sapere e brama di comprendere.

Al mondo nulla è più degno della difesa del valore della vita. E, in linea di principio, non ci sono persone che possano concedere diritti agli altri. I diritti in quanto tali appartengono già a ogni essere vivente, e invocarli non solo è umiliante ma quasi un paradosso. Né per la giustizia è necessario cercare ragioni, perché essa è una ragione in sé. Però, visto il contesto, il continuare a trovare scusanti per la propria condotta indifferente, e l'addurre cause sociali, storiche, politiche, economiche per il “problema” dei diritti umani, non sono altro che forme di indulgenza verso un'ignoranza e un'ingiustizia crescenti. Un'ignoranza attiva molto pericolosa che si crede intelligenza perché per la prima volta nella storia può esprimersi sempre e comunque e che si permette di considerare non vero ciò che non capisce. E di urlare insulti contro chi cerca di andare a fondo delle cose ed è costretto ad argomentare in modo complesso ciò che di fatto è complesso. Negando ogni possibilità di confronto perché non in grado di sostenerlo, mancando  basi culturali e abitudine all'analisi.
Il risultato, quindi, sono idee immobili che prosperano e arrestano il progresso reale, perché è più agevole far disimparare a pochi che insegnare daccapo a molti. Concetti girati e rigirati dalla giostra dei media, infusi di significati interscambiabili in funzione della convenienza del momento qualunque essa sia. Democrazia, rivoluzione, sviluppo, crescita, sicurezza, integrazione, modernità...
Ricordiamo che senza i nomi giusti le cose non sono più le stesse e alcune cessano di esistere E che se nessuno vede, le notizie spariscono, i fatti spariscono, e i problemi sembrano risolti. E si diventa irrimediabilmente ciechi. Resta solo rabbia invidiosa da vomitare su chi ancora vede sperando che siano sempre meno.



venerdì 9 novembre 2018

MIGRANTI E INTEGRAZIONE


Oggi ho incontrato Raja, un uomo indiano che conobbi anni fa mentre mendicava all'entrata di un supermercato. Ci siamo intrattenuti una decina di minuti a chiacchierare. Mi ha raccontato che in India si è separato dalla moglie* e che ora vive a Sanremo con i suoi due figli di sedici e diciotto anni. Vive con loro in una piccola roulotte all'interno di un campeggio. In cambio dell'alloggio esegue lavoretti di manutenzione. Per il resto fa qualche giornata qua e là. Ci siamo ritrovati a parlare di politica e lui ha detto di essere preoccupato per i movimenti migratori. Affermazione legittima ma sono rimasta molto sorpresa a sentirne le motivazioni.
Riporto alcune sue frasi:
I migranti Siriani ad esempio sono ricchi perché sono ricchi e anche quelli africani lo sono, perché gli danno un sacco di soldi per venire in Italia. Non hanno bisogno veramente, hanno rotoli di soldi. È solo un piano per invadere l'Italia. È la mafia africana dei barconi che vuole diventare sempre più ricca. Anche la mafia italiana. Non sono contento di questa situazione. È tutto finto.”
Ho ribattuto parlando ad esempio dello Yemen, di donne gravide che affrontano il mare, di desertificazione, di conflitti per le risorse idriche, delle reali percentuali di spostamento e della varietà di destinazioni, del diritto a migrare e di quello a non (dover) migrare, di guerra, di fame. Mi osservava con aria perplessa mentre consideravo quanto fosse surreale essere io, anziché lui, a perorare una causa che ritenevo fosse anche la sua. Ripensando all'evidente miglioramento del suo italiano, dovuto, a suo dire, all'ascolto dei notiziari e alle chiacchiere per strada, deduco che le sue convinzioni siano l'esito di un'integrazione perversa. E constato l'efficacia di certa propaganda rivolta capillarmente soprattutto ai ceti medio bassi.


*Ho un'idea abbastanza precisa della condizione femminile in India, ma ho evitato di approfondire l'argomento chiedendogli del suo caso personale, perché sarebbe stato fuori luogo e ho rimandato alla prossima occasione.

ULTIMI DUE LIBRI LETTI

Un testo con cui ho dialogato, viste le numerose note a margine della mia Bic. Per tutta la trattazione l'autore, Colin Crouch professore emerito in Sociologia, tiene fuori dal discorso la questione della giustezza del sistema che analizza, fino alle conclusioni in cui preconizza l'avvento di un governo transnazionale come unica soluzione possibile ai problemi con cui ci stiamo, almeno alcuni, confrontando.
Un centinaio di pagine interessanti e una buona bibliografia di riferimento.
Colin Crouch - Salviamo il capitalismo dase stesso - Ed. Il Mulino





Un'ottima panoramica sull'attuale, e meno noto, orizzonte scientifico attraverso il racconto di un profano, con un linguaggio per non addetti ai lavori, colloquiale e, a tratti, ironico. Un riassunto efficace di vari argomenti di cui ho letto in questi ultimi anni singole trattazioni. Anche in questo caso consiglio di approfondire i riferimenti bibliografici e video inseriti dall'autore nel testo. Dalla crioconservazione, alla Singolarità, attraversando i movimenti di estropianesimo, transumanesimo, postumanesimo, il mondo dei grinder, e quello della fede. Le correlazioni tra morte, vita eterna, intelligenza artificiale, robotica, e società.

Mark O'Connell - Essere una macchina - Adelphi