L’altro giorno ho letto su un quotidiano il titolo “Saviano senza i mille”. Non ho proseguito con la lettura dell’articolo, presumendone il contenuto, lasciandomi persino sfuggire, sul momento, l’illustre firma.
Non voglio scrivere pro o contro di lui, solo considero che siamo di fronte a un individuo che è riuscito ad attrarre attorno a sé un seguito ingente di sostenitori (oltreché di detrattori).
Ma dove sono questi sostenitori?
Inesorabilmente seduti in penombra e solitudine davanti a uno schermo. In battaglie virtuali impegnati. A sottoscrivere appelli, a firmare petizioni, a discutere in forum, a raccogliere e girare dati e informazioni. Boicottiamo, doniamo, aggiungiamo il nostro nome a interminabili elenchi, inoltriamo lettere preconfezionate e siamo in tanti a farlo. Finalmente! Non siamo più soli. Immergersi nella rete con entusiasmo senza riserve; la grande comunicazione, la comunicazione totale, globale, meravigliosa, unica, democratica! La libertà così a portata di mano tra le mura domestiche, uno sguardo al mondo e uno all’arrosto. Possiamo finalmente riscattarci dalle nostri disillusioni, dal disincanto e dalla frustrazione. Possiamo nuovamente metterci in gioco per ciò in cui abbiamo sempre creduto e possiamo farlo nei ritagli di tempo. Un nuovo, raffinato ed ecologico esercizio di democrazia. O una perversa pratica onanista? Uno zuccherino per la nostra anima?
Creeremo un meraviglioso mondo virtuale, etico e giusto, se ci impegneremo, dalla nostra consolle, ma una volta, almeno una volta, andiamo a camminare e respirare sul lago d’Aral o sul lago Ciad dei nostri intenti, guardiamoci attorno con le mani sui fianchi, strofiniamo le dita con la polvere e poi torniamocene da dove siamo venuti, ché ognuno ha un proprio posto dove stare.
novembre 2010
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