giovedì 23 gennaio 2020

L'IMPRONTA DEGLI ELEFANTI

Un elefante adulto consuma 250 chili al giorno tra erba, semi, rami, e cortecce, e beve circa 150 litri d'acqua. In Botswana, una nazione grande pressapoco come la Francia, il territorio consente, senza che vengano compromessi gli equilibri dello stesso e quelli d'interazione con la comunità umana, la sopravvivenza per un 50 mila esemplari contro i circa 130 mila presenti. L'eccessiva "impronta" di questi pachidermi ha portato il presidente Mokweetsi Masisi a decidere, forse a malincuore, per un abbattimento selettivo di 400 individui all'anno, in contrasto con la politica del suo predecessore Iam Khama che aveva trasformato il Botswana in un oasi veramente felice per gli elefanti che negli Stati limitrofi non vanno a causa di caccia e bracconaggio.

Perché noi no? Perché non procedere anche per noi a un abbattimento "selettivo"? Non tanto in termini numerici, visto che ad un certo punto l'incremento demografico raggiunto un apice, probabilmente attorno ai dieci miliardi, si arresterà e stabilizzerà, come già lasciano supporre i progressivi se pur lievi decrementi nelle percentuali, ancora certamente alte, di figli pro capite anche nei Paesi in via di sviluppo, ma in termini di criminalità. Quella peggiore, pianificata, spesso occulta e mafiosa, praticata da chi per cupidigia non esita a lasciare che pianeta e società vadano a puttane. Anzi con metodo fa in modo che ciò accada.

ESENZIONE TICKET

Mi sto facendo un paio di domande riguardo l'esenzione del ticket sanitario. 

Lasciando da parte le esenzioni per patologie, vorrei ragionare su quelle per reddito.
Quelle che seguono sono le categorie che possono godere dell'esenzione appunto per motivi di reddito.

- E01: soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro;
- E02: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) della condizione di disoccupazione con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico;
- E03: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di assegno (ex pensione) sociale;

- E04: soggetti titolari (o a carico di altro soggetto titolare) di pensione al minimo con più di 60 anni e reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

L’ISEE non viene preso in considerazione ai fini del riconoscimento del diritto all'esenzione, tranne che in alcune realtà regionali.
Ora mi chiedo, un individuo che guadagni, ad esempio, 900 euro al mese per un full time (per quel che vedo in giro direi che è la norma) e che corrisponda 400 euro di alimenti alla ex moglie per il mantenimento del figlio, e che debba poi pagare un affitto di 350/400 euro (a voler essere otttimisti) e di conseguenza nutrirsi e pagare le bollette con i restanti cento euro, in quale modo potrà permettersi di affrontare il pagamento dei ticket? Potrebbe decidere di vivere in auto ma dubito che possa permettersene una.
Questo è un caso ma di analoghi, in termini di difficoltà, ce ne sono a iosa. Persone in tali condizioni, e che debbano sottoporsi a una serie di accertamenti, molto probabilmente rinunceranno a farlo. Ciò comporta un'offesa alla dignità e un rischio per la salute, nonché un probabile futuro costo per la sanità pubblica nel momento in cui queste persone dovessero ammalarsi, aggravarsi, ed essere costrette a un ricovero. Alla faccia della prevenzione, del buon senso, e del portafogli.
Inoltre, pensando a un disoccupato, nel caso in cui questi trovi, nell'attesa di un lavoro degno, un tot di ore mensili, per un 2-300 euro al mese (situazione assai frequente), sarà suo interesse non essere messo in regola. Lo stesso disoccupato tenderà a rifiutare tirocini o apprendistati, o tutte quelle offerte di lavoro la cui retribuzione resta molto al di sotto del minimo vitale. Ciò, dunque, in barba all'impegno per l'emersione del lavoro nero.
Sappiamo che l'ISEE non è la Bibbia e che molti sono i casi in cui, ad esempio, percettori del reddito di cittadinanza non ne dovrebbero usufruire mentre altri che ne avrebbero realmente bisogno ne restano esclusi, ma per quanto non perfetto l'ISEE resta un importante indicatore di reddito cui fare riferimento; si tratta di incentivare i controlli con verifiche adeguate il più possibile ai singoli casi. 

Il ripensare i termini dell'esenzione ticket per reddito è però doveroso e urgente.

Nonostante alcune inefficienze e certe recenti strategie politiche amministrative la cui lungimiranza ai fini della salvaguardia della salute risulta dubbia, godiamo di uno dei migliori sistemi sanitari nazionali ma l'esistenza di un'ampia fascia di popolazione che rinuncia in partenza a controlli importanti e a curarsi non è accettabile.
A costoro viene consigliato di recarsi in Pronto Soccorso, perché lì, a meno non si tratti di inezie, è tutto gratis e spesso ti ricoverano e ti fanno tutti gli esami.
In alternativa medici di famiglia prescrivono ricoveri non necessari.
Veramente ottime soluzioni. Così intasiamo i P.S. e occupiamo letti senza che ce ne sia bisogno.
Tutto molto sconfortante.





martedì 7 gennaio 2020

FINE ANNO



Volevo fare un resoconto dell'anno appena terminato. Un bel po' di argomenti su cui avrei voluto soffermarmi e riflettere scrivendone. Uno sguardo sintetico sul mondo, che è poi lo spirito da cui è nato questo blog. Raccontare anche cos'è accaduto nella mia vita, però solo nella misura in cui potrebbe essere utile a parlare della vita stessa. Nominare e raccontare di alcune persone che mi hanno fatto provare una grande gioia interiore. Di altre che hanno messo a dura prova la mia fiducia nel potere del dialogo e del confronto, nonché la mia indole pacifica. Avrei voluto poi dedicare tempo e parole a due amici che hanno deciso di anticipare la propria dipartita lasciando una voragine all'altezza dell'addome. Infine mettere giù un elenco di buoni propositi e riuscire a scrivere finalmente una sorta di manifesto umano, un'esortazione, un testamento ideale, qualcosa che possa suscitare un dubbio, un fremito, una folgorazione. Magari un desiderio improvviso e irrefrenabile di fare qualcosa di buono per chi verrà e non solo essere venuti al mondo così, come per caso.
Ho creduto fosse la mole di intenzioni a impedirmi di scrivere. Poi, più concretamente, ho pensato fosse la difficile situazione che sto vivendo in questo periodo ad aver occupato tutte le mie risorse mentali e fisiche. Di fatto non ho scritto nulla.
Poi la sera del 31, in barba alla febbre, ho deciso di fare due passi qui nel borgo antico e siamo andati con il mio compagno a sederci sugli scalini del sagrato di San Pietro, da cui si vede un tratto di Aurelia. Alle 23.50 le strade vuote, nessun'automobile in circolazione. Silenzio. La luce arancione dei lampioni. Alle 00.05 il traffico aveva già ripreso la consistenza abituale.
È stato in quel preciso momento che ho capito. Probabilmente un qualche organo nel mio corpo, una ghiandola di cui non sono a conoscenza, aveva già da tempo metabolizzato questa cosa che né la mente né il cuore, o quella cosa che ne dovrebbe essere la sintesi, avevano ancora compreso. L'inutilità. Dello sforzo di dire. Di mostrare ciò che è evidente. E che è stato già ripetutamente, sapientemente ed esaurientemente affrontato da pensatori ben più capaci di me. La gente non si ferma. Non mi piace dire gente, ma in questo caso è il termine corretto. La gente non si ferma. Questo è il punto. La compressione del tempo. La ricerca compulsiva di gratificazioni immediate. A bordo di quelle automobili, a parte quelli che andavano o tornavano dal lavoro, a parte quelli che si spostavano per una qualche emergenza, tutti gli altri erano persone incapaci di stare dov'erano, bisognose di andare altrove, persone che avevano pianificato di spostarsi, di non restare troppo a lungo in un luogo ma di farsi vedere in più posti possibili. No, la gente non si ferma. Non ne ha nessuna intenzione. E se non ci si ferma non si vede, se non si vede non si pensa, e se non si pensa be' allora quella sensazione di inutilità che mi opprime e m'impedisce di scrivere ha una sua ragione d'essere.

3 gennaio ore 2.45

lunedì 6 gennaio 2020

UN CONFORTEVOLE PRIVATO


Vorrei che fosse ben chiaro a tutti coloro che mi conoscono, e a coloro che ancora forse mi conosceranno, che nella mia vita, nel mio mondo, nella realtà che io contemplo, sono benvenute tutte le persone di buona volontà o, per meglio dire, le persone animate dal voler far bene. Non m'importa la provenienza geografica, l'orientamento sessuale, l'eventuale credo religioso, la formazione culturale, l'aspetto esteriore. Sono tutti benvenuti. Io divido l'umanità tra onesti e disonesti, tra chi almeno ci prova e chi no, tra persone per bene e stronzi. Tra buoni e cattivi, insomma. I principi etici su cui ho fondato la mia esistenza, per quanto non ne sia stata sempre all'altezza, sono imprescindibili. Nessun legame, parentale, sentimentale, amicale può avere la precedenza sui valori che ritengo fondanti in un essere umano.
Se un'amica, un fratello, un amante dovessero prendere posizione in contrasto a ciò in cui credo fortemente, bene, io mi schiererò dalla parte di quella che ritengo essere la giustizia. Nessuna forma di discriminazione, di generalizzazione, di giudizio sommario sul prossimo sarà accettato. E se qualcuno mi dovesse dire ma, allora, non mi vuoi bene veramente, se dovesse mettersi in competizione e pretendere da me una scelta, sappia che non avrò dubbi. La difesa del debole, di chi è ingiustamente trattato, verrà sempre prima. Né rinuncerò al confronto, al desiderio di conoscere l'altro, quand'anche l'altro fosse sgradito a chi mi accompagna.
Non cederò mai a un confortevole privato.