domenica 10 febbraio 2013

MONOGAMIE E ALTRE STORIE

Uomini che lamentano la freddezza delle loro compagne, l’affievolirsi degli appetiti, il rifiuto agli approcci, o, nella più triste delle ipotesi, una condiscendenza passiva. Perché non frugano più a fondo? Quante donne, forse non la maggior parte, ma son tante comunque, sognano d’essere abbordate dall’amato in cucina e per strada, fantasticano su mani che s’insinuano tra le cosce, su eccitazioni dirompenti e non pianificate. Quante donne, di fronte all’assenza di tutto ciò, si masturbano immaginando che ciò avvenga tra l’uomo che desiderano e una femmina sconosciuta? Credendo di non essere più all’altezza. Dove s’è smarrita la consapevolezza atavica delle maripose? 

Gli esseri umani s’accoppiano per piacere e per riproduzione, il sentimento è un gran valore aggiunto ma non sufficiente a compensare, come dire, la perdita nel tempo dell’entusiasmo maschile. La pelle levigata, il seno teso, il profumo fresco della giovinezza, al di là dell’indubbio valore estetico nonché al tatto corroborante, corrispondono al periodo di maggior profusione di ormoni e il maschio virile è colui che il maggior numero di femmine feconda o, nel caso di una società cosiddetta evoluta quale la nostra, prende. I maschi hanno la necessità fisiologica di sentirsi virili per non cedere alla tristezza di una vecchiaia incombente. Circondati da leggiadre concubine potrebbero ancora sollazzare le consorti in modo degno. Ché quest’ultime dai quarant’anni in su, a voler essere magnanimi, ad altre mansioni la Natura ha destinate. 

Rimpolpiamo questi seni mosci che mani maschili e ben adulte disdegnano di stringere perché mettono tristezza, infiltriamo i nostri zigomi e le nostre labbra di pastette gommose, tiriamo la pelle sopra alle ginocchia e quella dell’interno coscia appendendole alla vescica e blefaroplastichiamoci. La luminosità, l’odore, la freschezza sono per sempre perduti. È più indolore farsi fuori in un sol colpo. 

Venissero a sorprenderci nelle nostre solitudini lubriche! Ma lasciamo che vadano e godiamo dei loro ritorni. Questi uomini che non vengono più a noi volando. 

2010 


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