sabato 30 marzo 2013

DICHIARAZIONE DI GUERRA

Cercare le parole. Non c’è bisogno di cercare le parole. Trovare la forma. Ma quale forma può essere adatta? Una puntuale e compita esposizione dei fatti? Un feroce j’accuse? Un’invettiva acuta e sagace ma moderata nei toni? Ad uso e consumo della variegata gamma di sensibilità? 
Ore a scrivere e cancellare. Ma meritano tanta premura? Io so solo che auguro i peggiori tormenti a coloro che offendono l’umanità, a coloro che la torturano, la rapiscono, la annientano, la stuprano, la vendono, la comprano, la sfruttano, la massacrano, la disprezzano. 
Coloro che straziano e avvelenano la terra. Quella stessa terra che poi rubano perché ce n’è sempre di meno. Coloro che non hanno rispetto per la vita e schiacciano e squartano con indifferenza. Coloro che rubano ai propri figli un futuro e lo fanno scientemente. Coloro che infrangono lo spirito delle leggi riuscendo a restare nella legalità, perché essi stessi inventano e scrivono nuove leggi. Coloro che sommano utili e dividendi in poltrona incuranti della loro provenienza o, peggio, conoscendola. Individui dai nomi non noti, anonimi criminali che siedono in consigli di amministrazione, falchi, loschi faccendieri e lobbisti, tiranni, assassini, torturatori, per interposta persona. 

A cercare ricchezze setacciando la terra immersi nel fango. 
Nei veleni che sigillano la pelle e i polmoni. 
Nei miasmi cancerogeni. 
A ritmo serrato, senza pausa né luce. 
A pisciarsi addosso e puzzare 
Dal fosforo bianco scarnificati 
Li condanno 

Per quel bambino morto in fondo a una miniera e per il suo compagno che domani ci dovrà tornare, per quella donna vittima di stupro etnico e per sua figlia stuprata di fianco, per quel ragazzo assassinato in uno snuff movie e per quell’altro che lo ha assassinato, per quel contadino che si è suicidato e per quella donna che è sopravvissuta al dolore stringendo nel pugno dei semi, per quella bambina usata come contenitore d’organi e per chi l’ha messa al mondo e l’ha perduta, per quel desaparecido e per sua madre che continua a cercarlo, per quel soldato con l’uranio che lo mangia, per quel civile ucciso da una bomba intelligente. Per quelli che ancora seguiranno un identico misero destino. Per ognuno di loro singolarmente.
Che ognuna delle loro anime abbia forza e peso e popoli il sonno malato di chi è colpevole. 

E i peggiori tormenti auguro a colui che sogna di battere all’asta, tenendolo ben alto in vista con il braccio disteso, l’ultimo secchio di greggio. 

giugno 2012


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martedì 26 marzo 2013

GENPETS


La performance di Adam Brandejas ha sortito un effetto contraddittorio. Le riflessioni legittime che il lavoro dell’artista ha suscitato sono state private del loro intrinseco valore, schiacciate dall’onda del, si tratta dell’ennesima bufala. Manca quell’acume che permette di esclamare: e allora? 
Cosa sono i Genpets? Secondo il sito del Bio-Genica (Genetic Engineering and Manufacturing Inc. Canada), i Genpets sono animaletti antropomorfi geneticamente modificati venduti a scaffale in uno stato di pseudo letargo all’interno di confezioni singole, dotate di tubo di alimentazione. Una volta spacchettati e seguita una procedura di “risveglio”, i nostri Genpets vivranno. 
Respireranno, si nutriranno e tutto quanto segue. 
Pare che lo stesso sito faccia parte della performance di questo artista provocatore, anche se ne dubito: credo sia illegale dichiarare pubblicamente l’esistenza di una società inesistente. Inoltre è molto probabile che la stragrande maggioranza delle persone sia all’oscuro della performance di cui sopra e possa prendere per buona la pubblicità di tali “prodotti”. E credo che questa conseguenza sia parte integrante prevista e auspicata da parte del signor Brandejas. Un’opera che si autoalimenta e muta partendo da uno spunto iniziale, senza rimanere legata all’intento dell’autore. Chi fruisce dell’opera ne diventa infatti coautore. Personalmente, da un punto di vista artistico, trovo l’idea affascinante e coerente. Uno specchio della nostra società, in cui gli avvenimenti e gli effetti pare si sgancino agevolmente dalle cause che li hanno determinati. Anzi è auspicabile che ciò avvenga, che si perda il senso logico delle cose. 
Altrimenti sarebbe ben più arduo, di quanto già ci appare, il vivere. 
La rete pullula di forum sull’argomento. Dai complottisti agli ansiosi, lo sdegno dilaga, fino al momento della derisione: è risultato che si tratta di Animatronics, fatti di circuiti e non di cellule organiche. Ma è decisamente secondario che si tratti di piccoli robot piuttosto che di “esserini viventi”. E le provocazioni di Brandejas penso si muovano in tale direzione. Per portarci alla domanda fondamentale: quanto ci sta accadendo ci porterà al riconoscimento dell’altro, comunque si presenti, come simile o, invece, all’abitudine di fronte all’ennesima offesa? 
Come cita la fantomatica ditta produttrice: “gli animali sono immobilizzati nella loro confezione per garantire l’assenza di danni al prodotto e per permettere la visualizzazione ottimale ai consumatori” Non si tratta di avvicinarsi al non umano, come certe correnti filosofiche contemporanee intendono, e cioè imparare ad accogliere il diverso, ma abituarsi a essere disumani, ad accettare la nostra disumanizzazione, e banalmente diventare refrattari all’etica e allo sdegno. Accade quotidianamente, lo sappiamo, ogni giorno di fronte ai reportages dai luoghi di guerra. Tutti uguali e tutti all’ora dei pasti. 

Non ci si può far carico di tanta desolazione. E allora son numeri, cifre, statistiche. Non volti e nomi. Le immagini che arrivano sono inutili, non servono, non ci servono. Se non a farci pranzare a spaghetti e fosforo bianco con sempre maggior disinvoltura. 

Osservo il Genpet e penso a tutti gli studi e ricerche effettuati in campo bio-ingegneristico, penso alle tecnologie bio-elettroniche e ai nano circuiti con impiego di Dna semiconduttore* ( per ora credo solo di origine muride), penso al livello cui è giunta la manipolazione genetica, al fatto che quando una cosa diviene di dominio pubblico, in realtà gli studi, i prototipi, le sperimentazioni sono molto oltre, penso al manifesto dei transumanisti, penso a tutto questo e a molto altro ancora e dico che non mi piace. 
Dai Tamagochi ai cani robot che esprimono stati d’animo fino ai Genpets (se pur, in questo caso, una performance), è un attimo. Riuscire ad amare un essere sintetico ed elettronico ci faciliterà le cose quando ci diranno che, nella nuova versione, avrà anche qualcosa di “veramente” umano. Ci faranno tenerezza. E saremo tanto distratti da non pensare che, portato alle estreme conseguenze, questo processo dovrebbe implicare anche un discorso di tutela dei diritti. Sono state fatte battaglie perché agli animali da laboratorio non venissero recise le corde vocali per eliminare versi e urla durante gli esperimenti (procedura a tutela solo delle nostre sensibili orecchie), abbiamo chiesto per loro una prigionia sopportabile e una morte indolore. Dovremo fare altrettanto. Un bambolotto che respirerà di suo, andrà tutelato, non fosse altro per il dolore che potrebbe provare se qualcuno per gioco lo soffocasse. Ma si fa ai bambini veri, e questa pare una discussione sterile. 

 * I circuiti realizzati con materiale neuronale

 http://www.brandejs.ca/

2011 


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lunedì 25 marzo 2013

PICCOLI E GRANDI

Ci vogliono una lungimiranza e una capacità di astrazione fuori dal comune per sentirsi responsabili in anticipo di un evento futuro. Su questo non si discute. E agire, assumersi un impegno, fare dei sacrifici perché dei benefici che ci saranno godano le generazioni a venire, implica il raggiungimento di un’etica massima, un’etica senza reciprocità: quando ci ringrazieranno non ci saremo più da un pezzo. 
Abbiamo questa forza morale? Possediamo questa grandezza? Di sapere, e accettare, che la storia naturale ha fatto a meno di noi per circa 4 miliardi di anni, e che l’unico senso dell’esistenza è l’autoconservazione e la perpetuazione della vita e che questa bizzarra razza di bipedi non è esattamente al centro del cosmo? E di pensare, comunque e con amore, alle possibili catastrofi come se fossero già accadute e comportarci facendo in modo che non si verifichino o se ne verifichino meno, per quello che può essere il nostro contributo, accettando di buon grado che quando non accadranno, non sarà perché avevamo sbagliato previsione ma perché ci saremo finalmente mossi nel modo giusto? Smettendo, una buona volta, di distinguerci dalle altre specie, per il male gratuito, stupido, e sistematico che permea il nostro agire? 
Raggiungere un’etica basata sull’umiltà di sentirsi parte di un sistema al quale non siamo necessari e su cui non possiamo influire in modo ponderale, ma al cui interno possiamo dar prova di una forma altissima di umanesimo. Un umanesimo fatto di gratitudine per aver potuto coscientemente far parte di questo flusso vitale, e di responsabilità e rispetto nei confronti della nostra specie e di quelle che condividono con noi questo breve lasso di tempo nel corso dell’evoluzione. Accettare che accanto al tempo storico, ne esistono uno geologico e uno cosmologico, e che se da un lato ci ridimensionano, dall’altro ci offrono una prospettiva suprema finalmente non antropocentrica. 
C’è chi dice che il mondo ha passato di peggio, che molte civiltà sono cadute e altre sono nate, ma se andiamo a vedere perché, troviamo cause che ci sono famigliari: consumo delle risorse, distruzione di habitat, crescita demografica inidonea, carestie, conflitti e via dicendo. Solo che ora la diffusione, l’intensità dei fenomeni e la velocità con cui si susseguono sono cresciuti in modo esponenziale, quindi essere scettici o addirittura negare il disastro imminente è da ottusi. 
La questione è molto semplice: il nostro impatto si scontra e si scontrerà sempre più con il limite di tollerabilità degli ecosistemi, per cui, inevitabilmente, il sistema terra avrà reazioni e riorganizzazioni funzionali a se stesso, ma non è detto che saranno soluzioni adatte alla nostra sopravvivenza. Si tratta dunque di salvare noi stessi, i nostri compagni di viaggio e i nostri discendenti, il pianeta è in grado di salvarsi da solo. Con i propri tempi, dilatati senz’altro, ma sopravvivrebbe benissimo alla nostra scomparsa. 
Ma anche sapendo di dover sparire dobbiamo agire giustamente. 
Partire dalla nostra fragilità e transitorietà e farne un punto di forza e di prestigio, imprimerci uno scatto evolutivo verso un’etica assoluta che ci preservi dal commettere l’ennesimo crimine contro l’umanità: derubarla del futuro, qualunque durata possa ancora avere. Ora che sappiamo non possiamo addurre alibi o giustificazioni di sorta. 
Proprio la nostra finitezza, il nostro essere tanto piccoli e irrilevanti al cospetto del cosmo può renderci grandi. 
Quella grandezza interiore che anima chi, a discapito dei propri immediati interessi e talvolta persino a sprezzo della propria vita, vive e combatte per un ideale nobile.

Io voglio imparare a essere un’abitante del terzo millennio.

dicembre 2012

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mercoledì 20 marzo 2013

CHEMTRAILS 2

8 km di altezza 
40° sotto zero 
Alta umidità relativa 
Queste sono le tre condizioni fondamentali perché si formino scie di condensa. 
Raramente le scie cui si fa riferimento rispettano tali condizioni. 

Il termine “velatura” è da qualche tempo ormai ricorrente nei bollettini meteorologici abbinato all’aggettivo “innocua”. Quasi la totalità dei bollettini televisivi e online si avvale di proiezioni virtuali al computer.

Sempre più spesso si ha al mattino un cielo azzurro e limpido che diventa nel primo pomeriggio bianco. 
Ho dedicato intere mattine all’osservazione (documentando fotograficamente e con video) e ho constatato che le scie che solcano l’azzurro si allargano e sfrangiano unendosi le une alle altre fino a rendere il cielo appunto bianco. 
Ho fotografato e filmato nei cieli di Imperia e basso Piemonte: 
• formazioni di aerei (da 2 a 7) che viaggiano ad esempio affiancati, poi si allontanano e si riavvicinano in barba alle regole delle rotte degli aerei civili 
• inversioni di rotta a U, ad angolo retto, incroci con altri aerei, traiettorie degne di un pittore rapito che rotei il pennello sulla tela 
• traffico aereo sulla stessa zona e negli stessi orari variabile nel numero di aerei e nelle direzioni o, talvolta, del tutto assente. 
• disegni geometrici persistenti da poterci giocare se non a cruciverba, almeno a Tris 
Ho notato in diversi film d’animazione la presenza delle scie in questione. Non ricordo che ci fossero nei cartoni animati dei miei tempi. Se fossero state normalmente presenti nei cieli, perché non disegnarle? 

Sono una persona razionale ed essere liquidata come complottista o ingenua vittima di bufala non mi tange minimamente. Discorro solo con chi è onestamente disposto al dialogo. So quello che vedo con i miei occhi e quello che vedo mi obbliga a farmi e a porre delle domande. 
Ho fatto delle indagini e ho scoperto che questi fenomeni sono stati segnalati a partire dagli anni ’90, inizialmente in Canada, poi in diversi Paesi dell’ex Unione Sovietica, negli USA, poi in alcune zone d’Europa. In molti paesi sono state fatte Interrogazioni parlamentari (anche nel nostro), in alcuni se ne è parlato al telegiornale (non nel nostro). 
Numerose personalità dell’ambiente accademico si sono pronunciate sull’argomento, cosa che, a prescindere dalle posizioni in merito, ci dice una cosa fondamentale: queste scie esistono. A meno di non voler screditare l’autorevolezza di un buon numero di fisici, scienziati, giornalisti, filosofi, studiosi e osservatori in varie discipline. Tutti vittime di una bufala online? 
Dunque, che non si tratta di aerei di linea è assodato ma, dunque, perché, se si tratta di qualcosa di lecito, non ce ne viene fornita spiegazione? 

L’ipotesi più plausibile è che si tratti della sperimentazione in vivo di una delle opzioni di schermatura solare prese in considerazione dalla comunità internazionale, e cioè la diffusione di gas (ad es. anidride solforosa – l’inquinamento da anidride solforosa ha un buon potere riflettente) o micro particelle che fungano da centri di nucleizzazione per favorire la formazione di nuvole. 
La ricerca si è concentrata sull’utilizzo dei gas e delle microparticelle perché al momento pare sia il metodo più semplice ed economico. 
La prudenza in tali progetti resta però d’obbligo perché qualsiasi schermo solare porterebbe a una diminuzione dell’evaporazione dei mari, diminuendo le precipitazioni o modificandone il ciclo e, quindi dovrebbe essere una scelta da prendere in extremis. Inoltre se si decidesse di procedere con un esperimento di schermatura globale, dovrebbe esserci un organismo sovranazionale a decidere e non potrebbero coesistere più progetti di geoingegneria. 
Quindi, visto e considerato che siamo già in extremis, e che i vari protocolli sul clima sono utili solo a far coriandoli, è presumibile che esista già un organismo sovranazionale preposto e sia già in atto una sperimentazione mondiale di schermatura. 

2012
vedi articolo Chemtrails

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CHEMTRAILS

Avete presente quei reticolati di scie bianche che, da parecchio tempo a questa parte, si vedono nel cielo? Quelle stravaganti scacchiere bianche sull’azzurro? O quelle linee a U e a spirale, che non possono essere traiettorie di aerei di linea? 
Da diversi anni molte persone nel mondo si chiedono cosa sono. E stanno nascendo ovunque comitati di indagine, anche all’interno di organismi internazionali. 
Io, pur alla larga da correnti complottiste e catastrofiste, essendomi ritrovata sotto al naso il fenomeno in questione, non riesco a far finta i niente e vorrei capire di che si tratta. 
Pochi giorni fa, il 20 novembre, c´è stata a Roma, la prima manifestazione nazionale sulle scie chimiche, promossa da CoNOsci, Comitato nazionale per l’orientamento sulle scie chimiche. 
Esiste sull’argomento una vasta letteratura, se così si può definire, consultabile online, ma trattasi per lo più di siti appartenenti alla “controinformazione”, ovvero tutto quell’insieme di contenitori di pensiero, diversamente nati e diffusi, che si fregia di combattere le versioni e spiegazioni ufficiali fornite spesso in palese contraddizione con dati oggettivi e deduzioni ovvie su argomenti e fatti di interesse generale. Non esiste in contrapposizione, a parte rari, scarni e non esplicativi comunicati stampa, nulla che possa chiarire degnamente dubbi legittimi. 
Il documento più ufficiale in Italia è la recente lettera del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, in risposta alla documentata e incisiva istanza di una cittadina. 
Risposta che non dice nulla se non che “risulta impossibile intervenire su materie regolate da specifiche disposizioni di legge, la cui applicazione spetta ai competenti ministeri e su cui la Presidenza della Repubblica non può in alcun modo intervenire”. 
Affermazione questa piuttosto inquietante. 
Ora, considerando che, qualunque sia il loro perché, le scie chimiche ci sono, sono visibili, fotografabili, filmabili e, soprattutto, sono riconoscibili per le insolite modalità e traiettorie con cui vengono emesse, secondo, non esiste una versione istituzionale univoca da parte dei governi degli Stati sui cui cieli le scie sono presenti (e ciò nonostante interrogazioni in merito da parte di parlamentari, giunte comunali, liberi professionisti, associazioni di consumatori in varie parti del mondo, inclusa l’Italia), il che è insolito, visto e considerato che viviamo in una società nella quale si sostengono spesso e con estrema disinvoltura solenni baggianate in barba all’evidenza dei fatti, e, terzo, nessuno cavalca l’onda del fenomeno, cosa parimenti insolita, il voler sapere cosa sta accadendo diviene un dovere civico. Da dove decollano questi aerei? Che aerei sono? Di quale nazionalità? Cosa spargono? Chi decide quando e dove? A chi è imputabile la responsabilità del tutto? 

novembre 2011
 vedi articolo Chemtrails 2 

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martedì 19 marzo 2013

GLOBAL GOVERNANCE

Ho capito. Sto sfogliando le pagine 2,3,4,5 del Secolo XIX del 14/04/12 e capisco. Guardo il viso di Napolitano e quello di Monti. Non c’è alternativa. Alla global governance. È il passo necessario. Ma non come finora si sta intendendo la faccenda. 
Dobbiamo arrivare a una sorta di governatorato mondiale che abbia in carico la cura e la gestione di tematiche fondamentali per tutti, e a cui organismi internazionali quali OMC, FMI, FED dovrebbero sottostare. Nessuna Nazione avrà mai la forza e la capacità di affrontare da sola le sfide urgenti che ci si parano davanti, e sono sfide che non possono essere gestite unilateralmente e in modi diversi. Più che mai la visione d’insieme e la coscienza delle conseguenze globali di ogni azione debbono essere al primo posto. E’ l’unica strada da percorrere ed è una questione di coerenza e onestà. 
Credo nella T.R.I. (Terza Rivoluzione Industriale), sono un’umanista, educata a principi illuministi e razionalisti. Amo la filosofia, la ricerca della verità. Amo lo spazio immenso che ci circonda. Sento l’ambizione di dimostrare che siamo una gran bella specie animale, che possiamo essere nobili e grandi, che potremmo esprimere e trasformare in atti tanta nobiltà e grandezza, e penso che siamo intelligenti e, pertanto, non possiamo non vedere come stanno le cose, quali sono i fenomeni e le dinamiche inevitabili che attraversano il pianeta e la società umana. A questo punto bisogna mettersi tutti d’accordo. 
Solo una federazione mondiale può portare equilibrio, giustizia e buona qualità della vita per tutti. E non parlo di una confederazione di corporazioni che faccia il bello e il cattivo tempo o di trickle down chiaramente (quell’effetto per cui se una classe sociale, per quanto ristretta, sta bene, prima o poi ne beneficiano un po’ tutti, appunto per effetto sgocciolamento). Un’autentica società globale multiculturale, non la globalizzazione delle multinazionali. Quella dell’1 per cento dell’umanità. 
Solo rimane il problema della corruttibilità dell’animo umano, dell’ambizione e dell’ingordigia, della patologica vocazione all’accumulo esponenziale. Ci vorrebbe un gruppo dirigente, saggio, equo e incorrotto, votato al benessere comune (!!). 
Inoltre sarebbe necessario imporre, visto che non c’è più il tempo per stare ad aspettare il raggiungimento autonomo di consapevolezza da parte di un bel po’ di miliardi di persone, alcune regole che permettano di guadare questa fase di transizione in tempo utile. Utile per tutti. 
E, secondo me, qualcuno ci sta provando da un pezzo. Non so se per lo stesso nobile fine di cui sopra. Di fatto vengono imposte nuove regole e non c’è trasparenza. Ma non si può stare mica a dire e a spiegare tutto. Bisogna agire. Puri nell’anima, perché l’inganno è per … un buon fine (magari alcuni tra loro ci crederanno pure). Ma l’occasione, come si dice, ….. O, meglio, l’entourage di coloro che hanno il potere e i mezzi per attivare, seguire e controllare il processo, non è pulito. E non si tratta di essere cospirazionisti: se leggiamo i fatti con un minimo di approccio analitico risulta evidente che qualcosa non va. Se leggo i nomi di coloro che appartengono a gruppi come CFR, Bilderberger, FMI, BRI, GEM, WTO, FED, think thank vari, fondazioni, consigli di amministrazione di multinazionali, e quant’altro, presenza rilevante di gesuiti, massoni e affiliati vari a parte, ne trovo di ricorrenti, con evidenti e preoccupanti conflitti di interesse; ci sono anche persone meno “inserite”, di diversa estrazione nazionale, culturale e sociale, e non dubito che molti di essi siano animati da una sincera volontà di fare la cosa giusta, o perlomeno quella migliore, ma… C’è una lunga serie di ma. 
Ad esempio il discorso di fondazioni e di organizzazioni no profit sostenute da aziende e gruppi finanziari. Sono enti che non pagano le tasse, dispongono di ingenti risorse, economiche, politiche e intellettuali, e non debbono rendere conto delle proprie attività. Hanno di fatto in mano la chance di far fruttare tali ricchezze per ottenere un potere sempre maggiore che a sua volta alimenta il flusso di denaro e quindi di ulteriore potere a disposizione. Manipolare tali fondazioni è facile. Attraverso molte di queste strutture, la finanza paga il dazio per controllare il dissenso, per ridurre l’ambito dell’attività politica, per creare consenso riguardo alle proprie decisioni economiche, e, quindi, ai mutamenti sociali che ne conseguono. Sostiene, premia e incentiva con posti di lavoro i ricercatori e gli studiosi che perorano una visione utile ai propri obiettivi ( e a sentire le dichiarazioni ridicole di taluni esperti in vari settori…). L’equità, la giustizia, il bene sociale, la tutela del pianeta, i nobili fini di tante fondazioni e associazioni divengono, gioco forza, merce di scambio. Consenso (se pur non sempre consapevole) contro donazioni e si è fatto tutti il proprio dovere. Così è facile governare il mondo! E i nomi sono sempre gli stessi o, comunque, parenti, amici, compagni di formazione. Con lo stesso sistema del esco di qui ed entro di là che lega la politica ai consigli di amministrazione. 
Come si può serenamente accettare dunque un processo che il comune buon senso, a questo punto della nostra storia umana, deve farci riconoscere come giusto e necessario? Una cessione di sovranità costruttiva. Non questa congerie di monopoli tutt’altro che democratica. Questa globalizzazione fasulla. 

Io credo comunque, e non mi stancherò mai di ripetere: abbiamo, e in abbondanza, risorse materiali, energetiche, etiche, scientifiche e intellettuali per entrare nel nuovo millennio a testa alta e il dovere di farlo, e dobbiamo tutti quanti sul pianeta avere una direzione comune in tal senso. Si è sempre stati in pochi percentualmente a dare il via a quelli che nel tempo si sono rivelati cambiamenti epocali, quindi non deve spaventarci che la maggior parte delle persone sia lontana dalla consapevolezza delle problematiche reali (la salvaguardia del pianeta, l’utilizzo di risorse rinnovabili e l’estensione dei diritti fondamentali a tutti gli esseri umani - e non - in primis), o che ritenga che trasformare questo sistema non sia più possibile. 
Già, non dobbiamo avere paura, ma portare avanti il testimone per il tratto che ci tocca. Una progettualità a lungo termine, una visione di quello che potrà concretamente essere il futuro, e la fierezza di aver partecipato.

14 aprile 2012 


p.s. del 27 febbraio 2013: è morto Stephane Hessel, un uomo vivo, lungimirante e coraggioso
 

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sabato 16 marzo 2013

IL MONDO INTORNO

Quando penso a cosa accade ogni giorno nella mia vita e attorno a me, nella testa si visualizza la mappa del mondo. Non sono una cima in geografia, ma vedo continenti e mari. E nei continenti vedo popoli, vedo terre, coste, confini, fiumi. Non mi riesce proprio di pensare alle vicende che mi riguardano come a qualcosa di circoscritto. 
E’ urgente, su alcune tematiche in particolare, che esistano se non regole, almeno direttive planetarie: diritti umani, energia, trasporti, sanità… 
Il commercio. Per il commercio è già così, e sono regole e leggi belle toste, e non sono granché. 
Quindi. 
Possiamo creare, trasformare, migliorare. 
Cercare la stabilità, intesa come crescita del Pil, come premessa di un cambiamento, invece, è molto in odore di chemio. 
Non esistono più i presupposti per tornare a una stabilità quale sinora abbiamo conosciuta e quindi concepiamo. Una base di salute, intesa come benessere economico, da cui partire, un buon terreno da cui possano nascere innovazioni e cambiamenti, come ciclicamente è successo in passato. 
E non è vero che abbiamo molto da perdere. Ma è vero che abbiamo molto da guadagnare. Anche un bel po' di posti di lavoro.
Sarà difficile: chi vive nel bel mezzo i mutamenti epocali in genere si becca le implicazioni negative, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Se stiamo ad aspettare quelle che per noi dovrebbero essere le condizioni favorevoli… Queste non arriveranno più; non come vorremmo noi o come ci dicono che deve essere. 
Quest’implosione generale del sistema è forse la condizione favorevole. La migliore occasione possibile. Non riconoscerlo potrebbe semplicemente prolungare l’agonia. 

aprile 2012 

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venerdì 15 marzo 2013

PENSIERI VARI SUL MOVIMENTO 5 STELLE

E’ chiaro che tante boutades di Grillo sono state funzionali a un raccattare voti a destra e a manca.
Da esperto uomo di spettacolo ha usato i toni e le frasi necessari a tale risultato.
Reagire a certe provocazioni con tanta veemenza mette in ridicolo chi reagisce e dà ragione al provocatore che sta semplicemente dicendo: sei proprio stupido.
E non è il caso di offendersi. Che da parecchio tempo sia la nostra stupidità a prevalere non c’è dubbio. Perché l’avidità, l’ingordigia, la prepotenza, il menefreghismo sono figli della stupidità.
Tacciare Grillo di populismo è una semplificazione inutile. Sì, forse lo è anche lui un altro clown populista, ma andiamo alle cause. E non solo nel nostro Paese. A mettere mano dove c’è perdita di credibilità delle istituzioni che ci governano, quasi non più per nostro mandato ma su investitura di una corporazione mondiale di banche e aziende, la cui autorità gestionale viene vista come ineluttabile. Istituzioni che non perseguono, o non vedono, le volontà criminali che stanno minando le basi della società umana.
In entrambi i casi istituzioni inidonee.
E noi complici. Perché per quanto il sistema di voto possa essere non rappresentativo in misura equa della volontà popolare, la volontà popolare si esprime. E, salvo dove il risultato del voto è truccato, manipolato, estorto, i popoli hanno i governi che li rappresentano. Che li raffigurano. Si può sbagliare valutazione, certo, questo è umano, ma bisogna saper porre rimedio agli errori una volta riconosciuti. O, almeno, provarci. L’unica critica seria mossa al M5S è quella relativa alla democrazia. Ma quando si constata appunto la stupidità di cui sopra, passa la passione di credere nella democrazia a priori. Sinceramente, vien da mettere in discussione persino il principio di suffragio universale. Ci vorrebbe un test attitudinale non solo per chi si candida ad amministrare la cosa pubblica ma anche per chi vota. Peccato che salterebbe fuori la questione: chi concepisce il test e chi lo giudica?
E’ rabbia questo modo di porsi. Ma se la rabbia è unita a ironia e intelligenza forse qualcosa di buono può venire fuori.
Si paventa anche lo spauracchio fascista. Si fa riferimento alla Lega e al percorso di tale movimento, si pensa ad Alba Dorata in Grecia. Si parla della recessione degli anni ’30, ma non siamo, se non apparentemente, in una situazione analoga. Insomma, credo siano tutte considerazioni che fuorviano, per quanto legittime, e portano a osservare la questione da una prospettiva distorta.
Da parte di Grillo, non credo proprio che si tratti di un rifiuto della democrazia in quanto principio, ma piuttosto di rifiuto verso una certa classe politica che si vanta di gestire tale democrazia. Si criticano anche le sue proposte in materia fiscale che, in effetti, non tengono conto dello spread, delle agenzie di rating, del monte di interessi che ogni anno l'Italia deve sborsare sottraendo risorse preziose all'economia reale e alla crescita, ma si dimentica l’aspetto fondamentale: si sta parlando di rivedere tutto un obsoleto sistema, ammennicoli compresi. E se la nostra vita dipende da questi ammennicoli è indubbiamente un problema bello grosso, ma non sarà l’ostinazione a salvarci.
Com’è che si dice, Signore, dammi il coraggio di accettare quello che non posso cambiare, la forza di cambiare quello che posso cambiare, e la saggezza di distinguere tra le due cose.
E se non vogliamo proprio nascondere la testa sotto la sabbia, direi che cose da cambiare ce ne sono e anche la possibilità di farlo. E più che la forza, quindi, forse manca la volontà. E’ più facile rassegnarsi, pare, ma no, è più grave. Conosco tante buone persone che, al dunque, sono intimamente convinte che il sistema che regge il mondo sia l’unico possibile.
Ma non è così, e gli esempi abbondano, soprattutto e quasi per assurdo, nei paesi in via di sviluppo, ma si sa, la necessità aguzza l’ingegno e lì dove ora il Pil è in crescita, la forbice si spalanca e le persone ne pagano il prezzo vivendo con anticipo il declino, nascono nuove ed innovative soluzioni. Lo vediamo anche qui, nelle metropoli, dove i disagi e il malessere sono maggiori, prendono vita forme di aggregazione e iniziative proiettate alla realizzazione di una società equa, sana e collaborativa. E’ come se dove si sta peggio si fosse già nel futuro prossimo e si stessero adottando le uniche soluzioni possibili.
Dovremmo prendere esempio. Non arriverà nessun nuovo boom. Togliamocelo dalla testa.
A meno che non intraprendiamo una via nuova, da molti già intrapresa. Abbiamo tutto ciò che serve e in abbondanza. Risorse comprese. Dobbiamo solo combattere la mala gestione. Iniziando da noi stessi. E non è una semplificazione ingenua. E’ provato. Chiedete a qualsiasi fisico. Se mutiamo noi, muta di conseguenza il mondo circostante. E poi cosa?
Il pragmatismo. Ecco guardiamo i fatti o, per ora, le promesse di fatti. Andiamo al di là della forma. Perché gran parte del mondo scientifico appoggia il movimento? Premesso che essere scienziato non implica essere saggi e onesti, tuttavia chi ha la competenza in settori fondamentali per un progresso reale e diffuso deve avere voce in capitolo. Dalla ricerca medica ai combustibili, dall’alimentazione alla gestione del territorio, al parlamento devono sedere persone che sanno di cosa stanno parlando (e che non siano prezzolati, ovviamente). Far uscire quelli che non conoscono nemmeno l’italiano e far entrare chi vuole onestamente e con la maggior lungimiranza possibile, aggiustare le cose.
Non tecnocrati ma passionari paladini di idee, persone che sapranno supplire alla mancanza di esperienza politica con la determinazione a fare qualcosa di buono.
Ridare slancio alla cultura, all’indagine, restituire a questo Paese un ruolo di avanguardia per l’ingresso nel nuovo millennio.
Resta il fatto che Grillo, se vuole essere coerente con le promesse fatte agli elettori e non deluderli facendo correre il rischio che certe riforme non passino, non potrà restare ai margini di un’intesa, visto che alcuni punti di programma, come il taglio dei costi della politica, sono anche del Pd. Sinceramente non so cosa sperare. Il timore che muoversi in modo trasversale scodelli la solita minestra riscaldata è forte quanto quello che, per rimanere in metafora culinaria, si tratti di tanto fumo e poco arrosto.
E, in ogni caso, se Grillo dovesse rivelarsi l'ennesimo fanfarone, non sarebbe un buon motivo per non sostenere delle buone idee. Come dicono i buddisti, segui la legge non il maestro.
Il maestro è corruttibile, i principi no. Facciamoli nostri.

marzo 2013

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mercoledì 13 marzo 2013

WORKS IN PROGRESS

Genocidio ad opera del sistema
La corsa all’estinzione della vita sul pianeta
Salad Chef a € 89.90
Duracell con powercheck
Lo Stato è stato smontato (la permanenza tuttavia di una logora struttura amministrativa dà adito a equivoci)
Una falsa globalizzazione che tende a limitare il ruolo degli Stati proprio quando servirebbe un maggior coinvolgimento dei governi
Expo Milano 2015, 1,3 miliardi di euro di soldi pubblici
EFT (Exchanged Traded Found) il ritorno alla finanza creativa
Affari tuoi
Quarto grado
Il mito capitalista e i genitori che comprano sapone e carta igienica da portare a scuola
La concezione meccanica e utilitaristica delle risorse
Pare quasi che le auto vengano costruite apposta per consumare petrolio
Osama Bin Laden è morto, la General Motors vive
Uomini che nella loro incertezza sul senso della vita inseguono l’illusione di un ritrovamento di sé appropriandosi di ogni cosa
Dal concetto di proprietà a quello di accesso
L’isola di Migingo (lago Vittoria)
Ci sono famiglie in Italia che vivono in auto
Sprechiamo tempo ed energia per delle solenni stronzate
Negli Usa il certificato elettorale costa 25 dollari
46 milioni di statunitensi sono sotto la soglia di povertà
Si buttano tutti sulle rinnovabili. Tanto basta un 5% per darsi una ripulita e avere degli incentivi.
Il businnes dei rifiuti
Le foto di un amico che è stato lungo il Riachuelo
Conviene pagare le multe (vertenze sui disastri ambientali) ma essere costretti a farlo non incide sul saldo entropico
Abbiamo vissuto e continuiamo a vivere al di sopra dei nostri mezzi e ora ne paghiamo il conto
In Africa comincia la battaglia contro l’obesità
In biblioteca hanno messo le sedie Chair One di Magis: € 240 a sedia
Il carrello di Conad è sempre felice
Per un abbondante 1% della popolazione mondiale le cose vanno a gonfie vele
Su 7 miliardi di persone, 2 miliardi sono vittime del contagio da malaria
In un documentario hanno detto che le balene sono state salvate dall’avvento del petrolio
La guerra civile in Siria Siria, Yemen, Mali, Colombia, Pakistan, Libia, Nigeria, Etiopia, Paraguay, Bolivia, Sudafrica, Somalia, Sierra Leone, Indonesia, Birmania, Iran, Sry Lanka, Messico, Honduras,………………………………………….
Il fenomeno Grillo
Il fenomeno Berlusconi
La Cina, appellandosi alle norme in materia di trattamento nazionale e di nazione più favorita del GATT, ha fatto causa all’Italia e altri paesi dell’Unione Europea perché gli incentivi per impianti con moduli e componenti prodotti all’interno dell’Unione Europea hanno fatto calare da quasi 5 miliardi di dollari del 2010 al quasi miliardo del 2012 le loro esportazioni
Asse Mosca - Pechino sempre più stretto: limitare le ingerenze occidentali
In 3 anni si sono immolati un centinaio di tibetani
In India siamo sui 150.000 contadini che si sono suicidati con anticrittogamici
Kinder Cereali Summer
Superata la velocità della luce
Perché non si parla della tubercolosi? (Mdr - tubercolosi multi resistente ai farmaci: resistente ai farmaci di prima linea - Xdr - tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci: resistente ai farmaci di prima e di seconda linea)
PIL (Prodotto Interno Lordo), ISEW ( Index of SustainableEconomic Welfare), GPI (Genuine Progress Indicator), HDI (Human Development Index)
“Questo ambulatorio è abilitato all’inserimento dell’impianto contraccettivo a lunga durata”
Il profilo, ecco, quotidianamente impegnati a creare profili di sé
“Innocence of Muslims”
Giochi Brasile 2016 e gli sfollati (170.000)
Glencore (approfondire)
Alba dorata è il terzo partito della Grecia
Nimby ( che non è il Bimby) – Not in my back yeard
Manifestazione ad Atene (18/10/12)
La fiaccolata del “dissesto” ad Alessandria (18/10/12)
Le multinazionali in fuga dall’euro.
Piani di evacuazione per i capitali (!)
L’Europa in piazza
Autostrade per l’Italia – la passione di muovere il Paese
Se c’è la mamma c’è Bon Roll Aia
Benzina (IP) low cost a chi compra una Fiat
20 medici condannati in Bahrein a pene dai 5 ai 15 anni per avere curato manifestanti antigovernativi
1 confezione di Dash = 1 vaccino (!)

 2012

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domenica 10 marzo 2013

PORTO DI IMPERIA

Sono tutti a pranzo. E c’è un gran vento. Il cielo è solcato da scie. 
Penso al libro su Imperia che ho pubblicato a novembre. Mentre cammino all’interno del nuovo porto mi dico che, forse, scrivendo ho tenuto i tono troppo bassi. 
Le piastrelle ballano, magazzini e uffici in abbandono senza essere mai stati utilizzati, il parcheggio allagato, palme in vaso e panchine accatastate e dimenticate. Nessun distributore di carburante. Un cartello indica la direzione per raggiungere un’inesistente reception. 
Solo qualche auto nelle strisce bianche e imbarcazioni all’ormeggio suggeriscono l’idea di un approdo importante i cui fasti annunciati mai saranno raggiunti. 
Un porto bifronte: un lato mare di yachts lussuosi ed equipaggi aitanti e un poco etilici com’è consuetudine, e, alle spalle, un cantiere fantasma.
Qualcuno ne renderà mai conto? 

Dello scheletro del capannone per la cantieristica navale, i tavelloni della copertura giacciono sovrapposti ai piedi della struttura. I pilastri verticali svettano contro il cielo senza più essere uniti. Pare un opera in fieri. Invece si smantella, con ulteriore dispendio di denari ed energie, una costruzione emblema della nostra presunzione. E della nostra ingordigia. Monumento alla vanagloria.
L’azzurro che recupera lo spazio cementizio è bello. Questo sì. 
Avevo voluto concedere il beneficio del dubbio. Speravo che, condivisibile o meno l’idea, questo porto, pensato fin dal XIX secolo, sarebbe potuto divenire comunque un’opportunità. Il più importante porto del Mediterraneo, magari con approdo per i traghetti, finalmente e nuovamente internazionali. 
Ora, invece, ho di fronte la rappresentazione ennesima del carattere di questa città. Così come l’ho vista e descritta. Ora questo luogo è quale un’istallazione. Provocatoria. Bisognerebbe mettere una targa come nelle esposizioni. Per spiegarla questa provocazione a chi è di fuori. Altrimenti per nessuno può avere senso questa cosa che abbiamo davanti agli occhi. A me piace così. L’abbandono, il degrado, la consunzione, la solitudine. Sì, preferisco così. Saltare un passaggio. Gli anni di attività che sono, nostro malgrado, non solo lavoro, socialità, guadagni, ma anche consumo e inquinamento. Guardo il porto dal suo dentro come qualcosa di già terminato da tempo. Abbiamo tra le mani già il dopo. Approfittiamone. Pronti a ripensarlo il dopo. Questa volta con intelligenza e lungimiranza. E maggior assunzione di responsabilità da parte di ognuno nel pretendere che le cose vengano fatte come devono essere fatte e nel contribuire a che ciò avvenga. 

 25/04/12 ore 13.00

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mercoledì 6 marzo 2013

MARE

Ho depositato presso le segreterie scolastiche di Imperia un progetto di laboratorio destinato agli alunni delle elementari del secondo ciclo. Un laboratorio sul mare. Abitando in una città di mare…
Ho preparato una bella scaletta. Il mare come accesso. Sociale, culturale, commerciale. Il mare come riserva alimentare e come discarica. Il mare come ecosistema. Il mare nella storia. Le scoperte, le esplorazioni, la letteratura. Il mare dei barconi. Il mare delle balene. Il mare della pesca. Il mare delle ferie.
Partendo dal mare si può parlare di tutto. E senza il mare non si può vivere.
L’intenzione è di farmi guidare dai bambini: offrire loro una base e lasciare che sia la loro curiosità a condurre il discorso. Non ho dubbi che funzioni. Ho avuto una sola esperienza simile ed è stato soddisfacente e illuminante. I bambini sono attenti e saggi e sanno porre le domande fondamentali. Sono certa che a qualcuno resterà qualcosa nel cuore che lo porterà nella vita a cercare di fare sempre la cosa giusta.
Intendo anche raccontare loro la storia di una giovane donna che ha perso la vita perché voleva raccontare una storia.
Una storia di navi, di veleni e di armi.
Una storia che parla delle coste calabre sullo Ionio, della Somalia e del porto di La Spezia.
Una storia che bisogna continuare a raccontare in barba al segreto di Stato.

 ottobre 2012 

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www.midwayfilm.com

Ecco qui.
Nessuna parola da aggiungere.

martedì 5 marzo 2013

RIVOLUZIONE

I profitti della classe finanziaria sono generati per lo più da attività che è doveroso definire antiproduttive, nel senso che i costi reali di produzione soverchiano il guadagno, ad esempio con la compromissione irreversibile dell’ecosistema, o derivano da attività esecrabili, quali la guerra.
Tali profitti sono in crescita. Per contro, sono in calo esponenziale l’occupazione, i salari, i consumi, le speranze, la fiducia, l’integrità psichica.
Incentivi alla produzione e quindi al consumo? C’è un esubero di produzione e gli attivi delle imprese vengono infatti calcolati sulla base di esternalizzazioni, delocalizzazioni, ristrutturazioni, joint ventures. Inoltre si sostengono finanziariamente, con denaro pubblico, imprenditori che producono beni che nessuno vuole o può più comprare o beni obsoleti e inquinanti, una tra tutte l’automobile, che nessuno dovrebbe più comprare, e la cui produzione annua internazionale supera di gran lunga la domanda e la capacità di assorbimento sul pianeta.
Gli stessi denari potrebbero essere meglio impiegati. Invece si persevera nel supportare un sistema di produzione anacronistico e dannoso a spese della società. Siamo in un’importante fase di passaggio, alle soglie di una nuova era: questo è il momento di tirare fuori energia e intelligenza e capovolgere la situazione. Usare tutta la ricchezza e le conoscenze di cui disponiamo per trasformare la società e renderla libera da un sistema ossessionato dal mito della crescita e della produzione a oltranza.
Usare questa crisi, apparentemente senza soluzione, per dimostrare una buona volta che la soluzione c’è. E i mezzi anche. Non farlo comprometterà irreversibilmente non solo le condizioni del pianeta ma la nostra stessa civiltà, il reale progresso individuale e sociale, i principi e i valori messi a fondamento dell’umanità. Eppure noi, così laici, tanto razionalisti e progressisti, cediamo al fideismo, ai dogmi della crescita competitiva e alla convinzione che di fronte ai poteri forti nulla si possa. E dimostriamo questo neo nichilismo quand’anche ci arrabbiamo e manifestiamo il nostro scontento. Sempre e comunque incasellati e incapaci di trasformarlo in idea concreta e azione. In immaginazione e solidarietà. 

2012

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BRI & C.

BRI – Banca dei Regolamenti Internazionali (a quanto pare la più potente istituzione finanziaria del pianeta e non se ne sente molto parlare… non deve rendere conto a nessun governo nazionale… promotrice dell’Euro e del progetto dell’Amero, la moneta unica per Canada, Stati Uniti e Messico…)
• Bretton Woods → 1944 nascita BM e FMI
• Bilderberger (connessioni con)

CFR – Council on Foreign Relations (USA – volto pubblico di Bilderberger)
GEM – Global Economy Meeting (comitato direttivo politico che si riunisce periodicamente a Basilea presso la sede della BRI)
PNAC - Project for a New American Century
FED – Federal reserve bank
AJCU – Association Jesuit Colleges and Universities
ITAC – Industry Trade Advisory Committee
ORF – Observer Research Foundation
ONU, NATO, G20, WTO….
MAI – Multilateral Agreement of Investiments
GATT – General Agreement on Tarifs and Trade
GATS – General Agreement on Trade and Services
TABD – Trans Atlantic Businnes Dialogue
ERT – European Round Table of Industrialists
UE – Unione Europea
ASEAN – Associazione delle nazioni del Sud Est Asiatico
UA – Unione Africana
OAS – Organizzazione degli Sati Americani
NAFTA – North American Free Trade Agreement
CAFTA – Central America Free Trade Agreement
MERCOSUR – Mercado Comun du Sur
TPPA – Trans Pacific Partnership Agreement ( pare che ci sia una clausola che impone di non rendere pubblici per 4 anni dalla data in cui entrerà in vigore, i dati, i documenti e i contenuti su cui si basa l’accordo – marzo 2012)
Commissione trilaterale – think thank fondato nel 1973 da D.Rockfeller, Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski ( Nord America, Europa e Giappone – ora pentalaterale con India e Cina)
NEOCON – neoconservatori statunitensi
WASP – White Anglosaxon Protestant
UPA - Usa Patriot Act
CPN – Centro per la Politica Nazionale (Usa)
PAS – Parternariato per l’America Sicura
......
......
......

Questo non è un articolo ma semplicemente la riproduzione di uno dei tanti appunti che tengo a portata di mano, visti i miei problemi di memoria. Ho pensato di proporlo tale e quale, anche perché ci vorrebbe un libro a sé per approfondire il discorso o, almeno, per cercare di capirci qualcosa. L’elenco è molto più lungo, chiaramente, ma credo ci sia sufficiente materiale di riflessione. Come in un accattivante rompicapo, impegnatevi a scoprire chi sono, cosa fanno, se sono collegati e, nel caso, come. E condividete le vostre conclusioni.

marzo 2012 

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domenica 3 marzo 2013

LA SIGNORA DELLE PIANTE

A un centinaio di metri da dove ora abito c’è un ritaglio di città che amo. 

Non filtra luce al di là del vetro smerigliato. Busso una seconda volta e attendo. La porta si socchiude e il volto della donna mi scruta diffidente. Le dico il mio nome e che abito da circa un anno al Parasio e che vorrei chiederle qualcosa a proposito delle sue piante. Allora apre ma resta sull’uscio. Vorrei intervistarla, le spiego, per dei pezzi che sto scrivendo su Imperia. Mi ha sempre incuriosito quel piccolo angolo di città così curato che è l’entrata di casa sua. Risponde che è convalescente da un’influenza e mi dice di ripassare la settimana seguente, di provare nel pomeriggio, verso le quattro, che in genere a quell’ora lei è in casa. La ascolto e penso che per quello che ne so, lei è quasi sempre in casa e che non filtra quasi mai luce. Le piacerà vivere in penombra. La ringrazio e le dico, D’accordo, allora provo la prossima settimana. Ci salutiamo e la donna richiude la porta con la stessa diffidenza con cui, poco prima, l’ha aperta. 

A oggi, non sono ancora tornata a cercarla, nonostante io abiti a soli duecento metri e passi sovente davanti a casa sua. Temo di disturbarla. Mi limito a osservare quei pochi metri quadrati di grazia. Quell’appropriarsi dello spazio comune per dar vita a un giardino di cui possano godere tutti. Non l’ho mai vista annaffiare, potare, pulire queste sue piante, lo farà in orari diversi da quelli del mio passare, per quanto questi siano variabili. Mi domando se, come me, ami in particolare le piante grasse, che predominano, per il loro aspetto compiuto, autonomo ed elegante o perché semplicemente hanno bisogno di poca cura. 
 
Arrivando dalla via Domenico Acquarone, che si allarga con i suoi due prestigiosi ingressi ai numeri civici 21 e 34 al di sotto di Palazzo Pagliari, in direzione di quello che era il cuore della città antica, le decine di vasi e di piante di vario tipo, disposte a riempire l’angolo formato dal carrugio ciottolato verso il Garbasso e, dall’altra parte, dal passeggio rialzato parallelo a via San Leonardo, in via Salita della Chiesavecchia, fanno una bella impressione e dispongono l’animo al benessere. Non pensiamo per ora allo scempio di uno, dei tre nuovi ascensori in programma, che dovrà passare proprio lì accanto. Speriamo che i soldi se li mangino prima. Prima di iniziare i lavori. Ma no, il paradosso è che per mangiarci su, i lavori devono iniziare. Riqualificazione del territorio per la zona depressa del Parasio. 

Poco distante qualcun altro ha rimesso in sesto con un po’ di boiacca, i sampietrini sconnessi di alcuni scalini e ha piantato una bouganvillea in un’aiuola di venti centimetri quadrati alla base del muro di basamento della Chiesavecchia. Qualcun altro ha seguito l’esempio e ha messo a dimora altre piante. 
Dovremmo tutti occupare un piccolo pezzo di città e renderlo più bello. Sentirlo nostro e averne cura sapendo che appartiene alla comunità. 

luglio 2011 

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sabato 2 marzo 2013

OVETTI GIALLI

Mi domando perché accettiamo di vivere in un mondo in cui ogni montagna, ogni collina, ogni anfratto nascondono un po’ della merda che non sappiamo dove mettere. Ogni maledetto buco è discarica. Boschi, rive, campi, aree edificabili, mari, tutto sotto, tutto sommerso, tutto sepolto. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. I più coscienziosi alternando strati di polietilene ad alta densità, o mescolando a materiali inerti nella speranza che la diluizione mitighi i danni dell’emività di sostanze mortifere, la maggior parte privi, invece, del benché minimo pudore. 
Tanto che ogni singolo granello di terra ormai è, nei suoi atomi, discarica. 
La terra infine Leonia. 
Perché? 
Ma non ha senso aspettarsi una risposta finché non inorridiremo nel trovare le sorprese Kinder nei famosi ovetti gialli. Tonnellate di ovetti gialli. 

2004 

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