giovedì 21 febbraio 2013

PULCINELLA E I SUOI SEGRETI

E se ce l’avessero messo a bella posta il signor Assange? Per illuderci che un nobile paladino stia combattendo per la democrazia e la libertà? Il signor Julian Assange e i suoi collaboratori hanno in effetti realizzato un progetto più che degno, qualcosa in cui ho sempre creduto: sfidare lo status quo e portare alla luce ciò che va portato alla luce, risvegliare le coscienze e tentare di rendere questo mondo un posto migliore. E i sassi che scaglia, inevitabilmente e per fortuna, stanno creando piccole onde prima di affondare. Dibattiti, analisi, indignazione. Persone prima ignare porteranno ora avanti il testimone. Un’ottima cosa. Sarà abbastanza? Il potere sta nel controllo dell’informazione e della comunicazione ed è necessario difendere un’iniziativa come Wikileaks; è necessario che lo facciano in prima linea sopratutto i giornalisti, quelli cui il bavaglio è ancora allentato, perché potrebbe non rimanere tale per molto. Ma la posta è alta e i governi debbono e intendono mantenere il controllo a ogni costo. 
Per una divergenza di vedute sull’uso del preservativo trasformata, secondo il codice penale svedese, in stupro, è intervenuta addirittura l’Interpol con un mandato di cattura europeo e si teme l’estradizione negli Stati Uniti, dove al Robin Hood dell’informazione, considerato da repubblicani e democratici un “terrorista hi-tech” paragonabile ai terroristi telebani, si farebbe capire in modo inequivocabile che certe alzate di testa sono pericolose e minano pace e sicurezza: i governi devono poter mantenere un buon margine di segretezza per agire a livello internazionale e mantenere equilibri già tanto precari. Non tutto può essere reso pubblico, perlomeno non subito. E i Pentagon Papers* insegnano. 
Eppure, nonostante la persecuzione, qualcosa non mi convince, manca il pathos, non lo sento. Non era così che mi ero immaginata l’eroe, quello che avrebbe dato una sferzata al corso degli eventi. Manca la passione. Che sia disincanto? A queste genti che non s’indignano per nulla, do le mie perle perché in questo credo e questo ho deciso di fare, ne facciano l’uso che credono. Ai posteri l’ardua sentenza? Soddisfatto l’ego, contenti tutti? Qualcosa non mi persuade lo stesso. 
Per questo mi chiedo, che ce l’abbiano messo a bella posta questo Pulcinella che ci sgranella segreti? E di cui non ne giunge già nulla più che un’eco? 


 *Nel 1967, il Segretario della Difesa, Robert McNamara, ordinò uno studio confidenziale sulla guerra del Vietnam.; lo studio rimase segreto fino alla sua pubblicazione nel 1971. Daniel Ellsberg e un altro ricercatore copiarono i documenti con l’intenzione di renderli pubblici e li consegnarono al New York Times che cominciò la pubblicazione a partire dal giugno dello stesso anno per un totale di 134 documenti. I Pentagon Papers denunciarono le menzogne e gli omicidi di massa compiuti dagli Stati Uniti nel Sud-est asiatico nei 23 anni presi in considerazione dallo studio (1945-1967)

gennaio 2011 


Un pensiero a Bradley Manning 


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