venerdì 9 ottobre 2015

SHELL E ALASKA.

Una buona notizia: la Shell, dopo alcuni mesi di esplorazioni, ha rinunciato alle perforazioni nel mare Artico, al largo dell’Alaska. Non tanto per le protratte e forti opposizioni ambientaliste, quanto perché affermano non ci siano sufficiente petrolio e gas per giustificare l’investimento, soprattutto a fronte del crollo del prezzo del petrolio. La quantità di petrolio in Alaska ammonterebbe a circa il 10% delle riserve statunitensi.


1 ottobre 2015

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