Ne ho già scritto in passato in
diverse occasioni, dell’uomo che offende l’intelligenza che si vanta di avere,
ma questa notizia dell’acqua su Marte mi costringe a ripetere ovvietà.
Meraviglia! Acqua… su Marte c’è
acqua.
Potrebbero esserci altre forme di
vita…
Oh sì, meraviglia delle
meraviglie… che emozione…
Perdonate, ma un linguaggio triviale
s’impone.
Cosa cazzo ce ne frega dell’acqua
su Marte?
I casi sono due:
o vogliamo fottere anche quella o
siamo del tutto rincretiniti
Probabilmente le due cose
insieme.
Quella che abbiamo qui sulla
terra ci schifa? Sembra da come la trattiamo. E forse bisogna proprio farla
pagare, e cara, molto cara, ma non quella che resta, quella di prima, quella
che è stata immerdata in ogni modo, e deve pagare chi l’ha immerdata. Ma così
tanto da poter risolvere i problemi idrici di tutto il pianeta.
Quella che resta, invece,
trattarla con riguardo e riconoscenza, permettere a chiunque di accedervi,
equamente, senza sprechi, senza volerne trarre profitto.
Centellinarla nel mentre che si
cambia rotta e concederle il tempo di rinnovarsi e tornare, per quel che sarà possibile, viva e piena di
vita, in un processo di resilienza che sarebbe la
nostra unica possibilità di salvezza.
In alternativa, come ho visto in
una bella vignetta, pomperemo quella da Marte.
5 ottobre 2015
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