Sul molo ore 9.00, sento alla radio
dell’esperimento finlandese che mostra
come si viaggia nascosti in un container per 24 ore mentre leggo una frase in
un articolo di un giornalista di Pechino:
“ Siamo dei morti viventi che camminano
ogni giorno come fosse il primo.”
Alzo lo sguardo
e osservo, in questo mare di bonaccia e cielo terso e fermo, i pochi bagnanti
mattinieri passeggiare sulla battigia, muoversi tra i lettini, vagare lenti con
il pensiero probabilmente rivolto all'autunno imminente, al rientro al lavoro, alle
prossime ferie lontane. Osservo la teoria di case antiche e nuove al di sopra
dell’Aurelia. Bolle di inconsapevolezza come oasi. Pezzi di mondo fuori dal
mondo. Ma come poter anche solo sospettare che la bellezza di questa luce netta
su intonaci liguri sia ciò che di più lontano può esserci dalla realtà?
- A un pranzo di compleanno in uno stabilimento
balneare una bimba di 14 mesi frigna senza sosta in braccio alla madre. Perché?
chiedo. Vuole vedere il cartone sul
tablet anziché sullo smartphone, risponde la genitrice mentre impone al
fratello più grande di cedere il tablet alla sorellina.
- Sempre sul molo, una donna al telefono,
frammenti di conversazione portati dal vento: “… entro 3 trioparsec, ricordi,
abbiamo avuto 3000 particelle… certo che se proiettato in tutte e 6 le dimensioni,
in uno spazio di appoggio… infatti con la simulazione di … abbiamo visto
variazioni di accrescimento…”
- A passeggio sulla battigia una coppia sui
trentacinque, lui occhiali, lei giuliva.
Lui:” …poi si fa un buco profondo profondo
e si inietta un bel po’ di carbonio 14 così si capisce cos'è successo cento,
mille, un milione di anni fa…”
Lei:”Ma dai?”.
- Tra gli scogli, due ragazzini, otto o nove anni.
Il secondo con la erre moscia.
“Guarda, guarda, una carpa”
“Non la vedo di qui. Sei sicuvo che è
pvopvio una cavpa?”
“No, forse è una murena”
“Cavpa, muvena, non me lo dive neanche
cos’è. Vado a pvendeve gli attvezzi per ammazzavla. Me lo dici dopo cos'è.”
- Sempre tra gli scogli, tre belle bambine sui
dieci anni. In piedi una fianco all'altra, capelli lunghi al vento, lo sguardo
verso l’orizzonte. Una mora, una castano chiara, una bionda. Francesca, Elisa e Raffaella (i nomi me li sono inventati).
Elisa: “ Ma tua nonna non doveva
controllarci?”
Francesca: ” Figurati, quella sta sempre
attaccata all'I Phone”
Elisa: “Meglio così siamo libere di andare
avanti e indietro come ci piace.”
Raffaella: “ Sì, è terribilmente noioso
star sempre vicino all'ombrellone, almeno dalla cima del molo il mare si vede
bene.”
Francesca (mettendosi a urlare con
espressione di disgusto): “ Mare, mare,
mare, mi fai schifo, mi fai schifo, il mare fa schifo, fai schifo mare, bleah,
non servi a niente, a che cazzo servi, fai solo schifo…”
Raffaella (quasi a bassa voce): “ Ma cosa
dici? Il mare è bello”
Francesca: “ Ma cosa dici tu? Il mare fa
schifooooo, avete capito? Serve solo per cagarci dentro. Hai capito mare? Fai
schifoooooo”
- Spiaggia di pietre, si avvicina il mio amico
Otman e si accovaccia per una pausa sigaretta scaricando dalla spalla i teli
che vende. Parliamo del suo quarto figlio, nato in primavera.
“ E così sei al
quarto figlio. Gli altri quanti anni hanno?”
“ Ho un maschio
di nove e due femmine una di sette e una di quattro. Ma questo è l’ultimo. Per
mangiare si riesce a mangiare ma ci sono la scuola, i dottori. Più di quattro
non ce la posso fare.”
“L’ultimo? Posso
farti una domanda molto personale?”
“Certo”
“ E come pensi
di fare?”
Sorride
benevolo, un po’ stupito, sia dalla mia franchezza sia da quella che deve
sembrargli un’ignoranza insolita per una donna europea: “ Ci sono delle
pastiglie, non sai?”
- Due donne sulla cinquantina e qualcosa
conversano passeggiano avanti e indietro nell'acqua.
Donna 1: “
Allora, come procedono i lavori di ristrutturazione? Sei a buon punto?”
Donna 2: “
Finiti. Finalmente, non ce la facevo più a stare in mezzo a un cantiere…”
Donna 1: “ E
cos'hai fatto fare? Solo l’esterno o anche gli interni?”
Donna 2: “
Tutto. Mi sono fatta fare tutto. E figurati che sono riuscita a farmi fare
anche il muro esterno, sai quello lungo dietro la casa che era da rifare? Il
muro e anche parecchie altre cosette fuori dal preventivo.”
Donna 1: “ E hai
speso molto oltre al preventivo?”
Donna 2: “
Nulla, cosa credi? Quando gli ho prospettato la possibilità di fare anche gli
interni, ho visto che il tipo era molto interessato a prendere il lavoro e ne
ho approfittato così me li ha atti gratis.”
Donna 1: “ Be’,
ci avrà comunque guadagnato. Se li sarà fatti i suoi conti.”
Donna 2: “Questo
non lo so, sono affari suoi. Non gli ho neanche dato il saldo del preventivo.
Sai, erano ancora tremila euro ma ho saputo che in passato è stato in
difficoltà e non ha pagato degli operai per cui non gode di buona fama, per cui
la sua parola contro la mia… Dovrebbe prendere un avvocato per far valere i
suoi diritti ma è un pezzente, non se lo può mica permettere l’avvocato, per
cui sono in una botte di ferro. E
l’unica persona che potrebbe testimoniare sui nostri accordi ho fatto in modo
di far circolare brutte voci sul suo conto in modo da toglierle ogni
credibilità. Sai, a questo mondo, non bisogna farsi scrupoli. C’è la crisi ed è
meglio pensare a se stessi.”
- Spiaggia libera, verso fine estate. Da lontano
vedo un ragazzone nero che si avvicina a dei bagnanti per proporre la propria
mercanzia. Si tratta di due coppie sui cinquanta. Vedo che uno degli uomini si
alza, si mette a sbraitare e lo allontana in malo modo. Mi alzo e mi dirigo
verso di loro per capire cosa sta accadendo quando una coppia seduta poco
distante, che scopro poi essere tedesca, interviene in difesa del ragazzo. Con
noncuranza vado a sdraiarmi poco distante per ascoltare cosa si dicono i
quattro finalmente rimessi a sedere. Di base i soliti luoghi comuni contro
‘sti animali mussulmani che vengono a rubare a casa nostra, poi, quando le due
consorti si alzano per un’abluzione rinfrescante, uno dei due fa all'altro:
“ Questi ci
vogliono fottere le donne, cosa credi, e ci sono delle troie che gli piacerebbe
pure secondo me.”
Il compare tace
meditabondo.
Dopo una
mezz'ora il marcantonio nero ripassa facendo cautamente il giro largo. Lo
osservo: un metro e novanta per due spalle da lottatore, maglietta attillata su
petto e ventre niente male, viso da puma. Mi scappa un sorriso di ammirazione
compiaciuta (e indiscutibilmente materna vista l’evidente tenera età della
creatura) e godo veramente che il personaggio di cui sopra se ne accorga.
Perché, come
rispondeva il giovane ucraino in “Ogni cosa è illuminata” all'appunto che si
dovesse usare il termine nero e non negro: “Cos'hai contro negro? Negro è
superiore.”, è indubbio che alcuni gruppi etnici africani manifestino la loro
superiorità fisica ed estetica rispetto alla maggior parte delle altre etnie in
modo prorompente. Nel disprezzo spesso ci sta anche un po’ di invidia.
- Sulla riva, due donne. Generose.
Donna 1: “ Ma come mi sta questo costume?
Non riuscivo a decidermi stamattina se prendere questo o usare quello dell’anno
scorso, sai quello azzurro… te lo ricordi?”
Donna 2: “ Bene, bene, ti sta bene. ”
Donna 1: “ Ma tutta ‘sta cellulite, guarda
che roba, si vede di più con questo qui. Vero che si vede di più? Perché mi
schiaccia lì e vedi che buco che mi fa proprio sulla natica. Bisogna mettersi a
dieta e fare dei massaggi come si deve… altro che costume.”
Donna 2. “ Dieta? Ma che dieta? Vai bene
così. Ah, io mangio quanto voglio. E lo vedi tutto questo ben di Dio? Carlo ci
va pazzo. M’ammazza se perdo le tette. Quando sono lì, sì che stanno a guardare
la cellulite”
- Lungo la passeggiata a mare una coppia cammina e
chiacchera gesticolando.
Lei: “ … e tu cosa ne pensi?”
Lui: “ Secondo me il polsino della camicia
deve arrivare fin qui, poi quando allunghi il braccio così in avanti allora può
spuntare dalla manica della giacca.”
- Una donna armata di guanti e sacchi neri
perlustra la scogliera e raccoglie la spazzatura che trova. Si avvicina anche
ai bagnanti, sorridente e gentile, per pulire ovunque. Una signora le rivolge
la parola: “ Mi scusi, ma questo dovrebbe farlo il servizio di nettezza
urbana…”
“ Qui è demanio,
non credo sia di loro competenza, in ogni caso è tutta roba che stiamo
lasciando noi… un mare di plastica soprattutto…”
Un’altra donna
interviene: “ Vabbe’ , ma infilata lì tra gli scogli che fastidio le dà?”
-
Una donna anziana, piuttosto corpulenta, scossa
dai tremori continui e con evidenti difficoltà di movimento sta seduta sulla
sdraio sotto un ombrellone. Il marito, un ometto minuto, va e viene dalla
sdraio accanto.
Li osservo dal
molo di tanto in tanto. Lui ogni dieci minuti va a rinfrescarsi nell'acqua
bassa, poi torna e si rimette a leggere un libro. Si premura sempre di chiedere
alla moglie se ha bisogno di qualcosa, lo si capisce dai gesti e dai modi, e,
in caso affermativo, o va a prenderle qualcosa al bar dello stabilimento o, se
si lamenta del caldo, le porta un secchiello d’acqua di mare e la bagna un po’
dappertutto con gran contentezza di lei.
Due ragazzoni,
età da liceali, che da un paio d’ore ascoltano musica tremenda disturbando la
mia lettura, si alzano e si dirigono alla base del molo. Per inerzia seguo il
loro tragitto. Li vedo fermarsi davanti alla coppia che stavo guardando e
scambiare qualche frase con l’uomo e la donna. Da dove sono riesco a sentire
un’esclamazione di approvazione da parte di lei. Poi vedo i due ragazzoni aiutarla
ad alzarsi e condurla, seguiti dal marito, in acqua. La sorreggono fino alle
boe bianche, dove la profondità è di circa un metro e mezzo e le fanno fare un
bagno. Praticamente davanti a me. Lei ride contenta, anzi felice, e ripete:
grazie, grazie, grazie, ringraziate anche i vostri genitori, siete proprio due
bravi ragazzi.
29 agosto 2015
(tutti i diritti riservati)
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