venerdì 9 ottobre 2015

AL MARE (2015)

      Sul molo ore 9.00, sento alla radio dell’esperimento finlandese  che mostra come si viaggia nascosti in un container per 24 ore mentre leggo una frase in un articolo di un  giornalista di Pechino:
“ Siamo dei morti viventi che camminano ogni giorno come fosse il primo.”
Alzo lo sguardo e osservo, in questo mare di bonaccia e cielo terso e fermo, i pochi bagnanti mattinieri passeggiare sulla battigia, muoversi tra i lettini, vagare lenti con il pensiero probabilmente rivolto all'autunno imminente, al rientro al lavoro, alle prossime ferie lontane. Osservo la teoria di case antiche e nuove al di sopra dell’Aurelia. Bolle di inconsapevolezza come oasi. Pezzi di mondo fuori dal mondo. Ma come poter anche solo sospettare che la bellezza di questa luce netta su intonaci liguri sia ciò che di più lontano può esserci dalla realtà?


-               A un pranzo di compleanno in uno stabilimento balneare una bimba di 14 mesi frigna senza sosta in braccio alla madre. Perché? chiedo.  Vuole vedere il cartone sul tablet anziché sullo smartphone, risponde la genitrice mentre impone al fratello più grande di cedere il tablet alla sorellina.

-            Sempre sul molo, una donna al telefono, frammenti di conversazione portati dal vento: “… entro 3 trioparsec, ricordi, abbiamo avuto 3000 particelle… certo che se proiettato in tutte e 6 le dimensioni, in uno spazio di appoggio… infatti con la simulazione di … abbiamo visto variazioni di accrescimento…”

-                A passeggio sulla battigia una coppia sui trentacinque, lui occhiali, lei giuliva.
Lui:” …poi si fa un buco profondo profondo e si inietta un bel po’ di carbonio 14 così si capisce cos'è successo cento, mille, un milione di anni fa…”
Lei:”Ma dai?”.

-                Tra gli scogli, due ragazzini, otto o nove anni. Il secondo con la erre moscia.
“Guarda, guarda, una carpa”
“Non la vedo di qui. Sei sicuvo che è pvopvio una cavpa?”
“No, forse è una murena”
“Cavpa, muvena, non me lo dive neanche cos’è. Vado a pvendeve gli attvezzi per ammazzavla. Me lo dici dopo cos'è.”

-                Sempre tra gli scogli, tre belle bambine sui dieci anni. In piedi una fianco all'altra, capelli lunghi al vento, lo sguardo verso l’orizzonte. Una mora, una castano chiara, una bionda. Francesca, Elisa e Raffaella (i nomi me li sono inventati).
Elisa: “ Ma tua nonna non doveva controllarci?”
Francesca: ” Figurati, quella sta sempre attaccata all'I Phone”
Elisa: “Meglio così siamo libere di andare avanti e indietro come ci piace.”
Raffaella: “ Sì, è terribilmente noioso star sempre vicino all'ombrellone, almeno dalla cima del molo il mare si vede bene.”
Francesca (mettendosi a urlare con espressione di disgusto): “  Mare, mare, mare, mi fai schifo, mi fai schifo, il mare fa schifo, fai schifo mare, bleah, non servi a niente, a che cazzo servi, fai solo schifo…”
Raffaella (quasi a bassa voce): “ Ma cosa dici? Il mare è bello”
Francesca: “ Ma cosa dici tu? Il mare fa schifooooo, avete capito? Serve solo per cagarci dentro. Hai capito mare? Fai schifoooooo”

-             Spiaggia di pietre, si avvicina il mio amico Otman e si accovaccia per una pausa sigaretta scaricando dalla spalla i teli che vende. Parliamo del suo quarto figlio, nato in primavera.
“ E così sei al quarto figlio. Gli altri quanti anni hanno?”
“ Ho un maschio di nove e due femmine una di sette e una di quattro. Ma questo è l’ultimo. Per mangiare si riesce a mangiare ma ci sono la scuola, i dottori. Più di quattro non ce la posso fare.”
“L’ultimo? Posso farti una domanda molto personale?”
“Certo”
“ E come pensi di fare?”
Sorride benevolo, un po’ stupito, sia dalla mia franchezza sia da quella che deve sembrargli un’ignoranza insolita per una donna europea: “ Ci sono delle pastiglie, non sai?”

-                Due donne sulla cinquantina e qualcosa conversano passeggiano avanti e indietro nell'acqua.
Donna 1: “ Allora, come procedono i lavori di ristrutturazione? Sei a buon punto?”
Donna 2: “ Finiti. Finalmente, non ce la facevo più a stare in mezzo a un cantiere…”
Donna 1: “ E cos'hai fatto fare? Solo l’esterno o anche gli interni?”
Donna 2: “ Tutto. Mi sono fatta fare tutto. E figurati che sono riuscita a farmi fare anche il muro esterno, sai quello lungo dietro la casa che era da rifare? Il muro e anche parecchie altre cosette fuori dal preventivo.”
Donna 1: “ E hai speso molto oltre al preventivo?”
Donna 2: “ Nulla, cosa credi? Quando gli ho prospettato la possibilità di fare anche gli interni, ho visto che il tipo era molto interessato a prendere il lavoro e ne ho approfittato così me li ha atti gratis.”
Donna 1: “ Be’, ci avrà comunque guadagnato. Se li sarà fatti i suoi conti.”
Donna 2: “Questo non lo so, sono affari suoi. Non gli ho neanche dato il saldo del preventivo. Sai, erano ancora tremila euro ma ho saputo che in passato è stato in difficoltà e non ha pagato degli operai per cui non gode di buona fama, per cui la sua parola contro la mia… Dovrebbe prendere un avvocato per far valere i suoi diritti ma è un pezzente, non se lo può mica permettere l’avvocato, per cui sono in una botte di ferro.  E l’unica persona che potrebbe testimoniare sui nostri accordi ho fatto in modo di far circolare brutte voci sul suo conto in modo da toglierle ogni credibilità. Sai, a questo mondo, non bisogna farsi scrupoli. C’è la crisi ed è meglio pensare a se stessi.”

-             Spiaggia libera, verso fine estate. Da lontano vedo un ragazzone nero che si avvicina a dei bagnanti per proporre la propria mercanzia. Si tratta di due coppie sui cinquanta. Vedo che uno degli uomini si alza, si mette a sbraitare e lo allontana in malo modo. Mi alzo e mi dirigo verso di loro per capire cosa sta accadendo quando una coppia seduta poco distante, che scopro poi essere tedesca, interviene in difesa del ragazzo. Con noncuranza vado a sdraiarmi poco distante per ascoltare cosa si dicono i quattro finalmente rimessi a sedere. Di base i soliti luoghi comuni contro ‘sti animali mussulmani che vengono a rubare a casa nostra, poi, quando le due consorti si alzano per un’abluzione rinfrescante, uno dei due fa all'altro:
“ Questi ci vogliono fottere le donne, cosa credi, e ci sono delle troie che gli piacerebbe pure secondo me.”
Il compare tace meditabondo.
Dopo una mezz'ora il marcantonio nero ripassa facendo cautamente il giro largo. Lo osservo: un metro e novanta per due spalle da lottatore, maglietta attillata su petto e ventre niente male, viso da puma. Mi scappa un sorriso di ammirazione compiaciuta (e indiscutibilmente materna vista l’evidente tenera età della creatura) e godo veramente che il personaggio di cui sopra se ne accorga.
Perché, come rispondeva il giovane ucraino in “Ogni cosa è illuminata” all'appunto che si dovesse usare il termine nero e non negro: “Cos'hai contro negro? Negro è superiore.”, è indubbio che alcuni gruppi etnici africani manifestino la loro superiorità fisica ed estetica rispetto alla maggior parte delle altre etnie in modo prorompente. Nel disprezzo spesso ci sta anche un po’ di invidia.

-                Sulla riva, due donne. Generose.
Donna 1: “ Ma come mi sta questo costume? Non riuscivo a decidermi stamattina se prendere questo o usare quello dell’anno scorso, sai quello azzurro… te lo ricordi?”
Donna 2: “ Bene, bene, ti sta bene. ”
Donna 1: “ Ma tutta ‘sta cellulite, guarda che roba, si vede di più con questo qui. Vero che si vede di più? Perché mi schiaccia lì e vedi che buco che mi fa proprio sulla natica. Bisogna mettersi a dieta e fare dei massaggi come si deve… altro che costume.”
Donna 2. “ Dieta? Ma che dieta? Vai bene così. Ah, io mangio quanto voglio. E lo vedi tutto questo ben di Dio? Carlo ci va pazzo. M’ammazza se perdo le tette. Quando sono lì, sì che stanno a guardare la cellulite”

-                Lungo la passeggiata a mare una coppia cammina e chiacchera gesticolando.
Lei: “ … e tu cosa ne pensi?”
Lui: “ Secondo me il polsino della camicia deve arrivare fin qui, poi quando allunghi il braccio così in avanti allora può spuntare dalla manica della giacca.”

-              Una donna armata di guanti e sacchi neri perlustra la scogliera e raccoglie la spazzatura che trova. Si avvicina anche ai bagnanti, sorridente e gentile, per pulire ovunque. Una signora le rivolge la parola: “ Mi scusi, ma questo dovrebbe farlo il servizio di nettezza urbana…”
“ Qui è demanio, non credo sia di loro competenza, in ogni caso è tutta roba che stiamo lasciando noi… un mare di plastica soprattutto…”
Un’altra donna interviene: “ Vabbe’ , ma infilata lì tra gli scogli che fastidio le dà?”

-          Una donna anziana, piuttosto corpulenta, scossa dai tremori continui e con evidenti difficoltà di movimento sta seduta sulla sdraio sotto un ombrellone. Il marito, un ometto minuto, va e viene dalla sdraio accanto.
Li osservo dal molo di tanto in tanto. Lui ogni dieci minuti va a rinfrescarsi nell'acqua bassa, poi torna e si rimette a leggere un libro. Si premura sempre di chiedere alla moglie se ha bisogno di qualcosa, lo si capisce dai gesti e dai modi, e, in caso affermativo, o va a prenderle qualcosa al bar dello stabilimento o, se si lamenta del caldo, le porta un secchiello d’acqua di mare e la bagna un po’ dappertutto con gran contentezza di lei.
Due ragazzoni, età da liceali, che da un paio d’ore ascoltano musica tremenda disturbando la mia lettura, si alzano e si dirigono alla base del molo. Per inerzia seguo il loro tragitto. Li vedo fermarsi davanti alla coppia che stavo guardando e scambiare qualche frase con l’uomo e la donna. Da dove sono riesco a sentire un’esclamazione di approvazione da parte di lei. Poi vedo i due ragazzoni aiutarla ad alzarsi e condurla, seguiti dal marito, in acqua. La sorreggono fino alle boe bianche, dove la profondità è di circa un metro e mezzo e le fanno fare un bagno. Praticamente davanti a me. Lei ride contenta, anzi felice, e ripete: grazie, grazie, grazie, ringraziate anche i vostri genitori, siete proprio due bravi ragazzi.


29 agosto 2015


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