venerdì 15 marzo 2013

PENSIERI VARI SUL MOVIMENTO 5 STELLE

E’ chiaro che tante boutades di Grillo sono state funzionali a un raccattare voti a destra e a manca.
Da esperto uomo di spettacolo ha usato i toni e le frasi necessari a tale risultato.
Reagire a certe provocazioni con tanta veemenza mette in ridicolo chi reagisce e dà ragione al provocatore che sta semplicemente dicendo: sei proprio stupido.
E non è il caso di offendersi. Che da parecchio tempo sia la nostra stupidità a prevalere non c’è dubbio. Perché l’avidità, l’ingordigia, la prepotenza, il menefreghismo sono figli della stupidità.
Tacciare Grillo di populismo è una semplificazione inutile. Sì, forse lo è anche lui un altro clown populista, ma andiamo alle cause. E non solo nel nostro Paese. A mettere mano dove c’è perdita di credibilità delle istituzioni che ci governano, quasi non più per nostro mandato ma su investitura di una corporazione mondiale di banche e aziende, la cui autorità gestionale viene vista come ineluttabile. Istituzioni che non perseguono, o non vedono, le volontà criminali che stanno minando le basi della società umana.
In entrambi i casi istituzioni inidonee.
E noi complici. Perché per quanto il sistema di voto possa essere non rappresentativo in misura equa della volontà popolare, la volontà popolare si esprime. E, salvo dove il risultato del voto è truccato, manipolato, estorto, i popoli hanno i governi che li rappresentano. Che li raffigurano. Si può sbagliare valutazione, certo, questo è umano, ma bisogna saper porre rimedio agli errori una volta riconosciuti. O, almeno, provarci. L’unica critica seria mossa al M5S è quella relativa alla democrazia. Ma quando si constata appunto la stupidità di cui sopra, passa la passione di credere nella democrazia a priori. Sinceramente, vien da mettere in discussione persino il principio di suffragio universale. Ci vorrebbe un test attitudinale non solo per chi si candida ad amministrare la cosa pubblica ma anche per chi vota. Peccato che salterebbe fuori la questione: chi concepisce il test e chi lo giudica?
E’ rabbia questo modo di porsi. Ma se la rabbia è unita a ironia e intelligenza forse qualcosa di buono può venire fuori.
Si paventa anche lo spauracchio fascista. Si fa riferimento alla Lega e al percorso di tale movimento, si pensa ad Alba Dorata in Grecia. Si parla della recessione degli anni ’30, ma non siamo, se non apparentemente, in una situazione analoga. Insomma, credo siano tutte considerazioni che fuorviano, per quanto legittime, e portano a osservare la questione da una prospettiva distorta.
Da parte di Grillo, non credo proprio che si tratti di un rifiuto della democrazia in quanto principio, ma piuttosto di rifiuto verso una certa classe politica che si vanta di gestire tale democrazia. Si criticano anche le sue proposte in materia fiscale che, in effetti, non tengono conto dello spread, delle agenzie di rating, del monte di interessi che ogni anno l'Italia deve sborsare sottraendo risorse preziose all'economia reale e alla crescita, ma si dimentica l’aspetto fondamentale: si sta parlando di rivedere tutto un obsoleto sistema, ammennicoli compresi. E se la nostra vita dipende da questi ammennicoli è indubbiamente un problema bello grosso, ma non sarà l’ostinazione a salvarci.
Com’è che si dice, Signore, dammi il coraggio di accettare quello che non posso cambiare, la forza di cambiare quello che posso cambiare, e la saggezza di distinguere tra le due cose.
E se non vogliamo proprio nascondere la testa sotto la sabbia, direi che cose da cambiare ce ne sono e anche la possibilità di farlo. E più che la forza, quindi, forse manca la volontà. E’ più facile rassegnarsi, pare, ma no, è più grave. Conosco tante buone persone che, al dunque, sono intimamente convinte che il sistema che regge il mondo sia l’unico possibile.
Ma non è così, e gli esempi abbondano, soprattutto e quasi per assurdo, nei paesi in via di sviluppo, ma si sa, la necessità aguzza l’ingegno e lì dove ora il Pil è in crescita, la forbice si spalanca e le persone ne pagano il prezzo vivendo con anticipo il declino, nascono nuove ed innovative soluzioni. Lo vediamo anche qui, nelle metropoli, dove i disagi e il malessere sono maggiori, prendono vita forme di aggregazione e iniziative proiettate alla realizzazione di una società equa, sana e collaborativa. E’ come se dove si sta peggio si fosse già nel futuro prossimo e si stessero adottando le uniche soluzioni possibili.
Dovremmo prendere esempio. Non arriverà nessun nuovo boom. Togliamocelo dalla testa.
A meno che non intraprendiamo una via nuova, da molti già intrapresa. Abbiamo tutto ciò che serve e in abbondanza. Risorse comprese. Dobbiamo solo combattere la mala gestione. Iniziando da noi stessi. E non è una semplificazione ingenua. E’ provato. Chiedete a qualsiasi fisico. Se mutiamo noi, muta di conseguenza il mondo circostante. E poi cosa?
Il pragmatismo. Ecco guardiamo i fatti o, per ora, le promesse di fatti. Andiamo al di là della forma. Perché gran parte del mondo scientifico appoggia il movimento? Premesso che essere scienziato non implica essere saggi e onesti, tuttavia chi ha la competenza in settori fondamentali per un progresso reale e diffuso deve avere voce in capitolo. Dalla ricerca medica ai combustibili, dall’alimentazione alla gestione del territorio, al parlamento devono sedere persone che sanno di cosa stanno parlando (e che non siano prezzolati, ovviamente). Far uscire quelli che non conoscono nemmeno l’italiano e far entrare chi vuole onestamente e con la maggior lungimiranza possibile, aggiustare le cose.
Non tecnocrati ma passionari paladini di idee, persone che sapranno supplire alla mancanza di esperienza politica con la determinazione a fare qualcosa di buono.
Ridare slancio alla cultura, all’indagine, restituire a questo Paese un ruolo di avanguardia per l’ingresso nel nuovo millennio.
Resta il fatto che Grillo, se vuole essere coerente con le promesse fatte agli elettori e non deluderli facendo correre il rischio che certe riforme non passino, non potrà restare ai margini di un’intesa, visto che alcuni punti di programma, come il taglio dei costi della politica, sono anche del Pd. Sinceramente non so cosa sperare. Il timore che muoversi in modo trasversale scodelli la solita minestra riscaldata è forte quanto quello che, per rimanere in metafora culinaria, si tratti di tanto fumo e poco arrosto.
E, in ogni caso, se Grillo dovesse rivelarsi l'ennesimo fanfarone, non sarebbe un buon motivo per non sostenere delle buone idee. Come dicono i buddisti, segui la legge non il maestro.
Il maestro è corruttibile, i principi no. Facciamoli nostri.

marzo 2013

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