sabato 16 marzo 2013

IL MONDO INTORNO

Quando penso a cosa accade ogni giorno nella mia vita e attorno a me, nella testa si visualizza la mappa del mondo. Non sono una cima in geografia, ma vedo continenti e mari. E nei continenti vedo popoli, vedo terre, coste, confini, fiumi. Non mi riesce proprio di pensare alle vicende che mi riguardano come a qualcosa di circoscritto. 
E’ urgente, su alcune tematiche in particolare, che esistano se non regole, almeno direttive planetarie: diritti umani, energia, trasporti, sanità… 
Il commercio. Per il commercio è già così, e sono regole e leggi belle toste, e non sono granché. 
Quindi. 
Possiamo creare, trasformare, migliorare. 
Cercare la stabilità, intesa come crescita del Pil, come premessa di un cambiamento, invece, è molto in odore di chemio. 
Non esistono più i presupposti per tornare a una stabilità quale sinora abbiamo conosciuta e quindi concepiamo. Una base di salute, intesa come benessere economico, da cui partire, un buon terreno da cui possano nascere innovazioni e cambiamenti, come ciclicamente è successo in passato. 
E non è vero che abbiamo molto da perdere. Ma è vero che abbiamo molto da guadagnare. Anche un bel po' di posti di lavoro.
Sarà difficile: chi vive nel bel mezzo i mutamenti epocali in genere si becca le implicazioni negative, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Se stiamo ad aspettare quelle che per noi dovrebbero essere le condizioni favorevoli… Queste non arriveranno più; non come vorremmo noi o come ci dicono che deve essere. 
Quest’implosione generale del sistema è forse la condizione favorevole. La migliore occasione possibile. Non riconoscerlo potrebbe semplicemente prolungare l’agonia. 

aprile 2012 

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