venerdì 13 novembre 2015

LA TURCHIA E LE NUOVE CITTÀ


La Turchia dichiara di voler costruire nuove città per i rifugiati. Dotate di scuole, ospedali, e fabbriche. Verrebbero introdotte delle forme di autogoverno in un progetto a lungo termine. Se anche la guerra finisse domani occorreranno anni prima che i siriani possano tornare in Siria, si preoccupano i turchi,  e a oggi i profughi sono più di 2 milioni, un numero destinato a crescere. Al momento vivono in accampamenti sparsi lungo il confine turco-siriano e molti si disperdono nelle grandi città. Questo non va bene, non è gestibile.
Il governo turco dice che la Turchia non diventerà un immenso campo di concentramento a cielo aperto, né tollererà  una diffusione capillare e incontrollabile sul proprio territorio, quindi riserve. Di quello si tratta. Rivisitati bantustan di sudafricana memoria che non porteranno a niente di buono. Perché è scontato che non sarà rispettata la libertà di movimento ed è assai probabile che tutti i migranti  saranno invitati con sollecitudine ad andare e rimanere in queste nuove città fino a nuovo ordine.

Con un capo di stato, recentemente rieletto, che con una mano prenderà dall'Europa una barcata di denaro, 3 miliardi di euro, per gestire l’emergenza profughi e con l’altra fa fuori i curdi, definiti a qualunque fazione appartengano, terroristi al pari dei militanti Isis, che la maggior parte dei curdi invece contrastano e combattono.

Novembre 2015


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