La Turchia
dichiara di voler costruire nuove città per i rifugiati. Dotate di scuole,
ospedali, e fabbriche. Verrebbero introdotte delle forme di autogoverno in un
progetto a lungo termine. Se anche la guerra finisse domani occorreranno anni
prima che i siriani possano tornare in Siria, si preoccupano i turchi, e a oggi i profughi sono più di 2 milioni, un
numero destinato a crescere. Al momento vivono in accampamenti sparsi lungo il
confine turco-siriano e molti si disperdono nelle grandi città. Questo non va
bene, non è gestibile.
Il
governo turco dice che la Turchia non diventerà un immenso campo di
concentramento a cielo aperto, né tollererà
una diffusione capillare e incontrollabile sul proprio territorio,
quindi riserve. Di quello si tratta. Rivisitati bantustan di sudafricana
memoria che non porteranno a niente di buono. Perché è scontato che non sarà
rispettata la libertà di movimento ed è assai probabile che tutti i
migranti saranno invitati con
sollecitudine ad andare e rimanere in queste nuove città fino a nuovo ordine.
Con un
capo di stato, recentemente rieletto, che con una mano prenderà dall'Europa una
barcata di denaro, 3 miliardi di euro, per gestire l’emergenza profughi e con l’altra
fa fuori i curdi, definiti a qualunque fazione appartengano, terroristi al pari
dei militanti Isis, che la maggior parte dei curdi invece contrastano e
combattono.
Novembre 2015
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