A fine estate avevo scritto la seguente riflessione. La feci leggere a un paio di amici che mi dissero che ero paranoica, che oggi nessuno avrebbe permesso di scivolare in una catastrofe e che la diplomazia avrebbe in un modo o nell'altro sempre fornito una soluzione.
Considerata la situazione
geopolitica mondiale, considerati gli interessi economici internazionali,
considerato il fenomeno dei flussi migratori, in tutte le diverse espressioni e
modalità in cui si manifesta, consideratene le cause e le implicazioni, ritengo
che si prospettino due scenari possibili.
Il primo: un’illuminazione
collettiva che porti a un’assunzione di responsabilità sia individuale sia
degli stati sovrani verso un’intelligente, umana, equa e lungimirante
risoluzione del problema (tutto ciò che ci preoccupa, ci indigna, ci spaventa rappresenta aspetti diversi di un unico problema).
Il secondo: lasciare campo libero
agli estremismi e permettere a essi di portare sempre più vicino paura e
terrore, in modo che tutti vorranno una soluzione qualunque essa sia pur di
sentirsi protetti e al sicuro. Con buona pace di giustizia, intelligenza,
onestà.
Quando le persone sono frustrate,
arrabbiate, impaurite, vogliono soluzioni rapide e, visto che chi ci governa*
quando non è in malafede o controllato, è inetto ( terze opzioni non sono date), meglio di
così cosa ci potrebbe essere? Se il terrorismo arriverà a casa nostra sarà una
manna. Sarà sufficiente abolire Schengen, innalzare barriere dove ancora non ci
sono, alimentare i nazionalismi.
Donald Trump insegna.
*Quando mi
riferisco a chi governa intendo sempre a livello internazionale. Diversamente
lo specifico.
2 settembre
2015
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