Non voglio nemmeno cercare di
capire come sia stato possibile che un tir sia potuto entrare in una zona
pedonalizzata e controllata dalle forze dell’ordine. Mi limito a sperare che
sia un pazzo. Qualcuno frustrato uscito di testa. Uno di quelli che un giorno si sveglia, si
procura un’arma e fa una strage. Semplicemente perché ha perso il lavoro o
perché la moglie lo ha tradito. Spero sia così. Che non ci sia una
rivendicazione di stampo islamico né altro.
Il dolore per le vittime è
congelato. Sovrastato da un dolore più grande, un dolore in anticipo. Per tutti
i morti a venire. Che saranno milioni. Vittime della paura e della non
comprensione che si faranno chiusura, muro, rifiuto, odio. Sete di sangue.
Se ci sarà una rivendicazione l'impegno sarà reso vano, i morti fino a oggi saranno resi vani, e l’impresa delle persone di buona volontà sarà ancora più ardua. Le parole che
dicono accoglienza, integrazione, umanità, incontreranno interlocutori sordi e
ciechi, e solo urlanti. Continueranno a morire innocenti.
15 luglio 2016
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