L’altra sera si parlava di lavoro
con un’amica. Anni di precarietà a far le pulizie, si presenta l’occasione di
vendere impianti a led. A buttarcisi dieci ore al giorno c’è da tirare su uno
stipendio degno. Perché non lo fai? è la domanda della mia amica. Mentre le
rispondo man mano metto a fuoco qualcosa che ho sempre saputo.
Non sono una venditrice.
Non mi interessa un lavoro che occupi tutto il mio tempo vitale.
Non mi interessa fare carriera. Non mi è mai interessato.
Ora meno che mai.
Siamo a un punto della storia in cui a breve verremo chiamati a schierarci e tutto ciò che fa parte della nostra quotidianità sarà da perdere. Da una parte i valori e i principi di umanità per cui è lecito dire no. Anzi è imperativo morale fare obiezione di coscienza. Dall'altra il mondo di chi vuole solo stare tranquillo.
Ci sarà un dentro e un fuori.
Ci sarà un gran bisogno di persone che riescano mantenere aperte le falle di un sistema che altrimenti dividerà l’umanità in due gruppi: pochi privilegiati dentro e tutti gli altri a scannarsi vicendevolmente non riuscendo ad accedere ai luoghi di un dignitoso vivere.
Non mi interessa un lavoro che occupi tutto il mio tempo vitale.
Non mi interessa fare carriera. Non mi è mai interessato.
Ora meno che mai.
Siamo a un punto della storia in cui a breve verremo chiamati a schierarci e tutto ciò che fa parte della nostra quotidianità sarà da perdere. Da una parte i valori e i principi di umanità per cui è lecito dire no. Anzi è imperativo morale fare obiezione di coscienza. Dall'altra il mondo di chi vuole solo stare tranquillo.
Ci sarà un dentro e un fuori.
Ci sarà un gran bisogno di persone che riescano mantenere aperte le falle di un sistema che altrimenti dividerà l’umanità in due gruppi: pochi privilegiati dentro e tutti gli altri a scannarsi vicendevolmente non riuscendo ad accedere ai luoghi di un dignitoso vivere.
Non intendo andare per il mondo a
fare rivoluzioni ma so che se domani per strada vedrò un’ingiustizia lampante e
mi sarà chiesto di far finta di niente o, peggio, di essere complice, accetterò
prigionia o morte come occasione di rivendicare con forza i valori senza i
quali non possiamo chiamarci uomini.
Ho citato Cassandra nel titolo,
richiamandomi ai sogni che facevo da bambina, di cui ho già scritto, e che definivo
sogni di resistenza. I tempi sono più che maturi. Oggi e qui i miei timori di
allora si sono fatti sostanza e non posso voltarmi altrove.
2 luglio 2016
Nessun commento:
Posta un commento