A me l’idea che i popoli si
mescolino piace un sacco. A parte che chi nasce meticcio in genere è bello,
l’unica via che abbiamo è fonderci, amalgamarci, cercare di realizzare una
società multietnica con una buona qualità della vita per tutti, in un ambiente
sano e nel rispetto di ogni forma vivente. A chi mi dice che è utopia, che non
ce n’è per tutti di ricchezza e risorse, rispondo a gran voce, andate a studiare prima di aprir bocca.
Nonostante il pantano in cui stiamo affossando, ce n’è invece ancora abbastanza
per tutti e potrebbe esserci ancora il tempo per rimediare ad alcuni danni che
tengono in ginocchio miliardi di persone.
Ci vorrebbe un cazzo di dittatore
illuminato e onesto che, un bel colpo di spugna, stabilisse una decina di
regole per gli abitanti del globo, nessuno escluso, su gestione dell’ambiente,
della salute, dell’alimentazione, degli scambi commerciali. Espropriare le
terre ai novelli latifondisti (parliamo di mezzi continenti in mano a quattro
gatti e poi diciamo che vanno aiutati a casa loro: non è più casa loro) e
restituire ai singoli individui possibilità e relative responsabilità. In modo
che ognuno potesse vivere serenamente dov’è nato o dove desidera, perché tutti
i luoghi si equivarrebbero per opportunità, salubrità, e assenza di conflitti.
Spostarsi, trasferirsi solo per curiosità umana e culturale, per preferenze
climatiche ed estetiche, per scelta e per incontro. Sarebbe possibile. È
possibile. Ci sono le conoscenze e le finanze per realizzare tutto ciò. E anche
ancora un po’ di tempo. L’ingrediente assente è la volontà. Troppa avidità da parte di chi vuole sempre di più e troppa paura da parte di teme di perdere il poco che ha.
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