Mi chiedo perché l’appellativo migrante economico debba avere una
valenza negativa e dispregiativa. Perché il migrare per migliorare la propria situazione
economica debba essere discriminante rispetto alle motivazioni di profughi di
guerra o ambientali. Conosco molte persone che si spostano per tale motivo e
altrettante che stanno valutando di farlo, e nessuno si sogna di criticare o
attribuire a ciò una valenza negativa. Se non nella misura in cui ciò determina
una critica sulla situazione economico politica dei paesi di partenza.
Allora mi chiedo perché, ad esempio, se può
trasferirsi senza onta negli Stati Uniti un giovane italiano, un giovane ghanese, non possa venire in Europa. Qual è la differenza? Mi si obbietta
che c’è la crisi, ma la crisi è ovunque (anche se io la definirei più
correttamente mala gestione), e comunque non è una risposta alla mia domanda.
Forse che per avere diritto di
migrare alla ricerca di una condizione migliore bisogna partire da una
situazione già sufficientemente privilegiata? Questa è l’unica risposta che
spiega il due pesi due misure, ma è una risposta di cui vergognarsi.
novembre 2016
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