mercoledì 2 aprile 2014

BARCONI E SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE

Si chiede a gran voce riparazione dei danni e torti subiti, ma prima ancora e soprattutto si chiede vendetta. È l’unico diritto che ci resta, tutti gli altri ci sono stati a poco a poco sottratti, a questo non rinunceremo. 

Ogni nostro atto, che ci piaccia o no, che lo vogliamo o no, implica un danno o una sofferenza altrui. Ma il nostro immaginario etico ormai è plasmato per prendere eventualmente in considerazione una responsabilità individuale solo quando riteniamo che un determinato atto sia la conseguenza di una precisa intenzione malevola. E noi non siamo cattivi quindi non abbiamo responsabilità.
E ci infastidiscono molto le soluzioni che impongano di prestare attenzione alle nostre mancanze, ai nostri difetti, alla nostra disattenzione. Che ci chiedano di mettere in discussione il nostro stile di vita.

Se manca il lavoro o se i servizi funzionano male, se lo stato non ha il denaro per far fronte alle necessità dei propri cittadini, è colpa dei barconi e di quelli che ci stanno sopra. Riconoscere che le motivazioni reali sono riconducibili ad altri ambiti, che il nemico sta in casa e siede alla nostra tavola comporterebbe un’onestà e uno sforzo che nessuno ha più voglia né forza di sostenere.

La diaspora sempre più accentuata e irreversibile della popolazione mondiale. L’interdipendenza planetaria. Ma chi ce lo fa fare di pensare in questi termini? Bisogna già correre così tanto per restare dove si è. Mettersi a ricercare le vere cause è roba da sofisti. L’importante è mantenere l’integrità di se stessi e dei propri beni. Tanto più se ci sono soluzioni preconfezionate e colpevoli sotto vuoto e senza data di scadenza. Ci hanno sobbarcato dell’onere di trovare da noi le soluzioni ai nostri problemi? Bisogna individuare e punire dei colpevoli? Perché andare a cercarli lontano? Questi addirittura ci arrivano in casa belli pronti ed etichettati.

E a chi ci dice che benessere, democrazia, libertà, e sicurezza o ci saranno per tutti o non ci saranno più e che non esiste più un dentro e un fuori e che siamo tutti insieme, rispondiamo all’unisono:
Andate a farvi fottere!

Per dirla con Platone, all’uomo piace essere imbrogliato. O, per usare una locuzione francese imparata di recente, se laisser embobiner.

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