giovedì 6 giugno 2013

EDILIZIA

Nelle periferie urbane, in Italia, palazzi su palazzi restano invenduti. Centinaia di migliaia di metri cubi fuori mercato.
E si chiedono incentivi per l’edilizia.
I grossi speculatori perché guadagnano dal costruire ancor prima che dal vendere, per cui finché possono ci provano, e finora ci riescono. Se c’è un settore dalla spiccata connotazione clientelare e mafiosa è quello dell’edilizia. Gli imprenditori medio piccoli, invece, perché sono inguaiati. Non riescono a realizzare, come si dice, a rientrare degli investimenti, non possono pagare dipendenti e materiale, e rischiano il fallimento. Ammaliati dalla sirena della crescita ad oltranza¹, hanno pensato soltanto a mettere su cemento con mattoni senza preoccuparsi di cosa accade nel mondo. Indietro di almeno mezzo secolo rispetto alla realtà, ora piangono, arrabbiati, disperati, stupiti che il meccanismo si sia inceppato. E danno la colpa alle tasse che spaventerebbero i potenziali acquirenti.
In Spagna, in alcune zone, vendono gli appartamenti come al supermercato: se ne compri uno, il secondo te lo regalano.
Degli obiettivi della Terza Rivoluzione Industriale, che creerebbe migliaia di posti di lavoro² nell’edilizia e darebbe il la a una non indifferente ripresa economica, non frega niente a nessuno. Non se ne parla. Gli addetti ai lavori non sanno di che si tratta. Eppure basterebbe studiare la faccenda e mettersi d’accordo. Ma ci sono troppi interessi in ballo. E poi chi me lo fa fare di fare le cose meglio, se a farle alla vecchia maniera, i soldi in saccoccia me li metto comunque? Sono sempre meno quelli che ce la fanno, ma sono evidentemente ancora troppi.

Anche in questa mia città che amo, Imperia, vedo gli esiti della medesima ingordigia mortifera. Come in un microcosmo, si ripropongono le dinamiche che sono dell’intero Paese. Che sono dell’uomo. Anzi di quest’uomo di passaggio. Avido, presuntuoso e per nulla lungimirante.

Nel corso degli anni che ho trascorso qui, da più persone e in ambienti diversi, ho ripetutamente udito affermare che da queste parti ci sono due, tre persone che fanno il bello e il cattivo tempo per quanto riguarda la gestione del territorio. Vedi piani regolatori e concessioni edilizie. Ne fanno i nomi con disinvoltura, ne dichiarano i legami con le stanze del potere. Insomma pare che tutti sappiano qualcosa di cui mai ho sentito o letto alcunché dagli organi di informazione. Né so di procedimenti penali in corso.
Non sono di qui e non conosco direttamente persone e fatti, per cui l’unica affermazione che posso fare è che in venticinque anni ho visto Imperia diventare un ricettacolo di cementi armati e non mi piace.

L’Italia è forse il Paese, in Europa, con il maggior numero di proprietari di case. Spesso più d’una. Il semplice buon senso dovrebbe evidenziare la stupidità del continuare a costruire. Sarebbe ora di iniziare seriamente a parlare di riconversione edilizia. Sarebbe ora di pretendere di essere governati con intelligenza. Sarebbe ora che chi ha prove di atti illeciti le mettesse sul tavolo.

 ¹Secondo Eurostat (giugno 2013) il Pil della zona euro, dopo il quarto calo consecutivo, è in flessione su base annua dell’1,1%. Rimando al post del 20 aprile “Economia”.
²Si perdono posti di lavoro al ritmo di decine di migliaia in ogni Paese (in Italia ad esempio dal 2007 al 2012, 500.000 posti di lavoro persi nel manifatturiero). E’ovvio che bisogna crearne di nuovi.


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