Recentemente ho deciso di
concedermi una settimana di vacanza ma, essendo al limite
dell'incapienza, ho optato per una soluzione a costi ridotti. Ho
spento il telefono e mi sono immersa nella lettura di due libri.
Con sempre rinnovato
piacere mi sono dedicata alla prosa scarna ma efficace di Simenon ne
“Le persiane verdi” (Adelphi) e con estrema attenzione al saggio di Otto
Bauer (Editori Riuniti) ne “La questione nazionale”.
La seconda lettura, a
prescindere dal contenuto su cui a lungo si potrebbe argomentare, mi
ha fatto riflettere su quante volte ho espresso opinioni e
manifestato aspettative politiche senza avere una cultura specifica
in materia. A parte il "Manifesto del Partito Comunista” ai tempi del liceo e pochi
altri saggi, ho letto per lo più letteratura sociale, scientifica,
ed economica. Tutte trattazioni attinenti in ultima analisi alla
politica ma non specifiche. Leggere ora il saggio di Bauer,
pubblicato all'età di ventisei anni, quindi pensato ed elaborato in
quelli precedenti, giovanissimo, mi ha emozionato al pensiero del
fermento culturale di quegli anni che rendeva uomini dei ventenni
quanto a cultura e capacità d'analisi. Nondimeno il trovare
trattate, come anche in questo testo, idee cui sono giunta attraverso
osservazione, analisi, e intuizione, mi rassicura sul fatto di non
dovermi porre troppi problemi riguardo all'esprimermi su questioni
politiche. Non sarò in grado di affrontare tecnicismi, né di
argomentare con dotti riferimenti ma quanto a visione d'insieme sulle
questioni e sulle dinamiche che necessariamente devono concorrere
all'elaborazione di una strategia politica lungimirante ed equa,
direi che l'unico ostacolo è la ristrettezza di vedute della maggior
parte degli interlocutori. Se operanti a livello politico, si tratta
per lo più di persone convinte di aver raggiunto un traguardo
personale anziché di essere i rappresentanti di responsabilità
collettive. Se comuni cittadini, troppo presi dalle contingenze
quotidiane per buttare l'occhio verso l'orizzonte. In entrambi i casi
prigionieri di particolarismi e sterile competitività.
Un consiglio finale: dopo
aver avvisato parenti e amici stretti, onde evitare allarmismi,
concedetevi qualche giorno a telefono spento. Superato lo spaesamento
iniziale potreste essere sorpresi da un senso di benessere
dimenticato.
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