martedì 28 maggio 2019

PASQUALE INDULGENZA

Ieri ho scritto alcune righe sull'abituarsi e stanotte è morto un amico che non si è mai voluto abituare. Pasquale Indulgenza lo conobbi poeta trent'anni fa. Una buona persona con un carattere a tratti spigoloso sempre però incline a un sorriso. Colto, attento, dedito alla causa della polis, credo sia stato sopraffatto dalla stanchezza. L'arrendersi amaro all'evidenza dei fatti che infine sottrae l'energia vitale che ci sostiene. L'ultima volta che parlammo mesi fa ci trovammo distanti su alcune considerazioni finali legate alla politica ma riconoscemmo grati la serietà intellettuale, l'onestà d'intenti, il senso di responsabilità umana che ci accomunava. Per lui ero troppo proiettata verso un futuro ancora utopico, per me lui ancora troppo legato a una concezione della politica a mio avviso obsoleta nel terzo millennio. Mi salutò ammiccando indulgente e sono certa abbia pensato, Amica mia, non hai idea di quanta strada ci sia ancora da fare.



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