mercoledì 14 febbraio 2018

NON SIAMO FASCISTI

Dev’esserci una marcata vena di masochismo in me se oggi ho dedicato il pomeriggio di riposo a scorrere le pagine degli account twitter e facebook di Forza Nuova e Casa Pound.
Forse è stato per l’essermi ritrovata a tavola, negli ultimi venti giorni in due diverse occasioni e in due case di amici di vecchia data, con un convitato una volta e una convitata l’altra, entrambi non noti e di palesi idee fasciste. Un idraulico e una madre di famiglia che agli antipasti avevano già chiarito la loro nostalgia per squadristi e camere a gas da dedicare a negri, omosessuali, musulmani.
È un po’ come il cancro: quando iniziano a morire come mosche persone sempre più vicine a te, inizi a preoccuparti sul serio, il cerchio si stringe.  Parliamo di numeri come 240000, 250000 follower. Casa Pound ne ha guadagnati 6000 negli ultimi nove giorni e ne ha 8000 più del Pd. saranno anche "gonfiati" ma se pensiamo che nel 2000 raggiungevano a stento il migliaio, iniziamo ad avere un’idea della consistenza del fenomeno. A cascata e un po’ a caso ho aperto anche molte pagine di chi segue e commenta.  Prima di accingermi a scrivere queste poche righe mi sono sentita male. Ansia, sudori freddi, conati. Di quando si pensa, ecco, è giunta l’ora. Della morte, della fine. O dell’inizio di qualcosa che non dovrebbe iniziare. Scrivevo poco tempo fa sulla difficoltà di riconoscere i prodromi dei cambiamenti sociali radicali, di come per lo più ci si ritrovi già assuefatti a un mutamento quando ancora lo si potrebbero arrestare, modificare, migliorare; assuefatti al punto da nemmeno coglierlo. O, nel migliore dei casi, con quanto candore ci si stupisca di ritrovarsi in un mondo diverso da come lo si ricordava.
È sempre troppo tardi. Si capisce sempre troppo tardi. Dev'essere il nostro bug. Il difetto del sistema essere umano.
Ora, che in tanti a gran voce proclamino e scrivano che non vi è alcuna recrudescenza fascista e che si tratta di una percezione indotta, di una falsità, di uno specchietto per le allodole, sinceramente m’importa poco. Non provo nemmeno a discutere. Io sto toccando con mano. Inoltre la negazione dell’evidenza è proprio uno dei primi passaggi. È scontato, di default. Funziona così perché è indispensabile per il processo di attuazione di qualcosa che altrimenti incontrerebbe ostacoli principalmente di natura etica.
Anche gli esponenti e molti sostenitori dei movimenti neofascisti affermano di non essere fascisti. Salvo poi chiamarsi camerata in chat, essi sono solo onesti cittadini animati dalle migliori intenzioni. Peste lo colga chi sostiene il contrario. Tutti quanti, Casa Pound in primis, dichiarano di agire nel pieno rispetto delle leggi e della democrazia, che il loro candidarsi alle elezioni è dettato da un sincero interesse per il popolo italiano, che il loro programma è rivolto agli elettori di destra, centro, e sinistra. Che non c’è un distinguo.
Invece un distinguo c’è eccome.
Basta con gli imbrogli del comunismo. Ordine e disciplina. L’Italia deve risorgere. Siamo gli unici presenti al fianco degli Italiani nei quartieri più difficili ormai abbandonati dallo Stato. Meno male che ci siete voi. Meno male che siete tornati. Grandi. Vincerete. Vinceremo. Questa la superficie. Sotto, nei meandri abitati dall'uomo comune, c'è materiale umano in quantità per reggere anche la peggiore deriva fascista. Mi mancano le parole per raccontare ciò che ho letto. Più ci si allontana dalla propaganda gridata e dagli slogan e ci si addentra nella sfera privata di chi segue e sostiene, più ci si ritrova faccia a faccia con l’orrore, l’abiezione, la sottocultura violenta.
“Deve marcire in prigione anche se non è stato lui.” è stato il commento più leggero che ho trovato a proposito dei fatti di Macerata
“A TUTTE LE DONNE CHE HANNO FATTO LA MANIFESTAZZIONE PER I NEGRI: VI INFILEREMO UN PALO NEL … PERCHÉ È QUELLO CHE VOLETE DAI NEGRI!!!», gridato in maiuscolo, rappresenta invece il livello medio di commento. 
Cercare spazio nei territori abbandonati dalle istituzioni, dove la quotidianità è allo sbando, dove c’è assenza di cultura, dove il lavoro si è smesso di cercarlo, dove la rabbia cova. Creare là un tessuto di assistenza e di ascolto. Portare la minestra e fare le ronde. Come Alba Dorata in Grecia, come il corporativismo sociale del primo fascismo, quello che ancora viene rimpianto nonostante la condanna degli esiti. Questo fanno. Questo funziona. Questo sta accadendo. E va tutto molto veloce. Proprio perché si tratta di un mondo sommerso che si è volutamente e criminalmente ignorato. Di questo bisogna rendere atto.
La proposta di legge presentata nel 2017 per proibire la propaganda fascista con pene detentive è rimasta lettera morta. La stampa internazionale, francese, tedesca, austriaca, polacca, statunitense, non concede sconti. Tutti paventano i risultati delle prossime elezioni nostrane. Salvini, se si esclude il favore della Le Pen e di Putin, è visto come una minaccia. La sua alleanza con il M5S un vero incubo. E non viene risparmiata una dura accusa nei confronti della società civile per la mancanza di una forte presa di posizione e per il plateale razzismo emerso dopo i fatti del 3 febbraio.
Non pensiamo che siano pochi, non convinciamoci che non possa accadere. Perché dobbiamo mettere nel conto anche coloro che non sanno di esserlo fino all'ultimo, coloro che sinceramente si professano contro il fascismo ma ogni giorno compiono piccole azioni o dicono cose che rappresentano la base ideale su cui il fascismo si consolida.
Il rischio è alto. Perché il nemico ormai è sordo e la comunicazione preclusa. Perché il nemico, in questo caso, è presumibilmente sincero. È stato o si è convinto di operare per il bene comune e la difesa del debole. Dà, dal proprio punto di vista, l’unica risposta possibile quando tutto precipita e si inizia a stare davvero male e per le difficoltà dell’uomo comune a nessun politico importa di trovare concretamente e onestamente soluzioni lungimiranti. È solo questione di tempo.
L’unica azione possibile è iniziare a dire no prima di non poterlo più fare.


  
9 febbraio


Resta inteso che le righe qui sopra parlano sì di fascismo, quello istituzionalizzato, con le bandiere, i cortei, i pestaggi, ma non del fascismo nella sua completezza. Come più volte ho scritto il fascismo principalmente siamo noi quando ci voltiamo dall’altra parte. Le bandiere, i cortei, i pestaggi sono la diretta conseguenza della nostra indifferenza, della nostra disattenzione, del nostro egoismo, della nostra vigliaccheria.

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