“Muri, calotte, ogni cosa immobile! Per duemil'anni l'umanità ha
creduto che il sole e tutte le costellazioni celesti le girassero attorno.
Papa, cardinali, principi, scienziati, condottieri, mercanti, pescivendole e
scolaretti: tutti erano convinti di starsene immobili dentro questa calotta di
cristallo. Ma ora ne stiamo uscendo fuori, Andrea: e ci attende un grande
viaggio: Perché l'evo antico è finito e siamo nella nuova era. Da cent'anni è
come se l'umanità si stia aspettando qualche cosa. Le città sono piccole, le
teste altrettanto: piene di superstizioni e di pestilenze. Ma ora noi diciamo:
visto che così è, così non deve rimanere. Perché ogni cosa si muove, amico mio.
Io ho in mente che tutto sia incominciato dalle navi. Sempre, a memoria d'uomo,
le navi avevano strisciato lungo le coste: ad un tratto se ne allontanarono e
si slanciarono fuori, attraversando il mare. Sul nostro vecchio continente
allora si sparse una voce: esistono nuovi continenti! E da quando le nostre
navi vi approdano, i continenti ridendo dicono: il grande e temuto mare non è
che un po' d'acqua. E c'è una gran voglia d'investigare le cause prime di
tutto: per quale ragione un sasso, lasciato andare, cade, e gettato in alto,
sale. Ogni giorno si trova qualcosa di nuovo. Perfino i centenari si fanno
gridare all'orecchio dai giovani le ultime scoperte. Molto è già stato trovato,
ma quello che è ancora da trovare, è di più. E questo significa altro lavoro
per le nuove generazioni. A Siena, quand'ero giovane, una Volta vidi alcuni
muratori discutere per pochi minuti intorno al modo di spostare dei blocchi di
granito: dopodiché, abbandonarono un metodo vecchio di mille anni per adottare
una nuova disposizione di funi, più semplice. In quel momento capii che l'evo
antico era finito e cominciava la nuova era. Presto l'umanità avrà le idee
chiare sul luogo in cui vive, sul corpo celeste che costituisce la sua dimora.
Non le basta più quello che è scritto negli antichi libri. Sì, perché, dove per
mille anni aveva dominato la fede, ora domina il dubbio. Tutto il mondo dice:
d'accordo, sta scritto nei libri, ma lasciate un po' che vediamo noi stessi. È
come se la gente si avvicinasse alle verità più solenni e battesse loro sulla
spalla; quello di cui non si era mai dubitato, oggi è posto in dubbio. E il
gran risucchio d'aria che s'è levato da tutto questo, non rispetta neppure le
vesti trapunte d'oro dei principi e dei prelati; e mette in mostra gambe grasse
e gambe magre, gambe uguali alle nostre, insomma. È risultato che i cieli sono
vuoti: e a questa constatazione è scoppiata una gran risata d'allegria. Ma
l'acqua della terra fa girare le nuove conocchie, e nei cantieri, nelle
fabbriche di sartie e di vele, cinquecento mani si muovono insieme, secondo un
nuovo sistema di lavoro. Io prevedo che noi non saremo ancora morti, quando
anche sulle piazze dei mercati si discuterà di astronomia. Anche i figli delle
pescivendole andranno a scuola. E gli abitanti delle nostre città, assetati di
cose nuove, prenderanno gusto a una nuova astronomia che faccia muovere un po'
anche la terra. S'è sempre detto che le costellazioni sono fissate a una volta
di cristallo, in modo che non possano cadere. Ma adesso abbiamo preso coraggio
e lasciamo che si librino da sole, senza aggancio; e son tutte impegnate in
lunghi percorsi, come le nostre navi: disancorate e in viaggio. E la terra
allegramente ruota intorno al sole, e insieme a lei ruotano pescivendole,
mercanti, principi e cardinali e perfino il Papa. Ma l'universo nel giro di una
notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un'infinità. Da un
momento all'altro, guarda quanto posto c'è.”
Vita di Galileo – B.Brechit
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