domenica 23 ottobre 2016

ESPRESSOWINE


Da tempo ormai, salvo rare occasioni, evito i supermercati. Ricordo l'entusiasmo all'apparire dei primi, quando bambina vivevo a Torino: semplificavano la vita, permettevano di ottimizzare gli orari e ben si inquadravano nella visione di un futuro di benessere dilagante e alla portata di tutti. È trascorso del tempo, le cose sono cambiate, e bisognerebbe ripensare il tutto ma non è di questo che voglio scrivere ora.
Guardate l'immagine.


Che senso ha?
Le esigenze di coloro che vivono soli e hanno poco tempo o di quei nuclei familiari i cui componenti per ragioni diverse hanno abbandonato l'abitudine di pranzare insieme ha indirizzato verso il massivo confezionamento monodose, possibilmente precotto e velocemente riscaldabile al microonde. Innumerevoli confezioni di plastica il cui peso a occhio pareggia quello delle tre stitiche fette di prosciutto all'interno.
E ora il "ready to drink!, in confezione personalizzabile e 100% riciclabile, vincitore nel 2010 del Campionato mondiale quale miglior proposta tecnologica nel mondo del vino (!) appare sugli scaffali.
Di cosa penso riguardo alla plastica riciclabile e alle pessime abitudini che abbiamo acquisito per pura pigrizia ho già scritto altrove, quindi tralascio, ma da semplice amante del vino a me questa cosa onestamente ricorda il commento di Fantozzi sulla Corrazzata Potёmkin.





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