mercoledì 3 agosto 2016

ATTACCO

A casa di mia madre.
Servizio del Tg5 del 2 agosto.
Attacco dei cinghiali. Difendersi dall'attacco dei cinghiali che oltre a invadere le nostre città determinano nelle campagne danni ingenti all'agricoltura, costringendo alla chiusura molte piccole aziende. Animali selvatici in sovrannumero che ci assediano. Non possiamo vivere blindati in casa.
La Coldiretti in piazza Duomo a Firenze, portando striscioni con scritto "riprendiamoci il territorio" porta una coppia di cinghiali invitando a immaginare un futuro in cui orde di ungulati scorrazzassero per le vie cittadine. Mi viene in mente quando nel 1926, un gran numero di antenati di questi malvisti quadrupedi furono portati allo Stadium di Torino per una spettacolare caccia in costume regionale. Aneddoti.
Mi trattengo dall'entrare nel merito della questione, anche perché, mentre inizio a scrivere, gioco con il telecomando della televisione e i pensieri mutano direzione. Pubblicità e altre notizie vengono sciorinate con estrema disinvoltura nella scelta dei termini: attacco dei mercati, attacco dei batteri, eliminazione degli odori, golpe sui rifiuti, assedio del caldo, confini del benessere, guerra delle tariffe, divisione degli spazi... 
Normalmente rifiuto l'estrapolazione di una frase o di una locuzione dal contesto in cui è inserita ma so anche che esistono diversi tipi e diversi livelli di linguaggio e relativa comunicazione e, non so perché, ormai da parecchio tempo a questa parte ho come sviluppato un sensore nuovo, non so in quale organo situato, forse negli orecchi, che fa sì che dal fiume di parole che sento, alcune mi giungano evidenziate e si uniscano in un ipertesto sul quale l'unico dubbio è in che misura sia dettato da mie convinzioni e in che misura sia ciò che il committente intende far narrare e di cui intende convincere.

2 agosto 2016

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