lunedì 13 luglio 2015

GLI ANIMALI DEL CIRCO

Una decina di giorni fa, alle due del pomeriggio, con una temperatura percepita di 40 gradi, sono andata a guardare gli animali del circo vicino al Parco urbano di Imperia.
Ho chiesto il permesso al responsabile e sono andata sul retro del tendone, tra roulotte, gabbie e recinti.
Ho chiacchierato con i lavoranti, quasi tutti di origine indiana o stati limitrofi, persone che stanno anni senza vedere i loro cari e considerano ciò normalità.
C’erano quattro dromedari, due struzzi, un asino, tre pony, un paio di bufali e altrettanti lama, una zebra, una giraffa, una tigre, due leoni e sei leonesse.
Perché andare a vederli? Si sa che fa male all'anima o, almeno, dovrebbe. Mi sono semplicemente detta vengo a soffrire un po’ visto che voi soffrite sempre. Serve a poco ma sottrarsi significa facilitare rimozione e oblio.

Non c’è spazio per voi, non c’è spazio per tutti gli altri animali che ancora godono di qualcosa di simile alla libertà, e non c’è soluzione a questo. Perché non c'è più spazio per l’animale uomo (non che abbia meriti particolari per averne maggior diritto) e quel che resta lo si accaparra in pochi, perché, checché ne dicano, si sa bene che per quanto sembri ancora molto, in realtà è meglio accantonarne per i tempi magri a venire.
Per cui me ne sono stata in piedi sotto la canicola polverosa a guardarvi negli occhi. E nei vostri occhi chiaro e lampante il nostro destino.





















2 luglio 2015

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