Sono un po' in imbarazzo
all'idea di ciò che sto per scrivere e che è molto distante dai
contenuti cui dedico abitualmente la mia ricerca ma è accaduto un
fatto che non riesco a togliermi di testa.
Lo so che se cerco su
google cartucce per la stampante o una casa in affitto, nei giorni
successivi alla mia ricerca il browser s'intasa di pubblicità di
cartucce e portali immobiliari. Fin lì nulla di strano. So che se ho
il telefonino acceso accanto a me mentre scherzo con il mio compagno
che dice che sono sorda e lo invito a regalarmi un apparecchio
acustico, alla prima connessione sul web mi appariranno offerte di
apparecchi acustici di sorta. E fin lì non molto bene ma sappiamo
come funziona la faccenda. Però quello che mi è accaduto alcuni
giorni fa mi ha leggermente scosso.
Prima parte - Colazione a
letto prima di andare a lavorare. Caffè, pane tostato, burro e
marmellata. Telefonino del mio compagno sul comodino. Chiacchierando
gli dico che amo il burro salato per la colazione e che da ragazza in
casa mia si usava il burro danese Lurpack, quello con la carta
argentata.
(Specifico che per motivi
di salute da molti anni non compro burro. Ho ricominciato pochi mesi
fa (due confezioni di burro chiarificato in cinque mesi) perché non
posso imporre il mio regime alimentare al prossimo e perché mi è
tornata una gran voglia di cucinare manicaretti e, si sa, il burro in
certi casi è indispensabile in cucina. Risotto senza burro per
mantecare non esiste. In ogni caso saranno minimo quindici anni che
non compro burro danese.)
Seconda parte – Nel
pomeriggio andiamo in un supermercato in cui mi reco mediamente
una o due volte al mese per alcuni prodotti specifici. Compriamo solo
tre confezioni di birra. Alla cassa passo la mia tessera fedeltà
(non voglio qui aprire un capitolo sulle carte fedeltà) e a
pagamento effettuato ricevo un buono sconto per una confezione di
burro danese salato Lurpack.
Brivido lungo la schiena. Per essere una coincidenza, è inquietante. Percepisco fisicamente mia razionalità vacillare. Per un attimo mi
sento catapultata in un mondo controllato dal Grande Fratello, un
mondo ovviamente piatto e governato da rettili sotto spoglie umane,
con nanochip, diffusi dalle scie chimiche, che vanno a infilarsi nei
pori della nostra pelle e con sostanze chimiche introdotte in farmaci
e alimenti per condizionare le nostre capacità percettive e
intellettive...
Poi mi sono venuti in
mente il sistema Echelon, Edward Snowden, l'NSA (l'agenzia per la
sicurezza nazionale statunitense). Tutto ciò che negli ultimi
decenni è stato indagato e dimostrato, attraverso interrogazioni
parlamentari e inchieste serissime. E mi sono ricordata che i dati raccolti su di noi con il nostro più o meno
consapevole beneplacito e quelli sottratti attraverso i nostri
devices con tecniche degne della migliore letteratura di spionaggio e
fantascienza, vengono venduti a grandi aziende e
multinazionali. Ma a essere veramente inquietante è la velocità con cui ciò
avviene. Solo un complesso e omnicomprensivo sistema di intelligenza
artificiale può arrivare a tanto e se si è affidata a un tale
sistema la gestione dei dati significa che esistono accordi forti, ad
alto livello, non trasparenti, e ben consolidati. Ciò dà la misura
dell'inesorabile inadeguatezza dei tentativi di ripensare la società
in termini di equità e giustizia. Brivido lungo la schiena.
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