lunedì 5 maggio 2014

ARMI CHIMICHE E SICUREZZA

Leggo, alcuni giorni fa, che le armi chimiche siriane da “smaltire”, dopo un lungo percorso, dovrebbero arrivare a Gioia Tauro, dove saranno caricate su una nave statunitense che le distruggerà in acque internazionali nel Mediterraneo. 

Garantiscono che avverrà tutto con un sofisticato ed efficace processo di idrolisi*, senza che sostanze pericolose finiscano in mare, i container passeranno di nave in nave senza essere depositate sulle banchine del porto, e il tutto sarà gestito nella più assoluta sicurezza. 
Sarà, ma è proprio questo ripetere e ribadire il concetto di sicurezza che, alla luce di esperienze passate, inquieta. Certo, in qualche modo bisogna pur fare e sempre meglio dei ricercatori nostrani che si sono fatti spedire virus influenzali pericolosi per posta, ma alla fine quello che sale è un quieto senso di rassegnazione e per chi non s'ammala di terrore tutte queste notizie si riducono a cronaca spicciola.

 *sulla nave americana Cape Ray sono stati installati due sistemi Field Deployable idrolisi System (FDHS) per lo smaltimento degli agenti chimici pericolosi messo a punto per l’occasione dai militari americani dello US Army Edgewood Chemical Biological Center in Maryland.

aprile 2014

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