giovedì 20 aprile 2017

HO SOGNATO RIVOLUZIONI

Ho sognato rivoluzioni. Ho fantasticato di questi splendidi ragazzi intelligenti e beneficiati da una tecnologia impensabile anche solo venti anni fa. Ho pensato che se io, con i modesti mezzi a disposizione quando avevo la loro età, ho maturato una visione, essi, immersi in essa, la vivranno e condivideranno a un livello tale che potranno essere artefici di un’entrata trionfale nel terzo millennio. Ho presunto il medesimo pathos che animava me e che ancora mi tormenta e mantiene viva. Ho ritenuto che se la velocità e il continuo flusso di dati e informazioni li ha distolti  e distoglie dalla contemplazione e dall'apprendimento che ne deriva, io, come altri, avrei potuto compensare offrendo il contributo di una vita all'insegna dell’osservazione, della ricerca dei minimi comun denominatori, del filo rosso che tutto unisce. Ho fantasticato di trasmettere le peculiarità di un approccio umanistico, dove tutti i saperi sono legati e interdipendenti. Le peculiarità dello spirito critico, dell’analisi e della sintesi. Ho sognato che avrei visto occhi sgranati nello smarrimento di un’improvvisa lucidità, lo stupore di trovarsi tra le mani una chiave di lettura capace di ridurre il frastuono e far emergere la sostanza delle cose e la connessione tra esse. Il comprendere improvvisamente la forza, la potenza di poter unire le proprie capacità e la facilità di attuarle, alla consapevolezza e a una folgorante visione di insieme. Quello stato di grazia e quella passione che nella storia umana hanno permesso a  individui comuni di cambiare in meglio le sorti del mondo.
Invece è stata sufficiente una cena in compagnia di alcuni esponenti di questa meravigliosa, seducente, magmatica generazione, per desiderare solo più di finire la bottiglia e tornarmene a casa.

Dicembre 2016

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