sabato 16 gennaio 2016

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Amo il rituale della domenica mattina, quando passeggio fino all'edicola della stazione per ritirare i due settimanali che mi tengono da parte. Marito e moglie sono molto gentili e scambiamo sempre due parole.
Dalla prossima settimana acquisterò solo più un settimanale e un po' mi dispiace, rimedierò di tanto in tanto con qualche acquisto fuori programma, ma non posso negare di aver provato un'emozione nostalgica rientrando a casa e trovando nella cassetta delle lettere l'ultimo numero di Pagina99 avvolto nel cellophane con l'etichetta bianca riportante il mio nome e l'indirizzo.
Mi ha ricordato quando da bambina rientravo nell'androne del palazzo in cui abitavo a Torino. Mentre aspettavo l'ascensore (che non avrei potuto prendere da sola ma dieci piani son dieci piani), mi avvicinavo alla lunga fila di buche delle lettere e curiosavo all'interno di ognuna attraverso il vetro opaco. Da alcune a volte sbucava per metà un quotidiano o una rivista troppo lunghi per entrarci del tutto. Spesso non c'era involucro protettivo ma l'etichetta direttamente incollata sulla prima pagina. Ne approfittavo per sfilare il giornale prescelto dalla feritoia e dare una sbirciata veloce al contenuto, rimettendolo a posto non appena sentivo aprirsi la porta dell'ascensore.
Questa fatto di ricevere il giornale direttamente a casa mi sembrava un gran privilegio, una cosa veramente da grandi, e pregustavo il giorno in cui anche io, adulta e soddisfatta dalla realizzazione di tutti i miei nobili progetti, avrei trovato nella buca delle lettere il mio giornale.
Trovarlo stamattina è stato come un, ecco ora lo sei grande, e dunque?

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