Normalmente non utilizzo il blog per fatti personali, o in qualche
modo a me collegati, ma merita un resoconto una faccenda occorsa a una cara
amica.
Io abito in una zona, che dopo vicende alterne, è divenuta Ztl. Ciò da fine estate, e la relativa segnaletica
che oggi consta di un pannello a led, con la scritta varco attivo quando è in funzione la telecamera e varco non attivo quando non è in
funzione (cosa significhi quando è spento resta da chiarirsi ed è meglio
affidarsi a quanto scritto sui cartelli
sottostanti), più tre cartelli apposti in tempi diversi che indicano rispettivamente
chi può accedere (residenti, motorini, mezzi pubblici, disabili), in che fasce
orarie può farlo (per i non residenti e i disabili dalle 8.00 alle 10.00 e
dalle 14.00 alle 16.00 per operazione di carico e scarico senza possibilità di
sosta), infine, nel terzo, quanto sopra però previo avviso telefonico al numero
dato.
Premesso che la collocazione dei cartelli non è stata effettuata
direttamente dai Vigili, si sono verificati alcuni inconvenienti in quanto i
vigili basandosi sui dati trasmessi dalle telecamere hanno comminato multe a
chi non aveva telefonato prima di accedere anche nel lasso di tempo precedente
l’installazione del cartello che segnalava tale procedura.
Nello specifico a una mia amica disabile, che si è vista recapitare
due contravvenzioni, una per l’entrata in Ztl e una per l’uscita in data
03/09/15, data in cui il cartello in questione non era ancora presente.
Fin qui, si può pensare, uno spiacevole disguido, risolvibile con la
segnalazione della cosa al Comando dei Vigili; invece è stato l’inizio di
un’odissea non ancora giunta a termine.
La mia amica si reca dunque al Comando, spiega i fatti a un’addetta
che la consiglia di pagare almeno la prima contravvenzione prima che scada e
quindi di fare ricorso per entrambe. La mia amica provvede in tal senso e torna
con la ricevuta del pagamento il giorno successivo. Alcuni giorni dopo,
passando io dal Comando per altri motivi, accenno alla faccenda chiedendo
delucidazioni sul pagamento parziale della multa. Mi viene confermato, come
sospettavo, che pagando si rinuncia alla possibilità di ricorso e che nessuno
poteva aver detto alla mia amica di pagare. Insieme all'impiegata alla
viabilità ci rechiamo nell'ufficio della collega che aveva fornito le
informazioni, la quale conferma di aver suggerito così per evitare di pagare
almeno la seconda ma che almeno una doveva essere pagata vista l’infrazione
commessa. Faccio presente che al 3 settembre non c’era alcun cartello e con un
po’ di insistenza ottengo che venga fatta una verifica. Verifica che mi dà ragione. Nessuna multa doveva
essere pagata, il cartello non c’era. Le multe vanno tolte. Dica alla sua amica
di prendere appuntamento con il comandante che provvederà all'annullamento.
Comunico il tutto alla mia amica e faccio che prendere direttamente un
appuntamento per lei lasciando all'addetta presente nell'ufficio del Comandante
i recapiti dei cellulari. La mia amica dunque torna per la terza volta dai
Vigili e le viene detto che non è possibile annullare un bel niente e bisogna
fare ricorso al prefetto. Torno io al Comando, trovo il comandante, ignaro fino
ad allora di tutta la faccenda, riferisco quanto risposto alla mia amica a suo
nome l’ultima volta e lui si inalbera perché nessuno è autorizzato a dichiarare
alcunché a suo nome. Approfondisce la vicenda interpellando le varie persone
coinvolte all'interno del Comando e mi dice in sintesi che la mia amica deve
tornare a parlarne con lui.
Torniamo insieme ma il Comandante non c’è, ci riceve un sostituto
molto gentile che ci chiede di lasciare a lui il resoconto scritto di quanto
accaduto, appone un bel timbro di ricezione avvenuta e ci dice di stare
tranquille. Bene. Finalmente! Senonché a distanza di parecchi giorni la mia
amica riceve a casa una telefonata dal tono contrariato: non sa signora quanto
l’abbiamo cercata, alla fine abbiamo dovuto prendere il numero dall'elenco
(chissà, mi chiedo, se l’agenda che ho visto compilare nell'ufficio del
Comandante viene ogni tanto consultata o sta lì per figura), deve tornare al
comando per comunicazioni. Rassegnata la mia amica va al Comando per l’ennesima
volta, ho perso il conto, e le viene detto che l’unica cosa che può fare è
ricorso al prefetto dichiarando di aver
sbagliato lei a pagare la prima multa.
Ma stiamo scherzando? Questi hanno fatto un casino, non comunicano
evidentemente tra la sede principale, quella in Comune, e l’azienda addetta
alla segnaletica, non sono in grado all'interno del medesimo ufficio di dare
una versione univoca della procedura da seguire ( dipende dai giorni e dalla
persona con cui si parla), e ora la colpa è della mia amica? E deve pure
assumersela per iscritto nel ricorso?
Non so se stoica o esausta, lei non oppone più resistenza e scrive al
Prefetto, limitandosi a menzionare concisamente l’assenza del cartello e
l’errata informazione ricevuta, e chissà, forse in un domani luminoso riceverà
il rimborso. A questo, però, io farei aggiungere un indennizzo pecuniario per il
tempo perso, e delle scuse per la fatica che la mia amica, affetta da sclerosi,
ha dovuto affrontare per salire circa sei volte inutilmente gli scalini del Comando e camminare
fino agli uffici, e, non ultimo, per la frustrazione di dover passare
pure per scema. Anzi per sceme visto che la metà delle volte c’ero anche io.
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