mercoledì 2 ottobre 2013

PENA DI MORTE

Ho letto, su Internazionale n. 1018, l’articolo di Revati Laul sulla condanna capitale degli stupratori del 16/12/12 a New Delhi. 
Sono contraria alla pena di morte. Non porta da nessuna parte. E credo che molti comportamenti e atti criminali siano causati da problematiche fisiche, masse che premono zone del cervello che non dovrebbero premere, disfunzioni chimiche, e credo che si dovrebbe poter individuare le cause (come in alcuni casi è già avvenuto) e restituire serenità a chi tali comportamenti e atti non avrebbe tenuto e compiuto se non fosse stato vittima di una patologia. Non comminare pene in relazione al reato ma poter valutare caso per caso. E penso che, sempre e comunque, si debbano mettere azioni, quindi cause, positive. Non vendetta, non rancore, ma comprensione e capacità di accogliere. Ciò comporta uno sforzo, un atto di volontà, un superamento del proprio personale punto di vista, ma è questa l’unica strada che può portare a un risultato positivo. Quindi sono d’accordo con l’autore dell’articolo. 

Ma so anche cosa significa essere abusata e violentata. Lo so come bambina e lo so come donna. Quando ho letto i dettagli dello stupro mi sono immaginata là distesa, ho immaginato il dolore fisico straziante e il terrore, e ho pensato che per esseri viventi in grado di compiere certi atti la chirurgia e la chimica potrebbero solo portare ad annullarne totalmente le facoltà, non certo a guarire. E che la morte sarebbe troppo poco. Dovrebbero trascorrere il resto della vita in uno stato di eguale terrore e per sempre. Dobbiamo una buona volta accettare che non bisogna sentirsi in colpa nell’odiare chi arriva a tanto. Perché è quel genere di rabbia che se non esce, resta dentro e scava, scava, corrode, e si moltiplica, e ci fa ammalare senza scampo. Fino a morire. 

Conosco un uomo di 92 anni, ricoverato in ospedale per una brutta bronchite. Trentotto anni fa iniziò ad abusare della figliastra quando questa andava a trascorrere le vacanze estive presso la madre, e lo stesso comportamento tenne con altre bambine e con donne clienti del suo negozio. L’età e l’avvenenza erano secondari. Il padre naturale della bambina per la rabbia e il senso di impotenza iniziò a bere e si trasformò in un’altra persona fino a lasciarsi morire a soli 48 anni. Anche alla propria figlia piccolissima, abituata a dormire nel lettone dei genitori, in assenza della madre, quell’uomo laido non risparmiò toccamenti reciproci. L’aveva fatto anche con la figlia di primo letto e con una nipote, e persino con la suocera. Raggiunta l’età della pensione tenne corsi di disegno per i bambini del piccolo paese in cui abitava senza che nessuno avesse il benché minimo sospetto di chi fosse in realtà la persona a cui i figli venivano affidati. Anni dopo, al momento del ricovero per la bronchite, la figlia del primo matrimonio che, pur continuando a subire angherie, lo aveva in cura presso di sé, trovò tra le sue cose un elenco di nomi femminili. In tale occasione si confrontò con la sorella più giovane di secondo letto e scoprendo che questa da anni non parlava alla sorellastra, perché secondo lei le accuse di questa erano frutto di fantasia, avendo rimosso quanto lei stessa aveva subito in tenera età, le disse di riprendere i contatti, che era tutto vero e che il loro padre era una persona terribile. Pochi giorni dopo, questa donna, ormai più che sessantenne, s’impiccò a un albero in campagna. Nessuno disse all’uomo in ospedale dell’atto estremo della figlia maggiore, nessuno gli disse proprio niente di niente. Troppo anziano e malandato per un simile colpo! L’elenco di nomi come se non fosse mai esistito. Ora quest’uomo sta per essere portato in un ricovero, perché la figlia più giovane non ha modo di prendersene cura in casa, e quando morirà, se verrà reso pubblica la morte, al suo funerale ci sarà molta gente in lutto, tra cui molti ex partigiani come lui. Se ne loderanno le imprese e le qualità e tutto resterà sotto silenzio, e gli omicidi, se pur indiretti che ha commesso, impuniti. E gli abusi come mai compiuti. Di queste vicende tenute nascoste ce ne sono tantissime, e tantissime sono le vite rovinate malamente, e che uno stronzo simile la passi liscia mi fa ribollire il sangue.

E capisco chi vuole la testa di chi ha sventrato quella ragazza. 

2 settembre 2013


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