lunedì 14 ottobre 2013

RICCHEZZA E MERITI

Le teorie di Smith secondo cui il perseguimento degli interessi di un’élite portano a un benessere sociale partono dal presupposto che i ritorni privati siano allineati a quelli sociali e che si riceva compenso proporzionalmente ai contributi apportati alla società. Questo ha un senso, e grosso modo è stato così fino all'altro ieri. Si deve appunto creare ricchezza intesa come benessere in senso lato per essere premiati, non toglierla agli altri. E i mercati devono funzionare su una reale libera concorrenza tutelata dai governi che devono impedire la realizzazione di profitti di natura monopolistica. Ma esistono molti sistemi che permettono al sistema finanziario di impedire che i mercati funzionino bene e quindi di arricchire indipendentemente dai meriti, anzi sempre più procurando danno. E questo con Smith non ha niente a che vedere, per cui che la smettano di tirarlo in ballo. 
Spostare il denaro dal basso verso l’alto fa necessariamente scendere i consumi e le voci attive di bilancio delle corporations arrivano da speculazioni più che da una reale risposta dal basso alle offerte di mercato. L’anno scorso (2012) le cento persone più ricche del pianeta si sono messe in tasca 240 miliardi di dollari in più rispetto al'anno precedente. Cosa si può fare con 240 miliardi di dollari? Provate a scoprirlo. Con degli esempi semplici e facendo un minimo di ricerca: quanto servirebbe per risolvere un’emergenza sanitaria in un dato Paese? Quanto per risolvere il problema della povertà o della fame? Anche se non è proprio di ulteriore denaro che c’è bisogno ma di una diversa politica. Per fare un esempio, di cibo al momento ce ne sarebbe a sufficienza per tutti e anche di medicine: è la gestione malata e fraudolenta di questi beni che ne determina un’iniqua distribuzione. Negli Usa singole compagnie hanno ricevuto in un’unica soluzione più di quanto sia stato stanziato in un decennio per il welfare; nel 2011 Wall Street ha dato 60 miliardi di dividendi e nel 2012, con buona pace di chi si è trovato culo a terra, il reddito medio dei banchieri è aumentato del 22%. Dati che compaiono nei titoli di articoli finanziari su testate ufficiali. E i tanto decantati Pil dei Paesi in crescita non misurano certo la sostenibilità della suddetta e cosiddetta crescita in corso. 
In tutto il mondo le persone stanno sempre peggio. Questo sistema non funziona. Perché la politica si ostina a sostenerlo e difenderlo, raccontandoci che è la strada giusta, oltreché l’unica possibile? Perché si avvalla anziché correggere l’attuale sistema mercato? E perché devono passarsela meglio coloro che danno un contributo negativo alla società? 
La ricchezza o la si crea salvaguardando le risorse o la si sottrae appropriandosene senza scrupoli fino a esaurimento scorte. Un sistema stagnante destinato a implodere, il nostro, ecco cos’è, basato sullo sfruttamento delle risorse (anche umane), che, a questo punto di risorse ai minimi termini, non può che diventare immobile e spaventare chi invece è abituato e determinato ad arricchire ulteriormente. L’unica strada che essi vedono è dunque procedere all'accaparramento di ciò che c’è ancora in circolazione, vedi il land grabbing, acqua, shale gas, biocarburanti a coltivazione intensiva, terre rare. Oltre agli amati oro, zinco, uranio, platino, abbiamo cerio, neodimio, disprosio, ittrio, lantanio, promezio….. smartphone, auto ibride, tv al plasma, fibre ottiche, superconduttori, e centinaia di migliaia di sfollati…. 
La disillusione rispetto al sistema politico, l’evidente ingiustizia, portano a un abbandono della partecipazione alla politica e al rischio di cedere alle promesse irrealistiche di populisti ed estremisti. La perdita di sovranità economica è perdita di democrazia, nel momento in cui comporta un dover necessariamente scendere a patti per tirare a campare. Che si tratti di un individuo che accetta lavoro nero sottopagato, o di un governo che sottoscrive accordi multilaterali sovranazionali (Nafta, Trips, ecc.). Accordi che prevedono compensazioni per le imprese i cui profitti calano rispetto alle previsioni in seguito a regolamentazioni nazionali, quando queste non siano ancora state eliminiate o adattate. I governi nazionali sono tenuti ad adottare regimi che siano conformi alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Se un Paese non fa ciò che “piace” e serve ai mercati, questi si riprendono i soldi, abbassano le valutazioni e alzano i tassi di interesse, Gli investitori possono ritirare da un giorno all'altro il denaro da un Paese, ci pensate? 
Ma tutto ciò è stato scritto e argomentato in abbondanza e continua a esserlo, e da fonti autorevoli e note. Visibili. Ma a che serve? Se chi segue, ascolta e approva, è già del medesimo avviso? Coloro che sono lontani e inconsapevoli sono assenti. E per coinvolgerli sarebbe necessario partire dall'abicì. E non lo dico con presunzione ma la complessità degli argomenti richiede, almeno a me lo ha richiesto, un attenzione di anni e anni, e una volontà ferrea nel voler comprendere le dinamiche che muovono la società umana su questo pianeta. Purtroppo i cambiamenti di mentalità e le convinzioni collettive mutano molto lentamente. Le opinioni cambiano solo se lo fanno quelle di un numero considerevole di persone. Un cane che si morde la coda. Agire supportati da una coscienza critica appartiene ancora a troppo pochi e quei pochi spesso si fermano al sottoscrivere petizioni. Difficile scardinare un mito che è stato fatto radicare così tenacemente in tanti decenni nelle nostre teste. 
Si rinnova dunque il dubbio se abbia senso che continui a scrivere e per di più su un blog invisibile.

Giugno 2013

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