mercoledì 11 marzo 2020

CORONAVIRUS 4

Solo pochi giorni fa, era il secolo scorso. Un'epoca in cui c'era un altrove dove si verificavano guerre, disastri, calamità, ingiustizie. Un altrove abitato da altri. Esseri senza nome, numeri arroganti che cercavano di entrare in casa nostra. Poi è arrivato il virus. Indifferente alle nostre leggi e ai nostri confini, alla speranza di sopravvivenza che continuiamo a cercare nel sapone con cui ci laviamo le mani.


Avevo deciso di non scrivere più nulla sul Coronavirus, sulle misure per contrastarlo,  sull'inadeguatezza della politica, sull'incoscienza e il pressapochismo di tanti, ma inevitabilmente i pensieri arrivano e anche la voglia di condividerli.
Quante cose stanno accadendo e di cui la maggior parte delle persone ha forse solo sentito un accenno nei notiziari. Ormai l'emergenza del contagio domina la scena. 
Le nefandezze che stanno impunemente avvenendo in India, la Siria, la Libia, la persecuzione degli Uiguri, la piaga delle locuste che sta mettendo in ginocchio molti paesi dell'Africa Nord orientale, della penisola arabica e anche oltre, il programmato sversamento delle acque radioattive di Fukushima nell'Oceano Pacifico, lo squallore di ciò che sta avvenendo sul confine tra Turchia e Grecia, gli esiti nel mondo degli incendi che hanno dominato la cronaca fino a poco tempo fa, le epidemie di malattie curabili che falcidiano ogni anno centinaia di migliaia di persone (ebola, malaria, morbillo, poliomelite, ecc.), il cambiamento climatico, gli estremismi e le derive nazionaliste, la grave ipossia dei mari che se pur più lentamente di un virus determinato avrà esiti nefasti per tutte le forme di vita. 
Apocalisse significa rivelazione. Togliere ciò che copre, togliere il velo, disvelare la realtà. Il significato di grande e grave calamità deriva dal fatto che in assenza di una sciagura difficilmente capiamo qualcosa. Mi chiedo cos'altro serva per farci aprire gli occhi.
Tra chi ci prova, molti vedono in questa pandemia l'espediente della natura per mettere un freno alle nostre umane scelleratezze, altri vedono la prova del fallimento del modello della globalizzazione neo liberista.
In merito alla prima ipotesi, io credo che più che di espediente si tratti di un esito pressoché matematico. A ogni causa un effetto. Il modello intensivo applicato a tutto, la concentrazione promiscua di esseri viventi, lo sfruttamento sfrenato dell'ecosistema, l'abuso indiscriminato di antibiotici e sostanze chimiche, per forza favoriscono lo sviluppo di patogeni nuovi e tenaci.
Quanto alla seconda interpretazione, invece, temo che quanto sta accadendo darà maggiore forza al modello economico neo liberista. Non è una minaccia per esso. Al contrario favorirà la circolazione di merci e denari e l'accumulo di capitali, frenando però la libera circolazione degli individui. Stiamo entrando in una fase che potremmo forse definire di biopolitica. Chi se la scamperà, dopo aver assistito alla dipartita di un numero per adesso non ancora immaginabile di esseri umani, sarà ben disposto a piegarsi a qualsivoglia misura restrittiva pur di aver salva la vita. Accetterà qualunque imposizione di isolamento e chiusura. L'ostilità nei confronti dell'altro sarà considerata l'unica soluzione. Quest'epidemia offrirà terreno fertile a coloro che, forse, iniziavano a temere crescita e diffusione di malcontento e rivendicazioni di giustizia.

10.03.2020 ore 2.25

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