lunedì 18 marzo 2019

A CHE SERVE?


A cosa serve che io continui a studiare? A cosa serve ciò che imparo? A cosa servono questi decenni trascorsi con l'intento di lasciare qualcosa di buono per chi verrà? Come instillare la voglia di comprendere al di là delle apparenze? Come trasmettere l'attenzione di una vita? Come far nascere in chi ad essa si affaccia il desiderio di dare un senso propositivo e lungimirante alla propria esistenza? A cosa è servito il credere fortemente nell'essere umano, se oggi tutto va in malora e l'ignoranza, arrogante o ridanciana che sia, dilaga? Se l'involuzione mentale è direttamente proporzionale all'innovazione tecnologica?

A cosa serve sapere del destino degli altri? A cosa serve portare il carico dell'altrui sofferenza e ogni giorno restare sepolti da notizie che in luoghi diversi e con dinamiche diverse raccontano la medesima storia?
Sapere ad esempio di villaggi avvelenati da sversamenti criminali. O della vita che aspetta i keniani che tornano al loro Paese dopo aver fatto parte del gruppo Al Shabaab somalo. O della morte dei bambini filippini per una profilassi sbagliata voluta dal loro governo. O degli intrallazzi di questo o quel governo. 

Dell'assassinio sistematico di chi denuncia corruzione e abusi. Della disperazione di chi non avrà mai giustizia. Dello strazio di chi è stato mutilato nel corpo e nell'anima. A cosa serve cogliere lo sguardo smarrito di chi vaga tra rovine di incendi, bombe, frane, alluvioni, terremoti? Di chi è lacerato dalla solitudine. Di chi, magari a distanza di pianerottolo, fatica a mettere in tavola un pasto. A cosa serve riconoscere la stanchezza di chi cede? Il vuoto d'espressione di chi è stato deprivato della fanciullezza? Di chi è stato trasformato in merce. Di quest'umanità in sovrannumero che vaga senza  meta.

Questi volti che escono dalla carta stampata, per ognuno dei quali migliaia restano nel limbo di una distanza inenarrabile. Corpi, persone che esistono, sconosciute, dolenti, che vivono vite remote. Donne, ragazze, bambine, uomini, ragazzi, bambini. Lineamenti e occhi. Massa infinita d'anime che si estingue senza sfiorare la vita.

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