sabato 29 dicembre 2018

LA POLEMICA SUI TAGLI ALLE PENSIONI


Perdonate ma, a prescindere da qualsiasi valutazione sulla manovra economica, i pensionati che manifestano arrabbiati e i sindacati che gridano indignati per i tagli percentuali all'indicizzazione delle pensioni mi lasciano a bocca aperta. Essendo impreparata sull'argomento mi sono fatta spiegare un paio di cose da un addetto ai lavori. Ho scoperto che si prevede un'indicizzazione piena solo per le pensioni fino a tre volte il minimo (1.530 euro lordi al mese), poi un decalage simile ma meno forte rispetto all'attuale schema reiterato dal Governo Letta in avanti e che sarebbe scaduto a fine anno. Non mi risultano analoghe levate di scudi per la situazione in essere fino a poco fa. Comunque sia, è vero che non adeguare le pensioni all'inflazione è di fatto un taglio, e che ciò che si riceve di base dovrebbe essere una restituzione di ciò che si è versato con i debiti adeguamenti, ma l'operazione dovrebbe riguardare solo le pensioni su base retributiva e non quelle su base contributiva, o sbaglio? Comunque sia, di fronte ai calcoli che hanno fatto sotto al mio naso, prendendo due scaglioni a caso oltre i 1500, scoprire che chi percepisce una pensione di 2500 euro e rotti si ritroverebbe con una sessantina di euro in meno all'anno, e chi ne percepisce un po' più del doppio, 5130 euro, si ritroverebbe con una perdita di poco più di 300 euro all'anno, pensando al putiferio che stanno scatenando, sinceramente mi vergogno per costoro. Se io riuscissi a trovare un lavoro da mille euro, 50 euro fisse al mese per aiutare qualcun altro a sopravvivere o a reinserirsi nel mondo del lavoro, ce li metterei senza minimamente esitare. Evidentemente viviamo su pianeti diversi.

p.s. non ho votato l'attuale governo 

Nessun commento: