venerdì 14 dicembre 2018

IN RISPOSTA ALL'EDITORIALE DI FELTRI DEL 14 DICEMBRE 2018


Se lei, signor Feltri, confessa di annoiarsi a scrivere di politica da tanti anni e di non poterne più delle solite banalità, s'immagini me quanto posso essere stanca di leggerne.
Mentre ascoltavo la rassegna stampa stamane, alle parole del suo editoriale mi sono detta: due righe di commento le devo scrivere. Senza entrare nel merito della giustezza della manovra finanziaria in questione o nel dettaglio tecnico di alternative possibili, né tanto meno esprimere un giudizio sulla coalizione al governo, mi limito ad alcune osservazioni su quanto da lei affermato con tanta veemenza. Concordo sul fatto che sia necessario saperne di aritmetica per far quadrare i conti e non determinare ulteriori debiti a babbo morto, caratteristica questa che peraltro pare congenita al nostro sistema, e che sia riprovevole fare promesse per raccattare voti, ma lo è altrettanto ragionare per generalizzazioni. Affermare che i destinatari dell'erroneamente definito reddito di cittadinanza sono tutti lavoratori in nero o fannulloni è offensivo. Ritengo, certo, che sarebbero altri gli incentivi da promuovere per far funzionare le cose ma penso che il riconoscimento delle oggettive difficoltà in cui versa un numero crescente di persone sia doveroso. Le faccio un esempio. Lavoro da 32 anni in una realtà urbana tale che mi ritrovo con quattro anni scarsi di contributi e retribuzioni molto al di sotto di ciò che si può definire dignitoso. Non si è trattato di connivenza per convenienza ma di impossibilità di scelta. Di necessità di sopravvivenza. Ha presente, no? I poveri sono facilmente sostituibili. All'inizio dell'anno in corso un problema di salute mi ha reso impossibilitata a lavorare e ciò alla vigilia di un nuovo rapporto di lavoro, fortunatamente quanto inaspettatamente in regola, per cui sono mi sono ritrovata senza la minima copertura a dover sopravvivere senza avere entrate. Il problema iniziale di salute è ancora in essere e ad esso se ne sono aggiunti altri. Per la prima volta in vita mia sono dovuta ricorrere a prestiti da amici. Debiti che dubito potrò onorare. Ora, le chiedo, ha mai letto Jack London? “Il popolo dell'abisso”? Di quella faccenda dell'imbuto? Che basta un accidenti fisico, che se non si hanno le spalle coperte, si è inesorabilmente destinati a scivolare giù per il suo collo? E se anche si riesce a fare qualcosa, nella migliore delle ipotesi, si sale di metro e si scende di due in un irreversibile moto di discesa? Ecco, succede questo, nella vita reale anche nell'anno del Signore 2018. Dopo una vita di lavoro, ritrovarsi in simile condizione, poco più che cinquantenne, quindi in una finestra generazionale non ideale per la maggior parte delle candidature lavorative disponibili, uno come si deve sentire? Un fannullone, forse? A mio parere dare del denaro per evitare che tante persone finiscano a dormire in auto, è moralmente giusto e economicamente lungimirante, perché si eviterebbe un maggior peso futuro sul sistema sociale da parte di una platea di incapienti sempre più numerosa. A meno che non si decida, parafrasando Swift, per un'eliminazione fisica degli stessi. Risultato che si può facilmente ottenere facendo finta di nulla il più a lungo possibile, solo che bisognerebbe poi gestire l'effetto collaterale di disordini, disturbo della quiete pubblica, derive violente. Insomma, un cane che si morde la coda. Lei veramente crede che una persona come me, e siamo tantissimi, possa essere fiera di dover aver bisogno di un redditto “regalato”? Anche se poi regalato virgola. Sarebbe il corrispettivo a risarcimento di danni causati dall'incapacità di tutti i governi che ho conosciuto di contrastare le inefficienze burocratiche e legislative, il lavoro irregolare, il clientelismo, la corruzione, l'omertà. Sa quanto avrei preferito riuscire a pagarmeli anche da sola i contributi? Ho scritto della mia fascia d'età ma è sottinteso che il discorso vale per tutti. Bisognerebbe poter valutare non in base ad essa ma caso per caso ogni singola situazione. Riconosco che non sarebbe realizzabile ma, per favore, evitiamo di categorizzare con superficialità, offendendo il prossimo. La ringrazio per l'attenzione.

14 DICEMBRE 2018 ORE 8.00

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