Se lei, signor Feltri,
confessa di annoiarsi a scrivere di politica da tanti anni e di non
poterne più delle solite banalità, s'immagini me quanto posso
essere stanca di leggerne.
Mentre ascoltavo la
rassegna stampa stamane, alle parole del suo editoriale mi sono
detta: due righe di commento le devo scrivere. Senza entrare nel
merito della giustezza della manovra finanziaria in questione o nel
dettaglio tecnico di alternative possibili, né tanto meno esprimere
un giudizio sulla coalizione al governo, mi limito ad alcune
osservazioni su quanto da lei affermato con tanta veemenza. Concordo
sul fatto che sia necessario saperne di aritmetica per far quadrare i
conti e non determinare ulteriori debiti a babbo morto,
caratteristica questa che peraltro pare congenita al nostro sistema,
e che sia riprovevole fare promesse per raccattare voti, ma lo è
altrettanto ragionare per generalizzazioni. Affermare che i
destinatari dell'erroneamente definito reddito di cittadinanza sono
tutti lavoratori in nero o fannulloni è offensivo. Ritengo, certo,
che sarebbero altri gli incentivi da promuovere per far funzionare le
cose ma penso che il riconoscimento delle oggettive difficoltà in
cui versa un numero crescente di persone sia doveroso. Le faccio un
esempio. Lavoro da 32 anni in una realtà urbana tale che mi ritrovo
con quattro anni scarsi di contributi e retribuzioni molto al di
sotto di ciò che si può definire dignitoso. Non si è trattato di
connivenza per convenienza ma di impossibilità di scelta. Di
necessità di sopravvivenza. Ha presente, no? I poveri sono
facilmente sostituibili. All'inizio dell'anno in corso un problema di
salute mi ha reso impossibilitata a lavorare e ciò alla vigilia di
un nuovo rapporto di lavoro, fortunatamente quanto inaspettatamente in
regola, per cui sono mi sono ritrovata senza la minima copertura a
dover sopravvivere senza avere entrate. Il problema iniziale di
salute è ancora in essere e ad esso se ne sono aggiunti altri. Per
la prima volta in vita mia sono dovuta ricorrere a prestiti da amici.
Debiti che dubito potrò onorare. Ora, le chiedo, ha mai letto Jack
London? “Il popolo dell'abisso”? Di quella faccenda dell'imbuto?
Che basta un accidenti fisico, che se non si hanno le spalle
coperte, si è inesorabilmente destinati a scivolare giù per il suo
collo? E se anche si riesce a fare qualcosa, nella migliore delle
ipotesi, si sale di metro e si scende di due in un irreversibile moto
di discesa? Ecco, succede questo, nella vita reale anche nell'anno
del Signore 2018. Dopo una vita di lavoro, ritrovarsi in simile
condizione, poco più che cinquantenne, quindi in una finestra
generazionale non ideale per la maggior parte delle candidature
lavorative disponibili, uno come si deve sentire? Un fannullone,
forse? A mio parere dare del denaro per evitare che tante persone
finiscano a dormire in auto, è moralmente giusto e economicamente
lungimirante, perché si eviterebbe un maggior peso futuro sul
sistema sociale da parte di una platea di incapienti sempre più
numerosa. A meno che non si decida, parafrasando Swift, per un'eliminazione fisica degli
stessi. Risultato che si può facilmente ottenere facendo finta di
nulla il più a lungo possibile, solo che bisognerebbe poi gestire
l'effetto collaterale di disordini, disturbo della quiete pubblica,
derive violente. Insomma, un cane che si morde la coda. Lei veramente
crede che una persona come me, e siamo tantissimi, possa essere fiera
di dover aver bisogno di un redditto “regalato”? Anche se poi
regalato virgola. Sarebbe il corrispettivo a risarcimento di danni
causati dall'incapacità di tutti i governi che ho conosciuto di
contrastare le inefficienze burocratiche e legislative, il lavoro
irregolare, il clientelismo, la corruzione, l'omertà. Sa quanto
avrei preferito riuscire a pagarmeli anche da sola i contributi? Ho
scritto della mia fascia d'età ma è sottinteso che il discorso vale
per tutti. Bisognerebbe poter valutare non in base ad essa ma caso
per caso ogni singola situazione. Riconosco che non sarebbe
realizzabile ma, per favore, evitiamo di categorizzare con
superficialità, offendendo il prossimo. La ringrazio per
l'attenzione.
14 DICEMBRE
2018 ORE 8.00
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