Ricordo mio padre, frequentavo le medie, in una discussione sulla
nascita dell’universo. Diceva che non può esistere un punto di inizio assoluto,
in quanto presupporrebbe un “prima” in cui l’essere ancora non è e ciò è una
contraddizione. Accomunava l’idea scientifica di un momento in cui tutto, per
concentrazione estrema e calore, si sarebbe violentemente espanso, all'idea
altrettanto poco plausibile della creazione. Prima ci dovrebbe essere il nulla,
diceva, il non essere, ma il non essere appunto in quanto tale non è. All'epoca
ritenni che il ragionamento filasse e ne sono profondamente e consapevolmente
ancora persuasa.
Oggi leggo su Pagina99 un articolo che riprende la questione sulla
scia di un dibattito nato negli ultimi anni in ambito accademico scientifico.
Iniziano a essere parecchi i detrattori del modello Big Bang, detto anche “singolarità
iniziale”, definizione di per sé eloquente. Alcuni cercano di mediare tra le
attuali conoscenze sicuramente perfettibili, teoria delle stringhe, fisica
quantistica, gravità, e via discorrendo, ma certo è che la strada è lunga e il
percorso complesso.
Resto dell’idea che la logica abbia già fornito una risposta. Restano
da definire termini e modalità.
Settembre 2016
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