martedì 27 ottobre 2015

PROSTITUTE 2


Mi collego a quanto scritto nel post precedente per ribadire l’importanza del ruolo sociale rivestito dalle donne che vendono il proprio corpo.
Non voglio qui entrare nel merito di questioni legate allo sfruttamento, alla tratta, alle violenze, agli abusi. Solo suggerire alcuni spunti di riflessione.
Il primo è che ci sono donne che lo fanno per scelta, pagando contributi e tasse, aderendo a sindacati del settore e gestendo la propria attività con entusiasmo e in modo, mi si passi il termine, aziendale.
Il secondo è che ci sono donne avide, ciniche e senza scrupoli che, pur non praticando il mestiere, sono puttane.
Il terzo: avete mai pensato a quante persone con deficit di vario tipo, soprattutto fisici, non avrebbero una vita sessuale se non potessero ricorrere alle prostitute?

Dunque onore al merito.

#avorio e #monocolture


In occasione del doveroso sdegno per gli ennesimi elefanti avvelenati con arance al cianuro in un parco nazionale dello Zimbabwe, una sessantina solo nell'ultimo mese, vorrei ricordare che in Malesia, dove decine di migliaia di ettari di foreste vengono abbattuti per far posto alla monocoltura della palma da olio, che insieme al legname rappresenta il principale bene d’esportazione del Paese, vengono avvelenati con veleno per topi decine di elefanti pigmei per impedire che si nutrano con i frutti delle palme.


ottobre 2015

PROSTITUTE


Ho letto sul penultimo numero di Internazionale un articolo sulla prostituzione delle donne anziane in Corea del Sud. Anziane e vedove, divorziate, abbandonate dai figli, o quello che è, e totalmente prive di assistenza da parte dello Stato, ripiegano sul mestiere più vecchio del mondo.
Il fatto è che a anche qui, a Torino, a Genova, per parlare di realtà che ho conosciuto direttamente, ci sono donne che a settanta, ottant'anni, battono il marciapiedi o, se possono, ricevono in casa.
Fino a qualche anno fa erano poche, erano quelle che o non erano riuscite ad accantonare qualche risparmio per la vecchiaia o, per assenza di legami, non erano riuscite ad allontanarsi dall'unica vita che conoscevano. Ora iniziano a essere parecchie. Troppe per non provare vergogna tutti quanti di appartenere a una società che concede sempre meno spazio alla dignità umana.

ottobre 2015


domenica 25 ottobre 2015

scudo della montanina: Capitan Solo, l'eroe delle Guerre Pollari

scudo della montanina: Capitan Solo, l'eroe delle Guerre Pollari:        Anch’io quand’ero pulcino amavo scorrazzare qua e là per il mezzo metro quadro a disposizione, dotato di tutti ...

OGNUNO CON IL PROPRIO DEVICE, TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE


Stavo stirando a casa di una signora e non riesco a stirare senza guardare la televisione. In genere quando c’è un’interruzione pubblicitaria mollo il ferro prendo il telecomando e metto silenzioso. L’altro giorno avevo lasciato il telecomando distante e così ho ascoltato anche gli spot pubblicitari. Sono rimasta ipnotizzata, con il ferro a mezz’aria, la bocca semi aperta.
Tre, uno dietro l’altro. Iniziando da quello del McItaly con carne chianina, fibra Tim a seguire, e Multicentrum. Gli altri dopo erano superflui e li ho rimossi in tempo reale.
Riprese su fondo nero, musica solenne in crescendo, un hamburger che rotea come un pianeta nello spazio, non è da tutti farlo, non è da tutti offrirlo a milioni di italiani, non è da tutti ma noi lo abbiamo fatto; poi la fibra che città dopo città, stiamo collegando tutto il paese, per navigare velocissimi e tutti insieme contemporaneamente, il futuro è già qui, e la fibra è capace di connetterci ancora di più, e quindi Multicentrum, unico come te, perché le tue impronte sono uniche.
Ho ricordato le frasi dello spot sulla fibra Fastweb: dentro la nostra fibra scorrono i tuoi pensieri, i tuoi sogni, i tuoi progetti, tu sei le nostre ali… con gli aeroplani dietro a fare un cuore con le scie.
Quelle del McVeggie: abbiamo tolto l’hamburger dall’hamburger (!)…solo chi è in tutto il mondo può portarti il mondo… e anche quell’altra della Citterio, sponsor all’Expo 2015, l’origine fa la differenza.


Cristo santo, buon vecchio Orwell, come scrissi ormai vent’anni fa a Oreste Del Buono, eri un ottimista…

ottobre 2015

mercoledì 21 ottobre 2015

Egg 12 - Leonard Nimoy



a proposito di visionari

SULLA LUNA

Sulla luna? Ma io non voglio andare nemmeno in Europa, faceva dire Saul Bellow al suo Mr. Sammler. Tutti dovrebbero, invece, andare sulla luna. Una leva obbligatoria di breve durata. Il tempo di arrivare su, prendersene una vista, e tornare alla base. Con quale animo emozionato e un poco greve si poserebbe il piede sul suolo tellurico! Finalmente consci della grandiosità e della finitezza. Forse persino, finalmente, un po’ più saggi. 

aprile 2001


Tutti i diritti riservati
 

Il #mondo sia lodato


Mondo, ti devo lodare
per la tua stregonesca magia
intrecciata all'incoscienza
dell’uomo – millenni
di storia hanno accumulato
un enorme sapere senza
che l’anima sia progredita
di un passo
  
e se un sasso
sarà sempre un sasso,
noi siamo sempre gli stessi
eppure individualmente diversi;
creature umorali
disperse in galassie infinite,
superbi prometei che sovvertono
le proprie e le altrui
preziosissime vite –
  
esausti disillusi che vagano
queruli e annoiati, psicotici
accecati dal disordine mentale,
poveri diavoli smarriti,
impostori travestiti da bramini,
fanatici infuriati.


Ma persiste sepolto un bagliore
e a quello mi appello,
Mondo, e ti torno a lodare

Per il segreto che ancora
ti avvolge, per il pullulare
di polvere e polline
dentro un cono di luce
come onda in un campo.
È in quel tremolio,
in quella danza continua
che flette e che torce,
è nell'indeterminato vibrare
di forze in tensione,
è nel cacofonico coro
di un esteso presente
alieno a un’idea condivisa
di tempo e di spazio – è qui
che si addensa il reale,
potenza, energia, uno sciame
di grani che il caso
per accidente combina,
fuoriuscita dal seme celeste
di una gigantesca medusa
che si espande, dilata,
implode, s’incurva
perché la realtà
non è come ci appare

perché vista da fuori
un fuori lontano remoto
spaziale, risplende
e commuove la tua
bellezza globale.

“Earthrise, earthrise”,
mormorava rapito l’astronauta
orbitante nell'oscurità
dello spazio, affacciato
su un osso di calce lunare.
E vedeva la luce del mondo
-un blu universale -
E scattava la foto
che al fluttuante pianeta terrestre
avrebbe eretto
un cosmico altare.

Ringrazio quel desolato
balcone lunare e quella
impensata, siderea distanza:
troppi miracoli finiscono
persi quando ci avvitiamo
in inani manie, ridicole brame,
paranoie convulsioni pazzie.

Sospesi su ponteggi vacillanti
ci sosteniamo con le nostre
fissazioni. Pur di distogliere
lo sguardo dall'incombente
abisso, ci rifugiamo
in raggelanti automatismi,
in penosissime ossessioni.

Sappiamo di portarci appresso
un fardello di nequizie, ma
l’ignavia, le coazioni, le pigrizie
sono monete opache e note,
ben più rassicuranti delle luci
abbacinanti e sconosciute
di un mondo che non offre garanzie.


(VII canto – da “Il mondo sia lodato” di Franco Marcoaldi – 2015  Giulio Einaudi editore )


lunedì 19 ottobre 2015

#VACCINI


La proposta di rendere obbligatoria la vaccinazione per accedere a scuola e multare, si è parlato anche di radiare, i medici contrari a tale profilassi, ha scatenato un acceso dibattito. Tra sostenitori accaniti e denigratori che temono il super controllo delle multinazionali farmaceutiche, c’è come sempre una via di mezzo.  Il problema degli interessi economici è reale, serio, e deve acuire il nostro senso critico e la conseguente pretesa di trasparenza. Altrettanto grave è la vetustà di alcune sperimentazioni di sicurezza pre immissione sul mercato. Resta indiscutibile il fatto che come metodologia preventiva la vaccinazione, la scoperta della vaccinazione, è stata una delle più grandi conquiste in campo medico.
Personalmente sono a favore dei vaccini ma ritengo molto grave che non ci siano studi ufficiali indipendenti sui danni collaterali, per stabilire caso per caso se ci sono e quali sono. Non stiamo parlando di farmaci che si utilizzano in presenza di patologie (esiste la vaccinazione terapeutica ma non è di quella che si sta parlando), ma di sostanze che si somministrano a bambini sani.
Ci vorrebbero sia l’obbligatorietà di una visita clinica presso le ASL prima della pratica vaccinale per verificare lo stato di salute, anche pregresso, del bambino, sia quella della prescrizione medica vaccinale. Inoltre bisognerebbe imporre alle famiglie di appuntare su appositi registri gli effetti delle vaccinazioni sui bambini nei giorni successivi alle iniezioni, segnalandole alle autorità sanitarie competenti.
Quanto alla posizione dei singoli medici, essa va rispettata quale espressione di libertà personale anche se, nel caso specifico, l’eliminazione di una malattia si ha quando la copertura raggiunge il 100% di una popolazione. E qui la libertà personale va a scontrarsi con l’eventuale danno sociale che potrebbe procurare.
Una difficile scelta etica senza nemmeno il supporto di una certezza scientifica. So che non ne esistono di certezze scientifiche e che ciò che oggi sembra il meglio domani potrebbe rivelarsi, se non sbagliato, di molto migliorabile ma se almeno vedessimo una reale volontà di finanziare, anziché il marketing, studi approfonditi sulla relazione vaccino/patologia, relazione da molti denunciata come ingente e sottostimata, forse potremmo compiere una scelta con maggiore serenità.

Lettura consigliata: “Il meraviglioso innesto” ed. Laterza 1985


ottobre 2015

I SOLDI CHE CI DANNO GLI #IMMIGRATI


Giusto per chi considera solo il portafogli.
Negli ultimi anni il rapporto tra spese per gli immigrati regolarizzati e le entrate procurate all'Italia dagli stessi, è sempre stato in attivo a nostro favore. Nell'ordine dei miliardi di euro. Dati statistici governativi sull'immigrazione.
Poi ci sono tutti i resoconti a firma #Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, ecc.
Per cui si tratta di imparare a gestire un fenomeno crescente e irreversibile con i maggiori benefici possibili per tutti. E i cittadini devono pretendere dai propri governi che ciò avvenga. Con intelligenza e lungimiranza. Umanamente, socialmente, economicamente.

E teniamo sempre a mente che tutti rimangono volentieri a casa propria se le condizioni lo permettono.



ottobre 2015

venerdì 16 ottobre 2015

GOVERNI, MERCATO, CITTADINI


Alla fine i governi delegano. Noi deleghiamo loro ed essi fanno altrettanto.
E a chi delegano?
Ai mercati e a noi.
Questa la ricetta per risolvere i problemi del pianeta. Geniale.
Da una parte qualcuno il cui fine è il profitto, per cui tutto il resto viene dopo, se viene, dall'altra una moltitudine di consumatori quasi del tutto rimbecilliti dalle pubblicità, dalle bugie delle aziende, da bisogni superflui indotti, dall'assenza di vera informazione, che però dovrebbe, non si sa grazie a quale misteriosa alchimia, aver intatta la capacità di discernere e decidere cosa mangiare, cosa usare, cosa sfruttare, cosa prendere e cosa lasciare a chi verrà dopo.
Siamo in una botte di ferro. Noi e le generazioni a venire. Però chiusi dentro ben bene e scaricati sui fondali come i peggio rifiuti tossici e in loro compagnia.


Luglio 2015

giovedì 15 ottobre 2015

Crazy (Gnarls Barkley cover) - SirJo Cocchi - Songbook Trio LIVE @ World...





un po' di buona musica...

#acqua su #Marte


Ne ho già scritto in passato in diverse occasioni, dell’uomo che offende l’intelligenza che si vanta di avere, ma questa notizia dell’acqua su Marte mi costringe a ripetere ovvietà.

Meraviglia! Acqua… su Marte c’è acqua.
Potrebbero esserci altre forme di vita…
Oh sì, meraviglia delle meraviglie… che emozione…

Perdonate, ma un linguaggio triviale s’impone.
Cosa cazzo ce ne frega dell’acqua su Marte?
I casi sono due:
o vogliamo fottere anche quella o siamo del tutto rincretiniti
Probabilmente le due cose insieme.

Quella che abbiamo qui sulla terra ci schifa? Sembra da come la trattiamo. E forse bisogna proprio farla pagare, e cara, molto cara, ma non quella che resta, quella di prima, quella che è stata immerdata in ogni modo, e deve pagare chi l’ha immerdata. Ma così tanto da poter risolvere i problemi idrici di tutto il pianeta.

Quella che resta, invece, trattarla con riguardo e riconoscenza, permettere a chiunque di accedervi, equamente, senza sprechi, senza volerne trarre profitto.
Centellinarla nel mentre che si cambia rotta e concederle il tempo di rinnovarsi e tornare, per quel che sarà possibile, viva e piena di vita, in un processo di resilienza che sarebbe la nostra unica possibilità di salvezza.
In alternativa, come ho visto in una bella vignetta, pomperemo quella da Marte.






5 ottobre 2015

mercoledì 14 ottobre 2015

BIO-PLASTICHE

Articolo interessante e semplice. 
Tralascia però di sottolineare come, diversamente dall'alternativa che qui si propone, l'industria tradizionale del biocompatibile, dagli imballaggi ai carburanti, implica coltivazioni intensive che danneggiano i territori parimenti delle altre.

http://camilladallabona.novagrant.ilsole24ore.com/2015/10/10/bio-plastiche-quando-lo-scarto-non-e-da-buttare/

sabato 10 ottobre 2015

ACQUA

Negli ultimi 60 anni la popolazione mondiale è quasi quadruplicata e il consumo del’acqua è aumentato di 6 volte, volevo scrivere ciò nonostante invece scrivo quindi, quindi un settimo della popolazione beve acqua contaminata e altri due settimi abbondanti soffrono a causa di penuria d’acqua o e mancato accesso. Semplicemente perché si è fatta la scelta di seguire il profitto. Infatti il consumo d’acqua è quasi totalmente da attribuirsi ai settori agroalimentare, industriale, e allevamento, i cui prodotti vanno a soddisfare la richiesta di beni e cibo da parte di una parte esigua della popolazione con un’impronta ecologica abnorme. A riprova, oltre a dati facilmente reperibili, dichiarazioni quali quelle del presidente della Nestlè, Peter Brabeck, che propone di mantenere un 1,5% di tale quantità* bene comune e di lasciare il restante 98,5% al mercato. Un uomo in grado di affermare con assoluto candore che l’uomo è ormai in grado di gestire gli equilibri naturali (!) e che, se pur ha riconosciuto il diritto di accesso all'acqua per tutti gli esser umani in occasione del Forum Nestlè sul valore condiviso (CSV Forum 2012 –Dehli, India), poi dichiara che l’idea che tutti gli esseri umani devono avere accesso all'acqua rappresenta una soluzione estrema, che l’acqua è un bene alimentare e come tale deve avere un valore commerciale per poter aver riconosciuto un valore reale da tutti e che solo il mercato se riesce a perpetrare la propria attività e incrementarla può partecipare attivamente alla risoluzione dei problemi del mondo. Vale la pena ascoltare tutta l’intervista: contiene riflessioni che rivelano limpidamente come certi individui vivano in una dimensione empirea (https://www.youtube.com/watch?v=jiyKYY6mrUQ).
Qui sulla terra ci si spara per l’acqua. La desertificazione avanza, la concentrazione salina delle acque e dei terreni aumenta progressivamente, le falde collassano, i livelli di inquinamento sono raccapriccianti, corsi d’acqua vengono deviati o bloccati, le persone o muoiono, o si ammalano o se ne devono andare.
E cosa si fa?
Si continua ad andare a passeggio.

Come mia abitudine, alcune notizie in ordine sparso:
Nel 1995 a Israele fu assegnato il controllo dell’80%  dell’acqua della Cisgiordania e ai palestinesi il 20%.
Nella Striscia di Gaza il 96% dell’acqua è inquinata (forse questo un po' di cose le spiega).
In California, lo sfruttamento delle falde (ultima ratio) provoca l’abbassamento del suolo anche di qualche metro al’anno: ponti, strade, canali di irrigazione subiscono gravi danni.
Rio Tetè a nordovest di San Paulo, da maggio ad agosto diminuendo l’apporto idrico le sostanze inquinanti prendono il sopravvento.


Spagna: centinaia di migliaia di ettari di terreno irrigati illegalmente tramite pozzi abusivi: a questo ritmo sud Spagna desertico entro 2050.
L’acqua virtuale che abbandona i Paesi sotto forma di merci viene sottratta in modo permanente (eventualmente in parte restituita in forma di altre merci). L’idiozia di far coltivare fragole in Spagna per la Germania o lattuga e melanzane in India per l’Europa. Che prima, parlando dell’India, gliele facciamo coltivare per noi, poi giriamo la testa dall'altra parte quando Monsanto & amici fanno soldi a vagonate con i pesticidi, infine blocchiamo le importazioni perché non vengono rispettati i nostri standard di sicurezza in agricoltura (2013)


*Di tutta l'acqua presente sulla terra, che è il 97.14% della quantità totale di acqua superficiale, solo il 2.59% è costituito da acqua dolce. Di questo 2.59% un'altra percentuale è intrappolata nelle calotte di ghiaccio e nei ghiacciai, circa il 2%. Il resto dell'acqua dolce è acqua freatica (0.592%), o acqua direttamente accessibile in laghi,
corsi d'acqua, fiumi, ecc. (0.014%)
agosto 2015



venerdì 9 ottobre 2015

IL FASCISMO NASCE


Il fascismo nasce quando in una società le divisioni sociali al suo interno sono tali da poter essere agevolmente spinte e motivate a unirsi contro una minaccia esterna per lo più presunta, quando non anche strumentalizzata. Ciò permette a coloro che vivono situazioni di forte disagio di provare consolazione e maturare aspettative di miglioramento, o non peggioramento, in funzione della presenza di un loro da contrastare, un nemico minaccioso che determina automaticamente un noi da difendere e in cui riconoscersi. Ciò permette di sentirsi parte di una comunità compatta, comunità che in assenza di una paura comune, però, ben lo vediamo, non sussiste.


2013

L’ORIGINE FA LA DIFFERENZA


L’altra sera ho visto una réclame della Citterio. Lo slogan era “L’origine fa la differenza”.  Mi sono appuntata la frase perché ne sono rimasta colpita.

Già, è proprio così. Dipende dove nasci, che documenti ti ritrovi tra le mani, e il destino è in gran parte segnato. Bisogna ripensarla ‘sta faccenda. Mica giusta. Come ho già scritto altrove: perché io devo avere più diritti di qualcun altro? Con tutti i problemi che possiamo avere, siamo sinceri, ce l’abbiamo ancora grassa.

CONVERSIONE PRODUTTIVA


Pensare che i ricchi, per quanto sempre più ricchi e ricchissimi, possano far fuori  (leggi consumare) tutto quanto è necessario produrre per tenere in piedi il sistema attuale di produzione (inteso diffusamente  ed erroneamente come sinonimo di crescita e progresso), è perlomeno da incompetenti.
Se proprio bisogna concedere che tale sistema sia il meglio che possiamo avere, propongo una ricetta a due ingredienti: riduzione delle disuguaglianze e conversione produttiva, intendendo per quest’ultima un cambiamento rivoluzionario e lungimirante dei beni da prodursi.



aprile 2015

SHELL E ALASKA.

Una buona notizia: la Shell, dopo alcuni mesi di esplorazioni, ha rinunciato alle perforazioni nel mare Artico, al largo dell’Alaska. Non tanto per le protratte e forti opposizioni ambientaliste, quanto perché affermano non ci siano sufficiente petrolio e gas per giustificare l’investimento, soprattutto a fronte del crollo del prezzo del petrolio. La quantità di petrolio in Alaska ammonterebbe a circa il 10% delle riserve statunitensi.


1 ottobre 2015

PROFUGHI 2

Nigeria, Niger,  Ciad, Yemen, Eritrea, Sudan, Etiopia, Burkina Faso, Messico, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina, Birmania, Bangladesh… in ordine sparso i primi Paesi che mi vengono in mente dove, per un motivo o per l’altro, se non si muore, si vive di merda.

Umanità a parte.
Cosa c’entrano i nostri Paesi, i nostri governi, le nostre democrazie, le nostre imprese con i flussi migratori? Questa è la domanda.
Rendetevi conto.
Sono  saltati l’equilibrio ambientale,  l’equilibrio socio politico mondiale.
I muri verranno scavalcati.
Grandi riforme istituzionali internazionali sono necessarie.

Non si può impedire a esseri viventi che, per qualsiasi motivo, temono per la propria vita di trasferirsi in cerca di salvezza.

Gli Stati di Polonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Ungheria, uniti nel no.
Non costa fatica dire no. Il sì comporta impegno, partecipazione, sacrificio, comprensione.
L’esercito ungherese schierato alle frontiere (04/09)
La Danimarca sospende collegamenti stradali e ferroviari con la Germania (09/09)
La versione online di uno dei giornali più letti in Russia, Komsomlskaya Pravda, ospita un blog in cui si asserisce che i migranti africani sono volutamente importanti dall'omodittatura europea, perché, si sa, ai gay piacciono i neri!
 La “giungla” di Calais.
Mattarella ha detto che l’Europa può assorbire senza traumi il flusso di profughi e che è necessario risolvere i problemi nei paesi di provenienza visto che il fenomeno è solo destinato ad aumentare e considerarlo un fenomeno d’emergenza transitorio è da stolti.
A Ventimiglia hanno sradicato l’accampamento sulla scogliera.
Chilometri e chilometri di filo spinato e barriere.
Eccetera, eccetera, eccetera…

Certo, le migrazioni comportano contrasti culturali sgraditi e talvolta minacce come il fondamentalismo islamico ma è decisamente improbabile che coloro che fuggono la guerra e la barbarie siano rappresentanti di tale fondamentalismo, della Jihad globale. Certo, sarà difficile entrare nel nuovo millennio in così tanti con tutti i problemi che ci sono e che in gran parte non si vuole vengano risolti benché soluzioni esistano. Certo, non sarà facile ripensare la società globale per trasformarla in una società multietnica equa e rispettosa dei diritti di tutti ma questo è il compito, l’imperativo cui non ci si può sottrarre. Non farlo corrisponde a mettere la testa sotto la sabbia e la polvere sotto al tappeto. Da questo grande, prodigioso, evoluto Uomo ci si deve aspettare qualcosina in più, non credete?

Altrimenti alla domanda se questi altri, come li si chiama, sono meno umani di noi, dobbiamo metterci la faccia e rispondere di no.

Settembre 2015


PROFUGHI


Il piccolo Aylan non ha sfiorato il mio cuore.  L’ho guardato con l’accettazione compassionevole ma lucida che bisogna riservare alla morte.
Per me è stato uno dei tanti. Non particolarmente meritevole di attenzione. Degno dei medesimi compassione e rispetto che dobbiamo a ogni altro cadavere occultato nelle cifre a tanti zeri che siamo abituati a leggere e sentire.
Dopo mesi e mesi e mesi di dolore e frustrazione e senso di impotenza per questo ossario comune che è divenuto il nostro mare, dopo anni di incredulità, rabbia e compassione per un ininterrotto conflitto mondiale cui nessuno ha il coraggio di riferirsi con tale nome, perché ci viene presentato a pezzetti, come se fossero solo guerre intestine di Paesi sparsi per il globo, dopo e durante tutto ciò, sono stati gli assalti al tunnel della Manica che da mesi si ripetono nella “giungla” di Calais da parte dei profughi e dei migranti, e le immagini provenienti dalla penisola balcanica, a risvegliare un moto interiore che risale agli anni della mia infanzia. Qualcosa che richiama apocalittiche visioni cinematografiche da post conflitto finale. Le barriere. Alcuni di qua altri di là.

Riporto qui uno stralcio da un testo del 2006:
“ (…) Vi voglio raccontare di un vecchio sogno, anzi di una serie di sogni. Le vicende mutavano ma il denominatore comune c’era. Si trattava sempre di circostanze in cui gruppi di persone dovevano trovare rifugio e proteggersi da dei fantomatici “cattivi” che tenevano sotto giogo l’intera popolazione mondiale. Li ho sempre chiamati i “sogni di resistenza”. Questi sogni ricorrenti li facevo da bambina, dai 7 agli 11 anni circa. Erano situazioni difficili, angoscianti, incomprensibili. Inspiegabile che si formassero nella testa di una bimba delle elementari. Sì, è anche vero che la mia maestra ci parlava di ecologia, inquinamento, dittature e diritti umani a ogni piè sospinto ed eravamo nei primi anni settanta e a Torino si sentivano spesso le sirene della polizia, erano ancora anni caldi. In questi sogni faticavo molto, avevo mansioni di guardia, di organizzazione, di protezione. Ero arrivata al punto, con la mia fervida immaginazione, di credere che fossero sogni premonitori. Poi con la pubertà e l’adolescenza tutto ciò è sparito e nel tempo dimenticato. 
Ora, però, vedo segni inequivocabili: quei sogni si sono avverati. E non posso fare finta di nulla. Non posso tradire l’animo cavalleresco dell’infanzia. Non sono qui per raccontare delle verità, non ho certezze da trasmettere, ma so che la conoscenza rende liberi, per cui sono qui a raccontare cosa vedo, cosa ho capito, a chiedere cosa ne pensate, per capire ancora meglio, e a chiedere cosa vedete voi. 
Ognuno di noi ha il dovere di mettersi in gioco per il bene comune condividendo con onestà gli esiti della propria esperienza, perché è solo dal confronto che si ha crescita. 
Pensava che avrebbe attraversato mari e terre, che avrebbe conosciuto genti e persone e compiuto imprese straordinarie e ardimentose. Ora sapeva che, invece, l’opera totale e più strenua della sua vita sarebbe stata non piegarsi. 
Ecco.

Dieci anni prima, nel ’95, scrivevo della mia ansia sul futuro dell’umanità e della vita stessa. Da piccola mi avevano insegnato che la terra è una palla di terra, acqua e fuoco. Una cosa rotonda, con una superficie limitata di cui era possibile calcolare l’area. Vedendo come da decenni ne venivano consumate e distrutte porzioni sempre crescenti in modo irreversibile mi domandavo, visto che non per l’avidità, se almeno per l’ottusità folle e dilagante potesse esserci rimedio. Ma col passare degli anni mi rassegnavo al fatto che no, non esiste alcun antidoto per l’ottusità.
Immaginavo quindi che a breve intere popolazioni umane e animali avrebbero dovuto spostarsi, quelle che fossero sopravvissute e che fossero riuscite a migrare in tempo utile, pensavo alla lentezza migratoria delle specie vegetali, sapevo che il mondo si sarebbe fatto sempre più stretto e che ci sarebbero stati conflitti, esclusioni, e la corsa spregiudicata e violenta per accaparrarsi le risorse. In sostanza ingiustizie e morte.

Così è. Ora e qui.

Ed è arrivato il momento di decidere da che parte stare.

settembre 2015


(tutti i diritti riservati)

GROUND ZERO

Ho letto che tra coloro che sono intervenuti per i soccorsi e lo sgombero delle macerie, abbiamo raggiunto  i 2500 malati circa di forme tumorali dovute alle tossine presenti nel sito di Ground Zero.

Quali tossine? Presenti dove?

AL MARE (2015)

      Sul molo ore 9.00, sento alla radio dell’esperimento finlandese  che mostra come si viaggia nascosti in un container per 24 ore mentre leggo una frase in un articolo di un  giornalista di Pechino:
“ Siamo dei morti viventi che camminano ogni giorno come fosse il primo.”
Alzo lo sguardo e osservo, in questo mare di bonaccia e cielo terso e fermo, i pochi bagnanti mattinieri passeggiare sulla battigia, muoversi tra i lettini, vagare lenti con il pensiero probabilmente rivolto all'autunno imminente, al rientro al lavoro, alle prossime ferie lontane. Osservo la teoria di case antiche e nuove al di sopra dell’Aurelia. Bolle di inconsapevolezza come oasi. Pezzi di mondo fuori dal mondo. Ma come poter anche solo sospettare che la bellezza di questa luce netta su intonaci liguri sia ciò che di più lontano può esserci dalla realtà?


-               A un pranzo di compleanno in uno stabilimento balneare una bimba di 14 mesi frigna senza sosta in braccio alla madre. Perché? chiedo.  Vuole vedere il cartone sul tablet anziché sullo smartphone, risponde la genitrice mentre impone al fratello più grande di cedere il tablet alla sorellina.

-            Sempre sul molo, una donna al telefono, frammenti di conversazione portati dal vento: “… entro 3 trioparsec, ricordi, abbiamo avuto 3000 particelle… certo che se proiettato in tutte e 6 le dimensioni, in uno spazio di appoggio… infatti con la simulazione di … abbiamo visto variazioni di accrescimento…”

-                A passeggio sulla battigia una coppia sui trentacinque, lui occhiali, lei giuliva.
Lui:” …poi si fa un buco profondo profondo e si inietta un bel po’ di carbonio 14 così si capisce cos'è successo cento, mille, un milione di anni fa…”
Lei:”Ma dai?”.

-                Tra gli scogli, due ragazzini, otto o nove anni. Il secondo con la erre moscia.
“Guarda, guarda, una carpa”
“Non la vedo di qui. Sei sicuvo che è pvopvio una cavpa?”
“No, forse è una murena”
“Cavpa, muvena, non me lo dive neanche cos’è. Vado a pvendeve gli attvezzi per ammazzavla. Me lo dici dopo cos'è.”

-                Sempre tra gli scogli, tre belle bambine sui dieci anni. In piedi una fianco all'altra, capelli lunghi al vento, lo sguardo verso l’orizzonte. Una mora, una castano chiara, una bionda. Francesca, Elisa e Raffaella (i nomi me li sono inventati).
Elisa: “ Ma tua nonna non doveva controllarci?”
Francesca: ” Figurati, quella sta sempre attaccata all'I Phone”
Elisa: “Meglio così siamo libere di andare avanti e indietro come ci piace.”
Raffaella: “ Sì, è terribilmente noioso star sempre vicino all'ombrellone, almeno dalla cima del molo il mare si vede bene.”
Francesca (mettendosi a urlare con espressione di disgusto): “  Mare, mare, mare, mi fai schifo, mi fai schifo, il mare fa schifo, fai schifo mare, bleah, non servi a niente, a che cazzo servi, fai solo schifo…”
Raffaella (quasi a bassa voce): “ Ma cosa dici? Il mare è bello”
Francesca: “ Ma cosa dici tu? Il mare fa schifooooo, avete capito? Serve solo per cagarci dentro. Hai capito mare? Fai schifoooooo”

-             Spiaggia di pietre, si avvicina il mio amico Otman e si accovaccia per una pausa sigaretta scaricando dalla spalla i teli che vende. Parliamo del suo quarto figlio, nato in primavera.
“ E così sei al quarto figlio. Gli altri quanti anni hanno?”
“ Ho un maschio di nove e due femmine una di sette e una di quattro. Ma questo è l’ultimo. Per mangiare si riesce a mangiare ma ci sono la scuola, i dottori. Più di quattro non ce la posso fare.”
“L’ultimo? Posso farti una domanda molto personale?”
“Certo”
“ E come pensi di fare?”
Sorride benevolo, un po’ stupito, sia dalla mia franchezza sia da quella che deve sembrargli un’ignoranza insolita per una donna europea: “ Ci sono delle pastiglie, non sai?”

-                Due donne sulla cinquantina e qualcosa conversano passeggiano avanti e indietro nell'acqua.
Donna 1: “ Allora, come procedono i lavori di ristrutturazione? Sei a buon punto?”
Donna 2: “ Finiti. Finalmente, non ce la facevo più a stare in mezzo a un cantiere…”
Donna 1: “ E cos'hai fatto fare? Solo l’esterno o anche gli interni?”
Donna 2: “ Tutto. Mi sono fatta fare tutto. E figurati che sono riuscita a farmi fare anche il muro esterno, sai quello lungo dietro la casa che era da rifare? Il muro e anche parecchie altre cosette fuori dal preventivo.”
Donna 1: “ E hai speso molto oltre al preventivo?”
Donna 2: “ Nulla, cosa credi? Quando gli ho prospettato la possibilità di fare anche gli interni, ho visto che il tipo era molto interessato a prendere il lavoro e ne ho approfittato così me li ha atti gratis.”
Donna 1: “ Be’, ci avrà comunque guadagnato. Se li sarà fatti i suoi conti.”
Donna 2: “Questo non lo so, sono affari suoi. Non gli ho neanche dato il saldo del preventivo. Sai, erano ancora tremila euro ma ho saputo che in passato è stato in difficoltà e non ha pagato degli operai per cui non gode di buona fama, per cui la sua parola contro la mia… Dovrebbe prendere un avvocato per far valere i suoi diritti ma è un pezzente, non se lo può mica permettere l’avvocato, per cui sono in una botte di ferro.  E l’unica persona che potrebbe testimoniare sui nostri accordi ho fatto in modo di far circolare brutte voci sul suo conto in modo da toglierle ogni credibilità. Sai, a questo mondo, non bisogna farsi scrupoli. C’è la crisi ed è meglio pensare a se stessi.”

-             Spiaggia libera, verso fine estate. Da lontano vedo un ragazzone nero che si avvicina a dei bagnanti per proporre la propria mercanzia. Si tratta di due coppie sui cinquanta. Vedo che uno degli uomini si alza, si mette a sbraitare e lo allontana in malo modo. Mi alzo e mi dirigo verso di loro per capire cosa sta accadendo quando una coppia seduta poco distante, che scopro poi essere tedesca, interviene in difesa del ragazzo. Con noncuranza vado a sdraiarmi poco distante per ascoltare cosa si dicono i quattro finalmente rimessi a sedere. Di base i soliti luoghi comuni contro ‘sti animali mussulmani che vengono a rubare a casa nostra, poi, quando le due consorti si alzano per un’abluzione rinfrescante, uno dei due fa all'altro:
“ Questi ci vogliono fottere le donne, cosa credi, e ci sono delle troie che gli piacerebbe pure secondo me.”
Il compare tace meditabondo.
Dopo una mezz'ora il marcantonio nero ripassa facendo cautamente il giro largo. Lo osservo: un metro e novanta per due spalle da lottatore, maglietta attillata su petto e ventre niente male, viso da puma. Mi scappa un sorriso di ammirazione compiaciuta (e indiscutibilmente materna vista l’evidente tenera età della creatura) e godo veramente che il personaggio di cui sopra se ne accorga.
Perché, come rispondeva il giovane ucraino in “Ogni cosa è illuminata” all'appunto che si dovesse usare il termine nero e non negro: “Cos'hai contro negro? Negro è superiore.”, è indubbio che alcuni gruppi etnici africani manifestino la loro superiorità fisica ed estetica rispetto alla maggior parte delle altre etnie in modo prorompente. Nel disprezzo spesso ci sta anche un po’ di invidia.

-                Sulla riva, due donne. Generose.
Donna 1: “ Ma come mi sta questo costume? Non riuscivo a decidermi stamattina se prendere questo o usare quello dell’anno scorso, sai quello azzurro… te lo ricordi?”
Donna 2: “ Bene, bene, ti sta bene. ”
Donna 1: “ Ma tutta ‘sta cellulite, guarda che roba, si vede di più con questo qui. Vero che si vede di più? Perché mi schiaccia lì e vedi che buco che mi fa proprio sulla natica. Bisogna mettersi a dieta e fare dei massaggi come si deve… altro che costume.”
Donna 2. “ Dieta? Ma che dieta? Vai bene così. Ah, io mangio quanto voglio. E lo vedi tutto questo ben di Dio? Carlo ci va pazzo. M’ammazza se perdo le tette. Quando sono lì, sì che stanno a guardare la cellulite”

-                Lungo la passeggiata a mare una coppia cammina e chiacchera gesticolando.
Lei: “ … e tu cosa ne pensi?”
Lui: “ Secondo me il polsino della camicia deve arrivare fin qui, poi quando allunghi il braccio così in avanti allora può spuntare dalla manica della giacca.”

-              Una donna armata di guanti e sacchi neri perlustra la scogliera e raccoglie la spazzatura che trova. Si avvicina anche ai bagnanti, sorridente e gentile, per pulire ovunque. Una signora le rivolge la parola: “ Mi scusi, ma questo dovrebbe farlo il servizio di nettezza urbana…”
“ Qui è demanio, non credo sia di loro competenza, in ogni caso è tutta roba che stiamo lasciando noi… un mare di plastica soprattutto…”
Un’altra donna interviene: “ Vabbe’ , ma infilata lì tra gli scogli che fastidio le dà?”

-          Una donna anziana, piuttosto corpulenta, scossa dai tremori continui e con evidenti difficoltà di movimento sta seduta sulla sdraio sotto un ombrellone. Il marito, un ometto minuto, va e viene dalla sdraio accanto.
Li osservo dal molo di tanto in tanto. Lui ogni dieci minuti va a rinfrescarsi nell'acqua bassa, poi torna e si rimette a leggere un libro. Si premura sempre di chiedere alla moglie se ha bisogno di qualcosa, lo si capisce dai gesti e dai modi, e, in caso affermativo, o va a prenderle qualcosa al bar dello stabilimento o, se si lamenta del caldo, le porta un secchiello d’acqua di mare e la bagna un po’ dappertutto con gran contentezza di lei.
Due ragazzoni, età da liceali, che da un paio d’ore ascoltano musica tremenda disturbando la mia lettura, si alzano e si dirigono alla base del molo. Per inerzia seguo il loro tragitto. Li vedo fermarsi davanti alla coppia che stavo guardando e scambiare qualche frase con l’uomo e la donna. Da dove sono riesco a sentire un’esclamazione di approvazione da parte di lei. Poi vedo i due ragazzoni aiutarla ad alzarsi e condurla, seguiti dal marito, in acqua. La sorreggono fino alle boe bianche, dove la profondità è di circa un metro e mezzo e le fanno fare un bagno. Praticamente davanti a me. Lei ride contenta, anzi felice, e ripete: grazie, grazie, grazie, ringraziate anche i vostri genitori, siete proprio due bravi ragazzi.


29 agosto 2015


(tutti i diritti riservati)

PESCI

Ho letto che il numero dei  vertebrati marini sarebbe diminuito del 49% in 45 anni. Alcune specie, sgombri e tonni, del 74%. Almeno un minuto di silenzio ci vorrebbe.


Fonti: WWF, Zoological society of London

#iostoconerri

La procura di Torino ha chiesto otto mesi per Erri De Luca, accusato di istigare al sabotaggio della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
Nel periodo storico in cui si cerca di far passare il concetto di diritto alla mobilità umana, si mette in discussione  la mobilità della parola. La si vuole imbrigliare e trattenere anch’essa.  Con l’acquisizione ormai prossima di Rcs da parte di Mondadori che così deterrà un terzo dell’editoria nazionale, e tutto ciò che ne consegue, con la scarsa diffusione del giornalismo d’inchiesta, con i telegiornali che diffondono paure, tutto mira al controllo. Ma la parola sfugge e si trasmette comunque. La parola resta.  Sopravvive a chi l’ha pronunciata o scritta.
Resta sacrosanta l’assunzione di responsabilità del pronunciarle e diffonderle le parole. Perché ci sono quelle inutili, autoreferenziali, quelle che portano al contrasto e non al dialogo, che consolidano le diversità e le separazioni in senso sterile e deleterio anziché condurre a una sana crisi. Crisi che significa separazione della pula dal chicco e quindi valutazione e discernimento, presupposti necessari per un miglioramento e una rinascita. Penso a Charlie Hebdo, di cui, con le debite considerazioni già scrissi, penso al terrorismo quotidiano perpetrato con l’uso improprio della parola, penso all'esaltazione acritica e distruttiva che l’incitazione verbale alla violenza produce, penso alle parole violentate, a cui viene infilato a forza dentro un significato che non appartiene loro, nel tentativo di stravolgerne il dna.

Anni fa, ritornando al buon Erri, una quindicina più meno, passai da Ceva, tornando da Torino verso Imperia e mi trattenni ad ascoltare un comizio di Borghezio, che se non ricordo male anche quest’anno ha presenziato a un corteo contro la nascita di un centro islamico in questa roccaforte leghista. Ecco, ripensando alle parole che udii, se volessimo adottare stesso peso e stessa misura, per comminare a lui, e a chiunque altro di tal fatta, un’adeguata e proporzionale condanna dovremmo importare la sedia elettrica dagli Stati Uniti.