mercoledì 28 ottobre 2015
martedì 27 ottobre 2015
PROSTITUTE 2
Mi collego a quanto scritto nel post precedente per ribadire
l’importanza del ruolo sociale rivestito dalle donne che vendono il proprio
corpo.
Non voglio qui entrare nel merito di questioni legate allo
sfruttamento, alla tratta, alle violenze, agli abusi. Solo suggerire alcuni
spunti di riflessione.
Il primo è che ci sono donne che lo fanno per scelta,
pagando contributi e tasse, aderendo a sindacati del settore e gestendo la
propria attività con entusiasmo e in modo, mi si passi il termine, aziendale.
Il secondo è che ci sono donne avide, ciniche e senza
scrupoli che, pur non praticando il mestiere, sono puttane.
Il terzo: avete mai pensato a quante persone con deficit di
vario tipo, soprattutto fisici, non avrebbero una vita sessuale se non
potessero ricorrere alle prostitute?
Dunque onore al merito.
#avorio e #monocolture
In occasione del doveroso sdegno
per gli ennesimi elefanti avvelenati con arance al cianuro in un parco
nazionale dello Zimbabwe, una sessantina solo nell'ultimo mese, vorrei
ricordare che in Malesia, dove decine di migliaia di ettari di foreste vengono
abbattuti per far posto alla monocoltura della palma da olio, che insieme al legname rappresenta il principale bene d’esportazione
del Paese, vengono avvelenati con veleno per topi decine di elefanti pigmei per
impedire che si nutrano con i frutti delle palme.
ottobre 2015
PROSTITUTE
Ho letto sul penultimo numero di
Internazionale un articolo sulla prostituzione delle donne anziane in Corea del
Sud. Anziane e vedove, divorziate, abbandonate dai figli, o quello che è, e
totalmente prive di assistenza da parte dello Stato, ripiegano sul mestiere più
vecchio del mondo.
Il fatto è che a anche qui, a Torino,
a Genova, per parlare di realtà che ho conosciuto direttamente, ci sono donne
che a settanta, ottant'anni, battono il marciapiedi o, se possono, ricevono in casa.
Fino a qualche anno fa erano
poche, erano quelle che o non erano riuscite ad accantonare qualche risparmio
per la vecchiaia o, per assenza di legami, non erano riuscite ad allontanarsi
dall'unica vita che conoscevano. Ora iniziano a essere parecchie. Troppe per
non provare vergogna tutti quanti di appartenere a una società che concede
sempre meno spazio alla dignità umana.
ottobre 2015
domenica 25 ottobre 2015
scudo della montanina: Capitan Solo, l'eroe delle Guerre Pollari
scudo della montanina: Capitan Solo, l'eroe delle Guerre Pollari: Anch’io quand’ero pulcino amavo scorrazzare qua e là per il mezzo metro quadro a disposizione, dotato di tutti ...
OGNUNO CON IL PROPRIO DEVICE, TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE
Stavo stirando a casa di una
signora e non riesco a stirare senza guardare la televisione. In genere quando
c’è un’interruzione pubblicitaria mollo il ferro prendo il telecomando e metto
silenzioso. L’altro giorno avevo lasciato il telecomando distante e così ho
ascoltato anche gli spot pubblicitari. Sono rimasta ipnotizzata, con il ferro a
mezz’aria, la bocca semi aperta.
Tre, uno dietro l’altro.
Iniziando da quello del McItaly con carne chianina, fibra Tim a seguire, e Multicentrum.
Gli altri dopo erano superflui e li ho rimossi in tempo reale.
Riprese
su fondo nero, musica solenne in crescendo, un hamburger che
rotea come un pianeta nello spazio, non è da tutti farlo, non è da tutti offrirlo a
milioni di italiani, non è da tutti ma noi lo abbiamo fatto; poi la fibra che
città dopo città, stiamo collegando tutto il paese, per navigare velocissimi e
tutti insieme contemporaneamente, il futuro è già qui, e la fibra è capace di
connetterci ancora di più, e quindi Multicentrum, unico come te, perché le tue
impronte sono uniche.
Ho ricordato le frasi dello spot sulla fibra Fastweb: dentro
la nostra fibra scorrono i tuoi pensieri, i tuoi sogni, i tuoi progetti, tu sei
le nostre ali… con gli aeroplani dietro a fare un cuore con le scie.
Quelle del McVeggie: abbiamo tolto l’hamburger dall’hamburger
(!)…solo chi è in tutto il mondo può
portarti il mondo… e anche quell’altra della Citterio, sponsor all’Expo
2015, l’origine fa la differenza.
Cristo santo, buon vecchio Orwell, come scrissi ormai
vent’anni fa a Oreste Del Buono, eri un ottimista…
ottobre 2015
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mercoledì 21 ottobre 2015
Egg 12 - Leonard Nimoy
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SULLA LUNA
Sulla luna? Ma io non voglio andare nemmeno in Europa, faceva dire Saul Bellow al suo Mr. Sammler.
Tutti dovrebbero, invece, andare sulla luna. Una leva obbligatoria di breve durata. Il tempo di arrivare su, prendersene una vista, e tornare alla base.
Con quale animo emozionato e un poco greve si poserebbe il piede sul suolo tellurico!
Finalmente consci della grandiosità e della finitezza.
Forse persino, finalmente, un po’ più saggi.
aprile 2001
Tutti i diritti riservati
Il #mondo sia lodato
Mondo, ti devo lodare
per la tua stregonesca magia
intrecciata all'incoscienza
dell’uomo – millenni
di storia hanno accumulato
un enorme sapere senza
che l’anima sia progredita
di un passo
e se un sasso
sarà sempre un sasso,
noi siamo sempre gli stessi
eppure individualmente diversi;
creature umorali
disperse in galassie infinite,
superbi prometei che sovvertono
le proprie e le altrui
preziosissime vite –
esausti disillusi che vagano
queruli e annoiati, psicotici
accecati dal disordine mentale,
poveri diavoli smarriti,
impostori travestiti da bramini,
fanatici infuriati.
Ma persiste sepolto un bagliore
e a quello mi appello,
Mondo, e ti torno a lodare
Per il segreto che ancora
ti avvolge, per il pullulare
di polvere e polline
dentro un cono di luce
come onda in un campo.
È in quel tremolio,
in quella danza continua
che flette e che torce,
è nell'indeterminato vibrare
di forze in tensione,
è nel cacofonico coro
di un esteso presente
alieno a un’idea condivisa
di tempo e di spazio – è qui
che si addensa il reale,
potenza, energia, uno sciame
di grani che il caso
per accidente combina,
fuoriuscita dal seme celeste
di una gigantesca medusa
che si espande, dilata,
implode, s’incurva
perché la realtà
non è come ci appare
perché vista da fuori
un fuori lontano remoto
spaziale, risplende
e commuove la tua
bellezza globale.
“Earthrise, earthrise”,
mormorava rapito l’astronauta
orbitante nell'oscurità
dello spazio, affacciato
su un osso di calce lunare.
E vedeva la luce del mondo
-un blu universale -
E scattava la foto
che al fluttuante pianeta terrestre
avrebbe eretto
un cosmico altare.
Ringrazio quel desolato
balcone lunare e quella
impensata, siderea distanza:
troppi miracoli finiscono
persi quando ci avvitiamo
in inani manie, ridicole brame,
paranoie convulsioni pazzie.
Sospesi su ponteggi vacillanti
ci sosteniamo con le nostre
fissazioni. Pur di distogliere
lo sguardo dall'incombente
abisso, ci rifugiamo
in raggelanti automatismi,
in penosissime ossessioni.
Sappiamo di portarci appresso
un fardello di nequizie, ma
l’ignavia, le coazioni, le pigrizie
sono monete opache e note,
ben più rassicuranti delle luci
abbacinanti e sconosciute
di un mondo che non offre garanzie.
(VII canto – da “Il mondo sia lodato” di Franco Marcoaldi –
2015 Giulio Einaudi editore )
lunedì 19 ottobre 2015
#VACCINI
La proposta di rendere
obbligatoria la vaccinazione per accedere a scuola e multare, si è parlato
anche di radiare, i medici contrari a tale profilassi, ha scatenato un acceso
dibattito. Tra sostenitori accaniti e denigratori che temono il super controllo
delle multinazionali farmaceutiche, c’è come sempre una via di mezzo. Il problema degli interessi economici è
reale, serio, e deve acuire il nostro senso critico e la conseguente pretesa di
trasparenza. Altrettanto grave è la vetustà di alcune sperimentazioni di
sicurezza pre immissione sul mercato. Resta indiscutibile il fatto che come
metodologia preventiva la vaccinazione, la scoperta della vaccinazione, è stata
una delle più grandi conquiste in campo medico.
Personalmente sono a favore dei
vaccini ma ritengo molto grave che non ci siano studi ufficiali indipendenti sui danni
collaterali, per stabilire caso per caso se ci sono e quali sono. Non stiamo parlando di farmaci che si utilizzano in presenza di patologie (esiste la vaccinazione terapeutica ma
non è di quella che si sta parlando), ma di
sostanze che si somministrano a bambini sani.
Ci vorrebbero sia l’obbligatorietà di una visita clinica presso le ASL prima della pratica vaccinale
per verificare lo stato di salute, anche pregresso, del bambino, sia quella della prescrizione
medica vaccinale. Inoltre
bisognerebbe imporre alle famiglie di appuntare su appositi
registri gli effetti delle vaccinazioni sui bambini nei giorni successivi alle
iniezioni, segnalandole alle autorità sanitarie competenti.
Quanto alla
posizione dei singoli medici, essa va rispettata quale espressione di libertà personale anche se, nel caso specifico, l’eliminazione di una malattia si ha quando la copertura raggiunge il 100% di una popolazione. E qui la
libertà personale va a scontrarsi con l’eventuale danno sociale che potrebbe
procurare.
Una difficile scelta
etica senza nemmeno il supporto di una certezza scientifica. So che non ne
esistono di certezze scientifiche e che ciò che oggi sembra il meglio domani
potrebbe rivelarsi, se non sbagliato, di molto migliorabile ma se almeno
vedessimo una reale volontà di finanziare, anziché il marketing, studi
approfonditi sulla relazione vaccino/patologia, relazione da molti denunciata
come ingente e sottostimata, forse potremmo compiere una scelta con maggiore
serenità.
Lettura consigliata: “Il meraviglioso innesto” ed. Laterza
1985
ottobre
2015
I SOLDI CHE CI DANNO GLI #IMMIGRATI
Giusto per chi considera solo il portafogli.
Negli ultimi anni il rapporto tra spese per gli immigrati regolarizzati e le entrate procurate all'Italia dagli
stessi, è sempre stato in attivo a nostro favore. Nell'ordine dei miliardi di
euro. Dati statistici governativi sull'immigrazione.
Poi ci sono tutti i resoconti a
firma #Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, ecc.
Per cui si tratta di imparare a
gestire un fenomeno crescente e irreversibile con i maggiori benefici possibili
per tutti. E i cittadini devono pretendere dai propri governi che ciò avvenga. Con intelligenza e lungimiranza. Umanamente, socialmente, economicamente.
E teniamo sempre a mente che tutti rimangono
volentieri a casa propria se le condizioni lo permettono.
ottobre 2015
venerdì 16 ottobre 2015
GOVERNI, MERCATO, CITTADINI
Alla fine i governi delegano. Noi
deleghiamo loro ed essi fanno altrettanto.
E a chi delegano?
Ai mercati e a noi.
Questa la ricetta per risolvere i
problemi del pianeta. Geniale.
Da una parte qualcuno il cui fine
è il profitto, per cui tutto il resto viene dopo, se viene, dall'altra una
moltitudine di consumatori quasi del tutto rimbecilliti dalle pubblicità, dalle
bugie delle aziende, da bisogni superflui indotti, dall'assenza di vera
informazione, che però dovrebbe, non si sa grazie a quale misteriosa alchimia,
aver intatta la capacità di discernere e decidere cosa mangiare, cosa usare,
cosa sfruttare, cosa prendere e cosa lasciare a chi verrà dopo.
Siamo in una botte di ferro. Noi
e le generazioni a venire. Però chiusi dentro ben bene e scaricati sui fondali
come i peggio rifiuti tossici e in loro compagnia.
Luglio 2015
giovedì 15 ottobre 2015
Crazy (Gnarls Barkley cover) - SirJo Cocchi - Songbook Trio LIVE @ World...
un po' di buona musica...
#acqua su #Marte
Ne ho già scritto in passato in
diverse occasioni, dell’uomo che offende l’intelligenza che si vanta di avere,
ma questa notizia dell’acqua su Marte mi costringe a ripetere ovvietà.
Meraviglia! Acqua… su Marte c’è
acqua.
Potrebbero esserci altre forme di
vita…
Oh sì, meraviglia delle
meraviglie… che emozione…
Perdonate, ma un linguaggio triviale
s’impone.
Cosa cazzo ce ne frega dell’acqua
su Marte?
I casi sono due:
o vogliamo fottere anche quella o
siamo del tutto rincretiniti
Probabilmente le due cose
insieme.
Quella che abbiamo qui sulla
terra ci schifa? Sembra da come la trattiamo. E forse bisogna proprio farla
pagare, e cara, molto cara, ma non quella che resta, quella di prima, quella
che è stata immerdata in ogni modo, e deve pagare chi l’ha immerdata. Ma così
tanto da poter risolvere i problemi idrici di tutto il pianeta.
Quella che resta, invece,
trattarla con riguardo e riconoscenza, permettere a chiunque di accedervi,
equamente, senza sprechi, senza volerne trarre profitto.
Centellinarla nel mentre che si
cambia rotta e concederle il tempo di rinnovarsi e tornare, per quel che sarà possibile, viva e piena di
vita, in un processo di resilienza che sarebbe la
nostra unica possibilità di salvezza.
In alternativa, come ho visto in
una bella vignetta, pomperemo quella da Marte.
5 ottobre 2015
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mercoledì 14 ottobre 2015
BIO-PLASTICHE
Articolo interessante e semplice.
Tralascia però di sottolineare come, diversamente dall'alternativa che qui si propone, l'industria tradizionale del biocompatibile, dagli imballaggi ai carburanti, implica coltivazioni intensive che danneggiano i territori parimenti delle altre.
http://camilladallabona.novagrant.ilsole24ore.com/2015/10/10/bio-plastiche-quando-lo-scarto-non-e-da-buttare/
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martedì 13 ottobre 2015
sabato 10 ottobre 2015
ACQUA
Negli ultimi 60 anni la popolazione mondiale è quasi quadruplicata e
il consumo del’acqua è aumentato di 6 volte, volevo scrivere ciò nonostante
invece scrivo quindi, quindi un settimo della popolazione beve acqua
contaminata e altri due settimi abbondanti soffrono a causa di penuria d’acqua
o e mancato accesso. Semplicemente perché si è fatta la scelta di seguire il
profitto. Infatti il consumo d’acqua è quasi totalmente da attribuirsi ai
settori agroalimentare, industriale, e allevamento, i cui prodotti vanno a
soddisfare la richiesta di beni e cibo da parte di una parte esigua della
popolazione con un’impronta ecologica abnorme. A riprova, oltre a dati
facilmente reperibili, dichiarazioni quali quelle del presidente
della Nestlè, Peter Brabeck, che propone di mantenere un 1,5% di tale quantità*
bene comune e di lasciare il restante 98,5% al mercato. Un uomo in grado
di affermare con assoluto candore che l’uomo è ormai in grado di gestire gli
equilibri naturali (!) e che, se pur ha riconosciuto il diritto di accesso
all'acqua per tutti gli esser umani in occasione del Forum Nestlè sul valore
condiviso (CSV Forum 2012 –Dehli, India), poi dichiara che l’idea che tutti gli
esseri umani devono avere accesso all'acqua rappresenta una soluzione estrema,
che l’acqua è un bene alimentare e come tale deve avere un valore commerciale
per poter aver riconosciuto un valore reale da tutti e che solo il mercato se
riesce a perpetrare la propria attività e incrementarla può partecipare
attivamente alla risoluzione dei problemi del mondo. Vale la pena ascoltare
tutta l’intervista: contiene riflessioni che rivelano limpidamente come certi
individui vivano in una dimensione empirea (https://www.youtube.com/watch?v=jiyKYY6mrUQ).
Qui sulla terra ci si spara per l’acqua. La desertificazione avanza,
la concentrazione salina delle acque e dei terreni aumenta progressivamente, le
falde collassano, i livelli di inquinamento sono raccapriccianti, corsi d’acqua
vengono deviati o bloccati, le persone o muoiono, o si ammalano o se ne devono
andare.
E cosa si fa?
Si continua ad andare a passeggio.
Come mia abitudine, alcune notizie in ordine sparso:
Nel 1995 a Israele fu assegnato il controllo dell’80% dell’acqua della Cisgiordania e ai
palestinesi il 20%.
Nella Striscia di Gaza il 96% dell’acqua è inquinata (forse questo un po' di cose le spiega).
In California, lo sfruttamento delle falde (ultima ratio) provoca
l’abbassamento del suolo anche di qualche metro al’anno: ponti, strade, canali
di irrigazione subiscono gravi danni.
Rio Tetè a nordovest di San Paulo, da maggio ad agosto diminuendo
l’apporto idrico le sostanze inquinanti prendono il sopravvento.
Spagna: centinaia di migliaia di ettari di terreno irrigati
illegalmente tramite pozzi abusivi: a questo ritmo sud Spagna desertico entro
2050.
L’acqua virtuale che abbandona i Paesi sotto forma di merci viene
sottratta in modo permanente (eventualmente in parte restituita in forma di
altre merci). L’idiozia di far coltivare fragole in Spagna per la Germania o
lattuga e melanzane in India per l’Europa. Che prima, parlando dell’India,
gliele facciamo coltivare per noi, poi giriamo la testa dall'altra parte quando
Monsanto & amici fanno soldi a vagonate con i pesticidi, infine blocchiamo
le importazioni perché non vengono rispettati i nostri standard di sicurezza in
agricoltura (2013)
*Di tutta l'acqua presente sulla terra, che è il 97.14% della quantità totale di acqua superficiale, solo il 2.59% è costituito da acqua dolce. Di questo 2.59% un'altra percentuale è intrappolata nelle calotte di ghiaccio e nei ghiacciai, circa il 2%. Il resto dell'acqua dolce è acqua freatica (0.592%), o acqua direttamente accessibile in laghi,
corsi d'acqua, fiumi, ecc. (0.014%)
agosto 2015
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venerdì 9 ottobre 2015
IL FASCISMO NASCE
Il fascismo nasce quando in una
società le divisioni sociali al suo interno sono tali da poter essere
agevolmente spinte e motivate a unirsi contro una minaccia esterna per lo più
presunta, quando non anche strumentalizzata. Ciò permette a coloro che vivono
situazioni di forte disagio di provare consolazione e maturare aspettative di
miglioramento, o non peggioramento, in funzione della presenza di un loro da contrastare, un nemico
minaccioso che determina automaticamente un noi
da difendere e in cui riconoscersi. Ciò permette di sentirsi parte di una
comunità compatta, comunità che in assenza di una paura comune, però, ben lo
vediamo, non sussiste.
2013
L’ORIGINE FA LA DIFFERENZA
L’altra sera ho visto una réclame della Citterio. Lo slogan era
“L’origine fa la differenza”. Mi sono
appuntata la frase perché ne sono rimasta colpita.
Già, è proprio così. Dipende dove
nasci, che documenti ti ritrovi tra le mani, e il destino è in gran parte
segnato. Bisogna ripensarla ‘sta faccenda. Mica giusta. Come ho già scritto
altrove: perché io devo avere più diritti di qualcun altro? Con tutti i
problemi che possiamo avere, siamo sinceri, ce l’abbiamo ancora grassa.
CONVERSIONE PRODUTTIVA
Pensare che i ricchi, per quanto sempre più ricchi e ricchissimi,
possano far fuori (leggi consumare)
tutto quanto è necessario produrre per tenere in piedi il sistema attuale di
produzione (inteso diffusamente ed
erroneamente come sinonimo di crescita e progresso), è perlomeno da
incompetenti.
Se proprio bisogna concedere che tale sistema sia il meglio che
possiamo avere, propongo una ricetta a due ingredienti: riduzione delle
disuguaglianze e conversione produttiva,
intendendo per quest’ultima un cambiamento rivoluzionario e lungimirante dei
beni da prodursi.
aprile 2015
SHELL E ALASKA.
Una buona notizia: la Shell, dopo alcuni mesi di
esplorazioni, ha rinunciato alle perforazioni nel mare Artico, al largo
dell’Alaska. Non tanto per le protratte e forti opposizioni ambientaliste,
quanto perché affermano non ci siano sufficiente petrolio e gas per
giustificare l’investimento, soprattutto a fronte del crollo del prezzo del
petrolio. La quantità di petrolio in Alaska ammonterebbe a circa il 10% delle
riserve statunitensi.
1 ottobre 2015
PROFUGHI 2
Nigeria, Niger, Ciad, Yemen, Eritrea, Sudan, Etiopia, Burkina
Faso, Messico, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina, Birmania, Bangladesh… in
ordine sparso i primi Paesi che mi vengono in mente dove, per un motivo o per
l’altro, se non si muore, si vive di merda.
Umanità a parte.
Cosa c’entrano i nostri Paesi, i
nostri governi, le nostre democrazie, le nostre imprese con i flussi migratori?
Questa è la domanda.
Rendetevi conto.
Sono saltati l’equilibrio ambientale, l’equilibrio socio politico mondiale.
I muri verranno scavalcati.
Grandi riforme istituzionali
internazionali sono necessarie.
Non si può impedire a esseri
viventi che, per qualsiasi motivo, temono per la propria vita di trasferirsi in cerca di salvezza.
Gli Stati di Polonia, Slovacchia,
Repubblica ceca, Ungheria, uniti nel no.
Non costa fatica dire no. Il sì
comporta impegno, partecipazione, sacrificio, comprensione.
L’esercito ungherese schierato
alle frontiere (04/09)
La Danimarca sospende
collegamenti stradali e ferroviari con la Germania (09/09)
La versione online di uno dei
giornali più letti in Russia, Komsomlskaya Pravda, ospita un blog in cui si
asserisce che i migranti africani sono volutamente importanti dall'omodittatura
europea, perché, si sa, ai gay piacciono i neri!
La “giungla” di Calais.
Mattarella ha detto che l’Europa
può assorbire senza traumi il flusso di profughi e che è necessario risolvere i
problemi nei paesi di provenienza visto che il fenomeno è solo destinato ad
aumentare e considerarlo un fenomeno d’emergenza transitorio è da stolti.
A Ventimiglia hanno sradicato
l’accampamento sulla scogliera.
Chilometri e chilometri di filo
spinato e barriere.
Eccetera, eccetera, eccetera…
Certo, le migrazioni comportano
contrasti culturali sgraditi e talvolta minacce come il fondamentalismo
islamico ma è decisamente improbabile che coloro che fuggono la guerra e la
barbarie siano rappresentanti di tale fondamentalismo, della Jihad globale.
Certo, sarà difficile entrare nel nuovo millennio in così tanti con tutti i
problemi che ci sono e che in gran parte non si vuole vengano risolti benché
soluzioni esistano. Certo, non sarà facile ripensare la società globale per
trasformarla in una società multietnica equa e rispettosa dei diritti di tutti
ma questo è il compito, l’imperativo cui non ci si può sottrarre. Non farlo
corrisponde a mettere la testa sotto la sabbia e la polvere sotto al tappeto. Da
questo grande, prodigioso, evoluto Uomo ci si deve aspettare qualcosina in
più, non credete?
Altrimenti alla domanda se questi
altri, come li si chiama, sono meno umani di noi, dobbiamo metterci la faccia e rispondere di no.
Settembre 2015
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PROFUGHI
Il piccolo Aylan non ha sfiorato
il mio cuore. L’ho guardato con l’accettazione
compassionevole ma lucida che bisogna riservare alla morte.
Per me è stato uno dei tanti. Non
particolarmente meritevole di attenzione. Degno dei medesimi compassione e
rispetto che dobbiamo a ogni altro cadavere occultato nelle cifre a tanti zeri
che siamo abituati a leggere e sentire.
Dopo mesi e mesi e mesi di dolore
e frustrazione e senso di impotenza per questo ossario comune che è divenuto il
nostro mare, dopo anni di incredulità, rabbia e compassione per un ininterrotto
conflitto mondiale cui nessuno ha il coraggio di riferirsi con tale nome,
perché ci viene presentato a pezzetti, come se fossero solo guerre intestine di
Paesi sparsi per il globo, dopo e durante tutto ciò, sono stati gli assalti al
tunnel della Manica che da mesi si ripetono nella “giungla” di Calais da parte
dei profughi e dei migranti, e le immagini provenienti dalla penisola
balcanica, a risvegliare un moto interiore che risale agli anni della mia infanzia.
Qualcosa che richiama apocalittiche visioni cinematografiche da post conflitto
finale. Le barriere. Alcuni di qua altri di là.
Riporto qui uno stralcio da un
testo del 2006:
“ (…) Vi voglio raccontare di un vecchio sogno,
anzi di una serie di sogni. Le vicende mutavano ma il denominatore comune
c’era. Si trattava sempre di circostanze in cui gruppi di persone dovevano
trovare rifugio e proteggersi da dei fantomatici “cattivi” che tenevano sotto
giogo l’intera popolazione mondiale. Li ho sempre chiamati i “sogni di
resistenza”. Questi sogni ricorrenti li facevo da bambina, dai 7 agli 11 anni
circa. Erano situazioni difficili, angoscianti, incomprensibili. Inspiegabile
che si formassero nella testa di una bimba delle elementari. Sì, è anche vero
che la mia maestra ci parlava di ecologia, inquinamento, dittature e diritti
umani a ogni piè sospinto ed eravamo nei primi anni settanta e a Torino si
sentivano spesso le sirene della polizia, erano ancora anni caldi. In questi
sogni faticavo molto, avevo mansioni di guardia, di organizzazione, di
protezione. Ero arrivata al punto, con la mia fervida immaginazione, di credere
che fossero sogni premonitori. Poi con la pubertà e l’adolescenza tutto ciò è
sparito e nel tempo dimenticato.
Ora, però, vedo segni inequivocabili: quei sogni
si sono avverati. E non posso fare finta di nulla. Non posso tradire l’animo
cavalleresco dell’infanzia. Non sono qui per raccontare delle verità, non ho
certezze da trasmettere, ma so che la conoscenza rende liberi, per cui sono qui
a raccontare cosa vedo, cosa ho capito, a chiedere cosa ne pensate, per capire
ancora meglio, e a chiedere cosa vedete voi.
Ognuno di noi ha il dovere di mettersi in gioco
per il bene comune condividendo con onestà gli esiti della propria esperienza,
perché è solo dal confronto che si ha crescita.
Pensava che avrebbe attraversato mari e terre,
che avrebbe conosciuto genti e persone e compiuto imprese straordinarie e
ardimentose. Ora sapeva che, invece, l’opera totale e più strenua della sua
vita sarebbe stata non piegarsi. ”
Ecco.
Dieci anni prima, nel ’95, scrivevo della
mia ansia sul futuro dell’umanità e della vita stessa. Da piccola mi avevano
insegnato che la terra è una palla di terra, acqua e fuoco. Una cosa rotonda,
con una superficie limitata di cui era possibile calcolare l’area. Vedendo come
da decenni ne venivano consumate e distrutte porzioni sempre crescenti in modo
irreversibile mi domandavo, visto che non per l’avidità, se almeno per
l’ottusità folle e dilagante potesse esserci rimedio. Ma col passare degli anni
mi rassegnavo al fatto che no, non esiste alcun antidoto per l’ottusità.
Immaginavo quindi che a breve intere
popolazioni umane e animali avrebbero dovuto spostarsi, quelle che fossero
sopravvissute e che fossero riuscite a migrare in tempo utile, pensavo alla
lentezza migratoria delle specie vegetali, sapevo che il mondo si sarebbe fatto
sempre più stretto e che ci sarebbero stati conflitti, esclusioni, e la corsa
spregiudicata e violenta per accaparrarsi le risorse. In sostanza ingiustizie e
morte.
Così è.
Ora e qui.
Ed è
arrivato il momento di decidere da che parte stare.
settembre 2015
(tutti i diritti riservati)
GROUND ZERO
Ho letto che tra coloro che sono intervenuti per i soccorsi
e lo sgombero delle macerie, abbiamo raggiunto
i 2500 malati circa di forme tumorali dovute alle tossine presenti nel
sito di Ground Zero.
Quali tossine? Presenti dove?
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AL MARE (2015)
Sul molo ore 9.00, sento alla radio
dell’esperimento finlandese che mostra
come si viaggia nascosti in un container per 24 ore mentre leggo una frase in
un articolo di un giornalista di Pechino:
“ Siamo dei morti viventi che camminano
ogni giorno come fosse il primo.”
Alzo lo sguardo
e osservo, in questo mare di bonaccia e cielo terso e fermo, i pochi bagnanti
mattinieri passeggiare sulla battigia, muoversi tra i lettini, vagare lenti con
il pensiero probabilmente rivolto all'autunno imminente, al rientro al lavoro, alle
prossime ferie lontane. Osservo la teoria di case antiche e nuove al di sopra
dell’Aurelia. Bolle di inconsapevolezza come oasi. Pezzi di mondo fuori dal
mondo. Ma come poter anche solo sospettare che la bellezza di questa luce netta
su intonaci liguri sia ciò che di più lontano può esserci dalla realtà?
- A un pranzo di compleanno in uno stabilimento
balneare una bimba di 14 mesi frigna senza sosta in braccio alla madre. Perché?
chiedo. Vuole vedere il cartone sul
tablet anziché sullo smartphone, risponde la genitrice mentre impone al
fratello più grande di cedere il tablet alla sorellina.
- Sempre sul molo, una donna al telefono,
frammenti di conversazione portati dal vento: “… entro 3 trioparsec, ricordi,
abbiamo avuto 3000 particelle… certo che se proiettato in tutte e 6 le dimensioni,
in uno spazio di appoggio… infatti con la simulazione di … abbiamo visto
variazioni di accrescimento…”
- A passeggio sulla battigia una coppia sui
trentacinque, lui occhiali, lei giuliva.
Lui:” …poi si fa un buco profondo profondo
e si inietta un bel po’ di carbonio 14 così si capisce cos'è successo cento,
mille, un milione di anni fa…”
Lei:”Ma dai?”.
- Tra gli scogli, due ragazzini, otto o nove anni.
Il secondo con la erre moscia.
“Guarda, guarda, una carpa”
“Non la vedo di qui. Sei sicuvo che è
pvopvio una cavpa?”
“No, forse è una murena”
“Cavpa, muvena, non me lo dive neanche
cos’è. Vado a pvendeve gli attvezzi per ammazzavla. Me lo dici dopo cos'è.”
- Sempre tra gli scogli, tre belle bambine sui
dieci anni. In piedi una fianco all'altra, capelli lunghi al vento, lo sguardo
verso l’orizzonte. Una mora, una castano chiara, una bionda. Francesca, Elisa e Raffaella (i nomi me li sono inventati).
Elisa: “ Ma tua nonna non doveva
controllarci?”
Francesca: ” Figurati, quella sta sempre
attaccata all'I Phone”
Elisa: “Meglio così siamo libere di andare
avanti e indietro come ci piace.”
Raffaella: “ Sì, è terribilmente noioso
star sempre vicino all'ombrellone, almeno dalla cima del molo il mare si vede
bene.”
Francesca (mettendosi a urlare con
espressione di disgusto): “ Mare, mare,
mare, mi fai schifo, mi fai schifo, il mare fa schifo, fai schifo mare, bleah,
non servi a niente, a che cazzo servi, fai solo schifo…”
Raffaella (quasi a bassa voce): “ Ma cosa
dici? Il mare è bello”
Francesca: “ Ma cosa dici tu? Il mare fa
schifooooo, avete capito? Serve solo per cagarci dentro. Hai capito mare? Fai
schifoooooo”
- Spiaggia di pietre, si avvicina il mio amico
Otman e si accovaccia per una pausa sigaretta scaricando dalla spalla i teli
che vende. Parliamo del suo quarto figlio, nato in primavera.
“ E così sei al
quarto figlio. Gli altri quanti anni hanno?”
“ Ho un maschio
di nove e due femmine una di sette e una di quattro. Ma questo è l’ultimo. Per
mangiare si riesce a mangiare ma ci sono la scuola, i dottori. Più di quattro
non ce la posso fare.”
“L’ultimo? Posso
farti una domanda molto personale?”
“Certo”
“ E come pensi
di fare?”
Sorride
benevolo, un po’ stupito, sia dalla mia franchezza sia da quella che deve
sembrargli un’ignoranza insolita per una donna europea: “ Ci sono delle
pastiglie, non sai?”
- Due donne sulla cinquantina e qualcosa
conversano passeggiano avanti e indietro nell'acqua.
Donna 1: “
Allora, come procedono i lavori di ristrutturazione? Sei a buon punto?”
Donna 2: “
Finiti. Finalmente, non ce la facevo più a stare in mezzo a un cantiere…”
Donna 1: “ E
cos'hai fatto fare? Solo l’esterno o anche gli interni?”
Donna 2: “
Tutto. Mi sono fatta fare tutto. E figurati che sono riuscita a farmi fare
anche il muro esterno, sai quello lungo dietro la casa che era da rifare? Il
muro e anche parecchie altre cosette fuori dal preventivo.”
Donna 1: “ E hai
speso molto oltre al preventivo?”
Donna 2: “
Nulla, cosa credi? Quando gli ho prospettato la possibilità di fare anche gli
interni, ho visto che il tipo era molto interessato a prendere il lavoro e ne
ho approfittato così me li ha atti gratis.”
Donna 1: “ Be’,
ci avrà comunque guadagnato. Se li sarà fatti i suoi conti.”
Donna 2: “Questo
non lo so, sono affari suoi. Non gli ho neanche dato il saldo del preventivo.
Sai, erano ancora tremila euro ma ho saputo che in passato è stato in
difficoltà e non ha pagato degli operai per cui non gode di buona fama, per cui
la sua parola contro la mia… Dovrebbe prendere un avvocato per far valere i
suoi diritti ma è un pezzente, non se lo può mica permettere l’avvocato, per
cui sono in una botte di ferro. E
l’unica persona che potrebbe testimoniare sui nostri accordi ho fatto in modo
di far circolare brutte voci sul suo conto in modo da toglierle ogni
credibilità. Sai, a questo mondo, non bisogna farsi scrupoli. C’è la crisi ed è
meglio pensare a se stessi.”
- Spiaggia libera, verso fine estate. Da lontano
vedo un ragazzone nero che si avvicina a dei bagnanti per proporre la propria
mercanzia. Si tratta di due coppie sui cinquanta. Vedo che uno degli uomini si
alza, si mette a sbraitare e lo allontana in malo modo. Mi alzo e mi dirigo
verso di loro per capire cosa sta accadendo quando una coppia seduta poco
distante, che scopro poi essere tedesca, interviene in difesa del ragazzo. Con
noncuranza vado a sdraiarmi poco distante per ascoltare cosa si dicono i
quattro finalmente rimessi a sedere. Di base i soliti luoghi comuni contro
‘sti animali mussulmani che vengono a rubare a casa nostra, poi, quando le due
consorti si alzano per un’abluzione rinfrescante, uno dei due fa all'altro:
“ Questi ci
vogliono fottere le donne, cosa credi, e ci sono delle troie che gli piacerebbe
pure secondo me.”
Il compare tace
meditabondo.
Dopo una
mezz'ora il marcantonio nero ripassa facendo cautamente il giro largo. Lo
osservo: un metro e novanta per due spalle da lottatore, maglietta attillata su
petto e ventre niente male, viso da puma. Mi scappa un sorriso di ammirazione
compiaciuta (e indiscutibilmente materna vista l’evidente tenera età della
creatura) e godo veramente che il personaggio di cui sopra se ne accorga.
Perché, come
rispondeva il giovane ucraino in “Ogni cosa è illuminata” all'appunto che si
dovesse usare il termine nero e non negro: “Cos'hai contro negro? Negro è
superiore.”, è indubbio che alcuni gruppi etnici africani manifestino la loro
superiorità fisica ed estetica rispetto alla maggior parte delle altre etnie in
modo prorompente. Nel disprezzo spesso ci sta anche un po’ di invidia.
- Sulla riva, due donne. Generose.
Donna 1: “ Ma come mi sta questo costume?
Non riuscivo a decidermi stamattina se prendere questo o usare quello dell’anno
scorso, sai quello azzurro… te lo ricordi?”
Donna 2: “ Bene, bene, ti sta bene. ”
Donna 1: “ Ma tutta ‘sta cellulite, guarda
che roba, si vede di più con questo qui. Vero che si vede di più? Perché mi
schiaccia lì e vedi che buco che mi fa proprio sulla natica. Bisogna mettersi a
dieta e fare dei massaggi come si deve… altro che costume.”
Donna 2. “ Dieta? Ma che dieta? Vai bene
così. Ah, io mangio quanto voglio. E lo vedi tutto questo ben di Dio? Carlo ci
va pazzo. M’ammazza se perdo le tette. Quando sono lì, sì che stanno a guardare
la cellulite”
- Lungo la passeggiata a mare una coppia cammina e
chiacchera gesticolando.
Lei: “ … e tu cosa ne pensi?”
Lui: “ Secondo me il polsino della camicia
deve arrivare fin qui, poi quando allunghi il braccio così in avanti allora può
spuntare dalla manica della giacca.”
- Una donna armata di guanti e sacchi neri
perlustra la scogliera e raccoglie la spazzatura che trova. Si avvicina anche
ai bagnanti, sorridente e gentile, per pulire ovunque. Una signora le rivolge
la parola: “ Mi scusi, ma questo dovrebbe farlo il servizio di nettezza
urbana…”
“ Qui è demanio,
non credo sia di loro competenza, in ogni caso è tutta roba che stiamo
lasciando noi… un mare di plastica soprattutto…”
Un’altra donna
interviene: “ Vabbe’ , ma infilata lì tra gli scogli che fastidio le dà?”
-
Una donna anziana, piuttosto corpulenta, scossa
dai tremori continui e con evidenti difficoltà di movimento sta seduta sulla
sdraio sotto un ombrellone. Il marito, un ometto minuto, va e viene dalla
sdraio accanto.
Li osservo dal
molo di tanto in tanto. Lui ogni dieci minuti va a rinfrescarsi nell'acqua
bassa, poi torna e si rimette a leggere un libro. Si premura sempre di chiedere
alla moglie se ha bisogno di qualcosa, lo si capisce dai gesti e dai modi, e,
in caso affermativo, o va a prenderle qualcosa al bar dello stabilimento o, se
si lamenta del caldo, le porta un secchiello d’acqua di mare e la bagna un po’
dappertutto con gran contentezza di lei.
Due ragazzoni,
età da liceali, che da un paio d’ore ascoltano musica tremenda disturbando la
mia lettura, si alzano e si dirigono alla base del molo. Per inerzia seguo il
loro tragitto. Li vedo fermarsi davanti alla coppia che stavo guardando e
scambiare qualche frase con l’uomo e la donna. Da dove sono riesco a sentire
un’esclamazione di approvazione da parte di lei. Poi vedo i due ragazzoni aiutarla
ad alzarsi e condurla, seguiti dal marito, in acqua. La sorreggono fino alle
boe bianche, dove la profondità è di circa un metro e mezzo e le fanno fare un
bagno. Praticamente davanti a me. Lei ride contenta, anzi felice, e ripete:
grazie, grazie, grazie, ringraziate anche i vostri genitori, siete proprio due
bravi ragazzi.
29 agosto 2015
(tutti i diritti riservati)
PESCI
Ho letto che il numero dei
vertebrati marini sarebbe diminuito del 49% in 45 anni. Alcune specie,
sgombri e tonni, del 74%. Almeno un minuto di silenzio ci vorrebbe.
Fonti: WWF, Zoological society of London
#iostoconerri
La procura di Torino ha chiesto otto mesi per Erri De Luca, accusato
di istigare al sabotaggio della linea ferroviaria ad alta velocità
Torino-Lione.
Nel periodo storico in cui si cerca di far passare il concetto di
diritto alla mobilità umana, si mette in discussione la mobilità della parola. La si vuole
imbrigliare e trattenere anch’essa. Con
l’acquisizione ormai prossima di Rcs da parte di Mondadori che così deterrà un
terzo dell’editoria nazionale, e tutto ciò che ne consegue, con la scarsa
diffusione del giornalismo d’inchiesta, con i telegiornali che diffondono
paure, tutto mira al controllo. Ma la parola sfugge e si trasmette comunque. La
parola resta. Sopravvive a chi l’ha
pronunciata o scritta.
Resta sacrosanta l’assunzione di responsabilità del pronunciarle e
diffonderle le parole. Perché ci sono quelle inutili, autoreferenziali, quelle
che portano al contrasto e non al dialogo, che consolidano le diversità e le
separazioni in senso sterile e deleterio anziché condurre a una sana crisi.
Crisi che significa separazione della pula dal chicco e quindi valutazione e discernimento, presupposti
necessari per un miglioramento e una rinascita. Penso a Charlie Hebdo, di cui,
con le debite considerazioni già scrissi, penso al terrorismo quotidiano
perpetrato con l’uso improprio della parola, penso all'esaltazione acritica e
distruttiva che l’incitazione verbale alla violenza produce, penso alle parole
violentate, a cui viene infilato a forza dentro un significato che non
appartiene loro, nel tentativo di stravolgerne il dna.
Anni fa, ritornando al buon Erri, una quindicina più meno, passai da
Ceva, tornando da Torino verso Imperia e mi trattenni ad ascoltare un comizio
di Borghezio, che se non ricordo male anche quest’anno ha presenziato a un
corteo contro la nascita di un centro islamico in questa roccaforte leghista.
Ecco, ripensando alle parole che udii, se volessimo adottare stesso peso e
stessa misura, per comminare a lui, e a chiunque altro di tal fatta,
un’adeguata e proporzionale condanna dovremmo importare la sedia elettrica
dagli Stati Uniti.
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