lunedì 24 novembre 2014

MAGAZZINO

Metto tutto nelle scatole. In bauli. Di più non ce la faccio.
Tutta questa morte che avanza e circonda, che sia guerra, fuga, sfruttamento, cataclisma. E’ un gioco, tutto solo un gioco. Di interessi e di dominio, le cui regole complesse e mascherate e gli intrecci restano fuori dalla portata di chi deve mandare avanti baracca e burattini un giorno appresso all’altro.
Un gioco al massacro. Di popoli, di terre, di generazioni a venire. Uno sterminio pianificato.
Cronaca economico politica e sociale internazionale, non posso, non ho la forza di sostenerne oltre il peso. Leggo, approfondisco, ritaglio, stampo e metto nelle scatole. Per i posteri.
Che abbiano del materiale per crearsi nella testa un cazzo di filo rosso.

giugno 2014



(tutti i diritti riservati)

INAUGURAZIONE DI BORGO FOCE

Questa sera sono scesa a Borgo Foce per un aperitivo con mia madre: è il suo compleanno e ha poche occasioni di distrazione.
C’erano molte persone, avventori, autorità locali e regionali, e rappresentanti dell’Imperia bene. Non ricordavo dell’inaugurazione del borgo rimesso a nuovo e reso zona pedonale: vista l’occasione avrei scelto un altro posto, più tranquillo e intimo.
A parte considerazioni sul risultato dei lavori compiuti, che evoca l’omologazione mentale con cui le amministrazioni si approcciano ai cosiddetti lavori di “restyling”, piazzette alla fine tutte uguali con uguali materiali ovunque, e quindi inesorabilmente prive di un legame con l’anima, la memoria storica, e il carattere dei luoghi, una persona con il benché minimo amore per il giornalismo, quale io dichiaro di essere, non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione e avrebbe penetrato la folla. Avrebbe interloquito, si sarebbe confrontata e relazionata e, una volta a casa, avrebbe scritto un pezzo. Invece, dopo che mia madre se n’è andata, ho attraversato il borgo in silenzio, aliena, guardandomi intorno: capannelli di persone qua e là, il muretto occupato, calici pieni, pacche di confidenza e intesa, saluti, strette di mano, commenti. Ho proseguito e ho raggiunto la base del molo. Ho guardato a lungo le onde oltrepassare il frangiflutti. Poi sono tornata indietro restando comunque ai margini dell’assembramento. Mi sono seduta sul bordo di un’aiuola e sono rimasta incantata a osservare il percorso di un piccolo coleottero sul selciato.


8 luglio 2014


(tutti i diritti riservati)

RIFIUTI A IMPERIA

La situazione rifiuti a Imperia, dopo la breve illusione di una nuova gestione vagamente più lungimirante, oggi è disastrosa. Non solo attorno ai cassonetti ma dappertutto in città c’è sporcizia. Il commento ricorrente che si ode per le strade è: come a Napoli. E invece no! La realtà di Napoli appartiene a Napoli, questa è la nostra. E’ la realtà di Imperia. E’ il risultato di ciò che siamo stati in grado di fare, amministrazione e cittadini perennemente votati alla delega e alla critica sterile. Zozzi e menefreghisti. Che, visto che c’è merda ovunque, ne aggiungiamo, tanto è inutile fare le cose per bene.
E’ veramente vergognoso, sentenzia l’uomo in giacca e cravatta, scagliano con l’indice la cicca per strada.


estate 2014


(tutti i diritti riservati)

MOLESKINE 6

La politica dovrebbe essere un luogo di costruzione in cui pensiero e senso diventano azioni rivolte al bene comune, e non un luogo di costruzione di carriere.

Primavera 2014

SPIAGGIA PER CANI

Un barboncino gigante, un labrador nero, una lupa coyote, un bastardino aitante, un volpinoide di taglia media, un mezzo yorkshire e mezzo qualcos’altro. Non si erano mai visti e hanno creato una comunità in pochi minuti. Ogni nuovo arrivato viene avvicinato, annusato e inserito nel gruppo senza conflitti.
Hanno uno spazio dove essere liberi, sanno riconoscerlo come tale e lo condividono.


Giugno 2014



(tutti i diritti riservati)

domenica 23 novembre 2014

AMBIZIONI DA PREMIO NOBEL

Ho ambizioni da Premio Nobel. 
Come Saramago, lui però riluttante, vorrei pubblicare i miei post su carta, nella speranza che li leggano in tanti. 
Non perché ritenga di dire qualcosa di nuovo o illuminante. Si tratta della mera ripetizione di concetti e principi mille volte e meglio raccontati, condivisi, perorati. Ma aggiungere una voce, anche la più piccola, ha permesso a tali concetti e principi di percorrere i secoli e sopravvivere a essi. 
Per questo. Per aggiungere intanto la mia, di voce. 
Non per protagonismo. Con riluttanza ho esposto il mio nome. Ma per coerenza con ciò che sovente affermo, che ogni individuo deve mettersi in gioco, nome e cognome, in prima persona per ciò in cui crede, a prescindere da una guida, a prescindere da un leader. Non più delegare. 

Però questa storia del blog non la so gestire.  Sembrano inutili messaggi in bottiglia. E non voglio passare il mio tempo sulle piattaforme sociali. Preferisco passarlo per strada. Mi spiazza la faccenda del ritmo. Si leggono, in genere, solo le ultime cose. E tutto il resto? Forse, prima c’è qualcosa in più, forse prima c’è qualcosa di meglio. Forse una contraddizione, un ripensamento. Ecco, non si può perdere la visione d’insieme. Per questo vorrei raccogliere tutto in un libro. Perché il discorso sia completo e tutto sotto mano. Perché non ci siano equivoci. Perché non ci si debba anche mettere a cercar di decifrare. 
Perché emerga un filo rosso. 

Quando guardo la provenienza di chi visualizza i miei post, trovo, oltre a quelli europei, Paesi come Lituania, Singapore, Bosnia, Federazione Russa, Marocco, Algeria, Ucraina,… Scrivo solo in italiano, mi chiedo, ci finiranno per caso? Si tratta di italiani all’estero? Quanti dei 10 visitatori medi giornalieri leggeranno? 

E’ utile insomma quello che sto facendo?


2 giugno

Tutti i diritti riservati

domenica 26 ottobre 2014

IL MONDO COME IO LO VEDO - A. Einstein

"A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura."


Albert Einstein


Ecco, queste sono le parole precise e perfette che non ho mai saputo trovare.



(letto nell'estate 2005)